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Per re Carlo III, una pralina (all’olio) | La Cucina Italiana

Per re Carlo III, una pralina (all'olio)
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Una pralina (all’olio) per re Carlo III? Un abbinamento perfetto, visto i gusti del nuovo sovrano, secondo Riccardo Illy. «Carlo III adora il nostro extravergine». Il vicepresidente di Illy Caffè ci racconta infatti alcuni golosi, è proprio il caso di dirlo, aneddoti, legati a casa Windsor, e alla loro proverbiale passione per il cioccolato, alla soglia dell’incoronazione del nuovo regnante inglese, prevista per il 6 maggio.

Ma che cosa c’entrano Riccardo Illy e Carlo III d’Inghilterra? Il legame tra i due è sigillato da una dolce alleanza. Il manager infatti ha ricevuto la nomina di Royal Warrant Holder, ovvero per Prestat, il famoso brand di cioccolato inglese, acquistato da Domori nel 2019, marchio del Gruppo Illy. L’ex Sindaco di Trieste ed ex Presidente della Regione Lombardia è inoltre a capo del Polo del Gusto, sub-holding del Gruppo Illy che riunisce marchi d’eccellenza dal mondo enogastronomico. I primi contatti con il futuro regnante, però, spiega l’imprenditore, sono avvenuti grazie a The Sustainable Markets Initiative, l’iniziativa creata da HRH Prince of Wales per promuovere nuove visioni e pratiche di sostenibilità in tutto il mondo, grazie al contributo fondamentale di imprese private e di imprenditori.
«SMI ha dedicato un bellissimo approfondimento alla storia unica del Criollo, varietà di cacao più
rara e preziosa, al racconto della sua biodiversità e di come l’idea originale di Gianluca Franzoni e
la nascita di Domori si siano sviluppate in un progetto a lungo termine, destinato a lasciare
un’eredità duratura, salvando dall’estinzione una specie unica di cacao come questa», spiega Illy.

Fornitori della Real Casa inglese

Già, ma che cos’è il Royal Warrant? «Si tratta del marchio distintivo dei fornitori della Casa Reale. Questa onorificenza è rinnovata ogni cinque anni» spiega Riccardo Illy, «ed è rigorosamente personale». Nel corso della sua storia, Prestat è stata insignita del Royal Warrant come Purveyors of Chocolates (fornitori di cioccolato) sia da parte della regina Elisabetta II, nel 1975 per la prima volta, sia da parte della Regina Madre, nel 1999, nell’anno del suo centenario. Fino a oggi l’ambito titolo è sempre stato rinnovato. «Ora», prosegue Illy «dopo la scomparsa di Elisabetta II, abbiamo due anni di tempo per ottenere il rinnovo dalla Casa Reale: stiamo lavorando per esserne degni».

Intervista a Riccardo Illy

Come mai ha deciso di acquisire un cioccolato inglese?
«Il mio amore per il cioccolato ha radici lontane quanto quelle della mia famiglia. Sono stato abituato a mangiare un piccolo quantitativo, ma di qualità, ogni giorno, sin da piccolo. Io sono un triestino di seconda generazione: mio nonno paterno, classe era del 1892, veniva da Timișoara, in Ungheria. Sua moglie era mezza irlandese e mezza tedesca e nacque in Sudafrica, a Johannesburg. Mio nonno materno invece era di Pola, in Croazia, e si chiamava Riccardo, come me, mentre sua moglie era di Rovigno. Quindi io mi sento triestino, istriano, ma anche un po’ mitteleuropeo, punto di incontro di un ceppo latino, germanico e slavo. Se penso alla mia infanzia penso alla Sacher di mia madre il rigojanci, un dolce tipico ungherese a base di cioccolato, che è una crema veramente squisita che adoro. Lo mangio ancora adesso alla Trattoria Suban da Mario, che a 90 anni continua a declamare il suo eccellente menù mitteleuropeo».

