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Come preparare e bere un buon tè

Come preparare e bere un buon tè

Per bere un perfetto tè, sia caldo che freddo, bisogna seguire delle regole.

«L’ingrediente più importante per un buon tè, mi chiede? La persona con cui lo si beve». A Erika Le Noan non manca il gusto per gli aforismi. Il nuovo Presidente di Dammann Frères, una delle più antiche Maison du tè oggi del Gruppo illy, è venuta a Milano per presentare le novità della collezione di tè freddi The Glacé.

Oltre ai classici Jardin Bleu, Touareg, Bali, Fidji, Pêche e Samba, c’erano due novità dell’Estate 2019: le profumazioni Carcadet Passion Framboise (con lampone e frutto della passione) e Miss Dammann (con zenzero, limone e frutto della passione). Tutti ideali anche per l’infusione a freddo: quella che richiede tempi più lunghi, almeno sette ore in frigorifero, durante le quali l’acqua assorbe lentamente i profumi delle foglie. Così, a parte la persona con cui berlo, abbiamo chiesto a Erika quali siano gli ingredienti per preparare e gustare un tè da “pro”. Eccoli.

1. Comincia dal nero

Spesso chi si approccia al mondo del tè inizia con il tè nero, dal gusto più deciso e semplice. «Il tè verde è invece una via di mezzo, che consiglio agli appassionati di frutta. Il bianco è una varietà di tè molto più leggera e delicata, adatta ai palati più esercitati».

2. Scegli acqua senza sapore

L’acqua è forse l’ingrediente più importante dopo il tè. Quello capace tanto di valorizzare il preparato quanto di alterarlo irrimediabilmente. «Per l’infusione serve un’acqua con un ph neutro, priva di cloro e non troppo minerale. La migliore acqua non deve avere sapore».

3. Occhio alla temperatura…

Ogni tè ha la sua temperatura ideale di infusione. Un’acqua troppo calda rischierà di “bruciarlo” (e renderlo amaro). Una non abbastanza calda non ne esalterà le proprietà nutritive. «Generalmente per i tè verdi l’acqua va riscaldata fino a 80 gradi centigradi. Per quelli rossi fino a 90, per quelli neri fino a quasi 100».

4. … Anche d’estate

In estate, l’infusione a freddo proposta dalla collezione tè Glacé di Dammann richiede tempi più lunghi: almeno sette ore in frigorifero, in cui l’acqua assorbe lentamente profumi e aromi, offrendo una degustazione ancora più fresca.

5. Riscalda prima la tazza

«Personalmente preferisco la tazza di porcellana fina. Per prepararla ad accogliere il tè caldo, può essere riscaldata pochi secondi prima con un po’ d’acqua portata a temperatura di ebollizione».

6. Due grammi, non di più

«In generale, consigliamo 2 grammi di tè per tazza».  Per i tè sfusi, un accessorio elegante e pratico è l’infusore, con il quale raccogliere le foglie di tè e immergerle nella teiera.

7. Rispetta il tempo di infusione

Normalmente i tè di alta qualità richiedono tempi di infusione minori rispetto a quelli medi. «Variano dai 4 minuti per un tè verde ai 6 per altri tipi di tè».

8. Evita il miele

Lo sciroppo d’agave o il miele, per quanto buoni, hanno un sapore piuttosto deciso. «Per questo è preferibile addolcire il tè con il tradizionale zucchero bianco, quello che ne altera meno il sapore».

9. E comincia la mattina

Il miglior momento per bere il tè? «Forse la mattina, quando si è a digiuno e con un palato ancora vergine, più predisposto a sentire gli aromi e i sapori. Ma ripeto, l’importante è la compagnia».

5 regole di base per preparare un buon cocktail anche a casa

5 regole di base per preparare un buon cocktail anche a casa

Dagli strumenti essenziali alla scelta degli ingredienti: il bartender Carlo Simbula ci regala qualche consiglio per muovere i primi passi nel mondo dei drink

In caso di fame o di improvvisa voglia matta e incontenibile di qualcosa di buono, tutti quanti abbiamo le basi necessarie per cucinare in casa almeno un piatto di pasta. E se invece il nostro desiderio fosse quello di un buon cocktail, da sorseggiare come aperitivo, o come speciale dopocena con musica in sottofondo? Probabilmente non saremmo altrettanto pronti, e rischieremmo di combinare qualche pasticcio anche alle prese con un semplicissimo Spritz. O un più che basilare Gin Tonic. «Questo perché per molti di noi il drink è ancora legato esclusivamente al mondo dei bar, dei pub e delle discoteche. E quindi viene meno anche l’attenzione per i passaggi più semplici. Ma imparare, a poco a poco, è assolutamente possibile, anzi, direi divertente». Chi parla, dal retro dell’elegante bancone del The Spirit di Milano, è il bartender Carlo Simbula, che armato di shaker e tanta, tantissima pazienza ha deciso di aiutarci a iniziare con il piede giusto il nostro viaggio domestico nell’universo dei cocktail. Partendo da questi 5 consigli fondamentali.

La qualità degli ingredienti

Così come accade in cucina, quando prepariamo un arrosto o una torta salata ai funghi, anche quando siamo alle prese con un drink è necessario prestare la massima attenzione agli ingredienti che utilizziamo. Partire da un distillato di qualità, che si tratti di vodka o di rum, è assolutamente fondamentale. Ma attenzione a non sottovalutare le componenti non alcoliche della ricetta: una buona acqua tonica, una ginger beer di buon livello e persino una foglia di menta fresca possono cambiare radicalmente il risultato finale della nostra creazione.

Foto: Stefano Pesce

L’importanza del ghiaccio

La maggior parte dei cocktail che possiamo preparare a casa prevede una generosa presenza di ghiaccio nel bicchiere. Che inevitabilmente va a sciogliersi a poco a poco all’interno del drink, mentre lo sorseggiamo. Meglio dunque non lesinare sulla qualità di questo ingrediente: prepariamolo con acqua naturale, magari fatta prima bollire in pentola per eliminare le impurità più grossolane. Certo, ottenere un ghiaccio limpido e trasparente come quello dei migliori bar senza attrezzature professionali può essere molto complicato, ma ricavare qualche cubetto di buona fattura anche a casa è possibile.

Un piccolo set di strumenti

Come ogni arte che si rispetti, anche la mixology richiede i suoi strumenti dedicati. Per iniziare, in particolare, se ne consigliano due: lo shaker, ovvero quella sorta di recipiente richiudibile che permette di mescolare con energia – o shakerare, appunto – i vari ingredienti prima di versarli nel bicchiere; e il jigger, lo speciale misurino che consente di tenere sotto controllo le quantità di alcolici e toniche in aggiunta. Perché andare a occhio, come si suol dire, si può, ma è meglio aspettare di avere accumulato una certa esperienza.

Foto: Cristian Castelnuovo

A ogni cocktail il suo bicchiere

Spulciando le ricette dei vari drink è talvolta possibile trovare un riferimento diretto al bicchiere da utilizzare per la presentazione. Questo perché – come accade anche per i vini – forme, profondità e ampiezza possono andare a esaltare o a smorzare le caratteristiche aromatiche e gustative di quello che stiamo per sorseggiare. In linea generale, però, il consiglio resta quello di non mortificare ciò che abbiamo preparato: no categorico ai bicchieri di plastica, dunque, e un grande sì a un bicchiere bello e funzionale.

Passo dopo passo, partendo da ricette semplici

Così come non è possibile pensare di incominciare la propria esperienza in cucina con una Saint Honoré, allo stesso modo anche per i cocktail è meglio iniziare da qualche ricetta semplice. Almeno per i primi tempi, dunque, lasciamo perdere drink a base di ingredienti sifonati o acidi in polvere da aggiungere alla preparazione. Concentriamoci invece sui vari Negroni, Americano e via dicendo: a poco a poco si accumulerà l’esperienza necessaria per passare ad alternative più elaborate. E, perché no, per iniziare anche a creare qualcosa di originale, lanciando volare la propria creatività a colpi di shaker.

… UN DOLCE VELOCE ALL’ULTIMO MINUTO , TORCIGLIONI DI SFOGLIA ALLA NUTELLA …

INGREDIENTI
PASTA SFOGLIA rettangolare
ZUCCHERO DI CANNA q.b.
ZUCCHERO SEMOLATO q.b.
NUTELLA q.b.


Buon pomeriggio a tutti …
oggi un post veloce, e una ricetta veloce .
quando vi viene voglia di un dolcetto all’improvviso e non avete tanta voglia di stare li a preparare e a impastare , ma la voglia si accentua  sempre di più , basta avere a portata di mano una sfoglia un pò di nutella e il dolcetto salva voglia e pronto …
iniziamo:
prendere la carta forno della stessa grandezza della sfoglia , e cospargere lo zucchero semolato e di canna su tutto il foglio.
appoggiare la sfoglia sopra lo zucchero e con il mattarello fare una leggera pressione per far aderire lo zucchero alla sfoglia …
senza muovere la sfoglia , spalmare su metà sfoglia uno strato di nutella , chiudere con la metà a libro la sfoglia sulla nutella , cosi vi ritroverete la sfoglia chiusa con la parte ricoperta di zucchero sopra ..


spolverata con altro zucchero , e sempre con il mattarello pressare leggermente la sfoglia chiusa a libro.
ora con un coltello affilato ricavate delle strisce larghe 1 cm che arrotolerete su se stesse e chiudere a forma di ciambella .
rivestire la placca da forno con la carta forno e appoggiare distanziate un pò tra loro i torciglioni e passare in forno caldo a 190° per 20 minuti circa , o fino a giusta doratura ..
togliere dal forno e lasciare raffreddare …
una volta freddi gustateli ..
non e un gran che come ricetta , ma sono quelle ricetti facili veloci per le voglie all’improvviso di dolci ..
Vi auguro un buon fine settimana ..
e alla prossima ricetta … 

… PROVARE PER GUSTARE …
… LIA …

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