A cena da Carlo al Naviglio, il nuovo bistrot di Carlo Cracco

A cena da Carlo al Naviglio, il nuovo bistrot di Carlo Cracco

La prima cena fuori dopo mesi di lockdown dev’essere speciale. La nostra Laura Magnago della Scuola de La Cucina Italiana racconta la sua esperienza culinaria al nuovo bistrot di Chef Cracco, appena aperto a Milano.

Come amante della buona ristorazione, non vedevo l’ora di tornare ad andare fuori a cena. Pronta la lista delle nuove aperture da testare, ho provato una delle ultimissime sulla piazza milanese: Carlo al Naviglio.

Lo spazio è curato ma informale, perfetto per godere al meglio della stagione in totale tranquillità. Grazie al dehors e al giardino, il ristorante è in grado di ospitare 80 coperti all’aperto nel pieno rispetto delle norme sanitarie. Non mancano però salette più riservate, per chi preferisse qualcosa di più intimo, e ampie sale per eventi per chi come noi già immagina di organizzare innumerevoli aperitivi in compagnia per provare l’intrigante e inedita drink list.

Ho scelto di provare il menù degustazione da quattro portate (65 euro, bevande escluse) che è in carta accanto ad uno da sei (85 euro). Oltre a questi, la carta potrebbe sembrare limitata (tre piatti per ogni portata) ma si sposa alla perfezione con l’anima del bistrot: più accessibile, contemporanea e sempre attenta alla stagionalità. A mio giudizio è ben studiata e comunque capace di regalare spunti interessanti. Sulla scia del menù, la cantina non è estesa, ma alla portata di tutti e conta una ventina di referenze tra bollicine, bianchi e rossi.

Quello che noto immediatamente è che tutti i piatti, inclusi gli stuzzichini di benvenuto, sono realizzati con ingredienti selezionati con cura e trattati con tecnica impeccabile. La degustazione mi ha consentito di provare 4 dei 12 piatti in carta, ma prima di parlare dei piatti principali vorrei soffermarmi su una delle entrée, la Focaccia all’acqua di patate con Prosciutto di Parma 36 mesi. Solo a leggere la descrizione, chiunque avrebbe già l’acquolina. Avete mai provato il prosciutto ammorbidito in olio? Forse no, e quando si assaggia poi se ne vorrebbe mangiare una teglia intera! 

Ma veniamo al dunque, il menù. Uovo o provola? ossia l’antipasto, perché l’uovo non poteva certo mancare trattandosi di in uno dei ristoranti di Carlo Cracco, e questo era davvero ottimo! Un uovo trattato con la tecnica di “affumicazione” della provola su crema di cannellini accompagnato da patate, cipolla rossa di Tropea, taccole e insalata osmotizzata. Pazzesco.

Come primo piatto, ho assaggiato i Manfredi tonno, caglio e papaccelle. Caglio e tonno delicati al palato per lasciar spazio alle caratteristiche note dolci del peperone. Pazzesco, ancora.

Un consiglio: cercate di trattenervi dal finire l’ottimo pane ai semi di lino lievitato 60 ore (magari con l’olio di cui sopra) prima del primo, altrimenti vi sentirete già pieni! Ma il campo di battaglia non si abbandona per cui ho proseguito con la Pancetta di maialino, asparagi e fragoline: viene cotta a bassa temperatura per non far irrancidire il grasso, potendola servire croccante e morbida al punto giusto, promossa. A chiudere in bellezza, il dolce, Banana, caramello e arachidi che per capirci meglio era composto da una base di morbido pan di spagna, gelato alla banana, croccanti arachidi glassati e una leggerissima spuma di mou, equilibrio perfetto senza eccedere con gli zuccheri. Pazzesco, l’ho già detto?

Un percorso da poco più di un’ora e mezza, accompagnato dalla gentile presenza di Enrico Ottaviano, in sala, che ha saputo coinvolgere con informale cura durante il percorso. Altra nota non trascurabile è stata l’atmosfera, una vera coccola regalata dalle rilassanti note del jazz di sottofondo (forse ispirato dalla vicinanza storica del jazz club Capolinea) e dalla mise en place dal gusto retrò, perfetta per uno scatto da veri instagrammers.

Sicuramente è stato tutto un po’ ovattato dall’emozione di ritrovarsi seduti a cena, al tavolo di un ristorante, dopo mesi di pentole e delivery ma da Carlo al Naviglio si sta un gran bene. Posso confidarvi un segreto? Ho teso l’orecchio durante gli ordini dei vicini commensali per spiare i loro ordini, segnandomi i piatti da assaggiare per la prossima volta! Certamente è il posto da mettere in lista per la prossima cena all’aperto, e poi c’è un altro dettaglio da non trascurare. Il ristorante si affaccia sul Naviglio Grande, nella parte del naviglio meno caotica restando facilmente raggiungibile senza la scusa del “non troverò parcheggio”. Dotato di un posteggio dedicato risolverà alla perfezione il problema lasciandovi un unico gustoso cruccio: la scelta dei piatti da ordinare.

Dove: Via Lodovico Il Moro 117, Milano
Quando: Lun – dom per pranzo, cena e aperitivo. 

Testo spontaneo e foto di Laura Magnago

A casa con Carlo Cracco: la capsule collection da tavola

A casa con Carlo Cracco: la capsule collection da tavola

Carlo Cracco per Rivolta Carmignani: è online la prima capsule collection per la tavola composta da tovagliette americane con tovaglioli coordinati

Apparecchiare la tavola, preparare una ricetta stellata e immaginare di essere al ristorante di Carlo Cracco. Oggi è possibile grazie alla prima capsule collection per la tavola realizzata dalla storica azienda Rivolta Carmignani in collaborazione con lo chef. Si tratta di un set all’americana dall’eleganza discreta e di ottima fattura che andrà ad impreziosire il momento del pasto a casa, uno dei pochi piaceri rimasti di questi tempi.

Da 150 anni Rivolta Carmignani produce biancheria di lusso nella storica sede di Macherio, a pochi chilometri da Milano. La qualità dei tessuti e l’abilità sartoriale l’hanno resa ambasciatrice del made in Italy presso i più prestigiosi hotel e i più esclusivi ristoranti del mondo. Nel carnet di clienti non poteva mancare Chef Carlo Cracco, con cui Rivolta Carmignani ha un rapporto di lunga data come fornitore del ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Condividere la continua ricerca dell’eccellenza e della qualità per accontentare un pubblico esigente e attento ai dettagli è stata la base per la naturale evoluzione di una collaborazione ormai consolidata, che ha portato alla realizzazione di questa eccezionale capsule collection.

La nuova collezione va così ad ampliare la gamma di proposte per la tavola di Rivolta Carmignani. Si compone di tovagliette americane con tovaglioli coordinati, pensate e disegnate in esclusiva per Cracco. Un raffinato motivo classico ricamato a doppio cordonetto nella tonalità color verde salvia corre lungo un prezioso tessuto in puro cotone a decorare la tovaglietta – disponibile in due versioni, semplice oppure con tasca portaposate con sopra ricamata l’iniziale dello Chef. 

Rivolta Carmignani per Cracco
Rivolta Carmignani per Cracco

Un set all’americana versatile, che si contraddistingue per l’essenzialità e l’eleganza del ricamo, pensato per la quotidianità e ideale per vestire la tavola della propria casa in tutte le occasioni. La tovaglietta misura 40 x 50 cm, rifinitura in doppio cordonetto verde salvia con spessore 5mm e 2mm, mentre il tovaglio coordinato misura 35 x 35 cm. Il prezzo del set per due persone è di 82 euro con tasca portaposate e ricamo, 68 euro versione senza tasca.

La capsule collection Rivolta Carmignani per Cracco è disponibile nello shop online Cracco e nella e-boutique Rivolta Carmignani.

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