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Dove mangiare bene a Parma (quando c’è il Salone del Camper)

Dove mangiare bene a Parma (quando c'è il Salone del Camper)

Per noi, il Salone del Camper è anche una grande occasione per visitare ottimi ristoranti, e quindi siamo ben lieti di rispondere alla vostra domanda: «Dove mangiare bene a Parma?». La summa della cucina locale è composta dai salumi tipici (culatello di Zibello, prosciutto crudo di Parma, salame di Felino, spalla di San Secondo, coppa di Parma…) da abbinare alla torta fritta; i tortelli di erbette – qui argomento di eterne discussioni sulle sfumature per realizzarli – e gli anolini; il bollito misto e lo stracotto; la torta Maria Luigia e i tortelli dolci preceduti ovviamente da qualche scaglia di parmigiano reggiano, invecchiato ancora meglio. Il vino? Beh, un grande Lambrusco Doc oppure un inedito Colli di Parma Doc. Abbiamo selezionato i posti dove assaggiare queste prelibatezze, restando in città, senza trascurare le nuove frontiere che esistono anche qui. Del resto, Parma è il perno della ricchissima Food Valley e da sei anni vanta il titolo di Unesco City of Gastronomy. E non dimenticate mai che “parmense” si riferisce all’intera provincia e “parmigiano” solo alla Petite Capitale dell’Emilia: non è un dettaglio, da queste parti.

Il gelato può sostituire un pranzo? Cosa c’è da sapere

La Cucina Italiana

Passa il tempo, si succedono le generazioni, ma il gelato continua a essere una grande passione. Nonostante l’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione, (giustamente) non ce lo facciamo mancare: i dati Sigep dicono che nell’ultimo anno abbiamo mangiato circa di 2.8 chili a testa di gelato artigianale, mentre intanto sono cresciuti anche i consumi di quello industriale, sempre più apprezzato anche perché sempre più ricercato nei gusti e spesso anche più leggero, per chi ama variare (lo dimostrano, del resto, le tante novità dell’estate 2023)

Il gelato può sostituire un pasto?

È buono, è pratico, è fresco, una coccola nelle giornata di afa, e proprio per questo non è raro cedere alla tentazione di mangiare un cono o una coppetta a pranzo. È una buona idea? Dal punto di vista nutrizionale no: la regola di scuola è destinare il gelato ad altri momenti della giornata. Questo perché un piatto bilanciato dovrebbe essere sempre composto per metà da verdure fonte di fibre, per un quarto da fonti di proteine (nell’ordine, andrebbero preferiti legumi, pesce, uova, formaggi e carne), e per l’ultimo quarto da carboidrati, preferibilmente provenienti da cereali integrali. Nutrienti (ma anche micronutrienti) che il gelato non possiede. O meglio, di cui non è ricco, perciò non si può considerare un piatto bilanciato e quindi completo.

Come è fatto il gelato

Il gelato è fatto normalmente con latte fresco, uova, zucchero e acqua, a cui si possono aggiungere ingredienti come cioccolato e frutta fresca secca. In media contiene 30 grammi di carboidrati, 2 di proteine, 7 di grassi saturi, e un quantitativo di zuccheri semplici normalmente molto elevato. 

Quante calorie contiene il gelato

Il contenuto calorico di conseguenza è alto: per 100 grammi si va da circa 170 alle 300 calorie, normalmente per le creme, che sono i gusti più ricchi di grassi e zuccheri, che fanno innalzare immediatamente la glicemia creando accumuli che possono trasformarsi in grasso e che soprattutto ci fanno venire fame poco dopo. Insomma, oltre a non essere un alimento bilanciato, il gelato non sazia.

Perché il gelato alla frutta è migliore?

Non sazia nemmeno se è alla frutta, anche se dal punto di vista nutrizionale è preferibile: se il gelato è preparato con frutta fresca di stagione alla quale non viene aggiunto nessun tipo di dolcificante, o latte, è ovviamente molto meno ricco di zuccheri e grassi. In ogni caso, però, tecnicamente non può sostituire un pasto. Può però essere un’ottima merenda, magari anche un dessert se offerto a fine cena.

Il bello di infrangere le regole (anche del gelato)

Poi è ovvio che ogni tanto è bello anche sgarrare e godersi un bel gelato a pranzo, specie d’estate e in vacanza, sotto l’ombrellone. Quel che conta, appunto, è che sia l’eccezione. Ancora meglio se poi si riesce a bilanciare con la cena mangiando alimenti ricchi di fibre, proteine facilmente digeribili, vitamine e minerali che assicurano al nostro organismo di espletare correttamente le sue funzioni. Quindi verdura, frutta, cereli integrali, fonti proteiche facilmente digeribili che non mettano a dura prova l’organismo già strettato abbastanza dal caldo. 

Quante volte mangiare il gelato

Un po’ come dovremmo fare ogni volta che mangiamo un dolce, perché il gelato del resto non è un altro che un dolce e anche la tabella nutrizionale della Dieta Mediterranea ci ricorda che va mangiato occasionalmente. Insomma, buon senso e anche attenzione a cosa mangiamo, perché un gelato prodotto con materie prime di qualità, senza additivi, è sempre da preferire. È più leggero, più sano, e soprattutto più gustoso.

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In Texas c’è un pugliese che fa le orecchiette con le cime di rapa | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Vito Rossini ha 36 anni, è originario di Villa Castelli in provincia di Brindisi, ed è negli Stati Uniti dal 2015. Prima 4 anni a New York e poi quasi 5 ad Austin, in Texas, appunto.

“The Heel of the Boot”, alla lettera “Il Tacco dello Stivale”: è così che si chiama la sua creatura. Un’azienda di catering con due food truck e tante cucine mobili, itineranti.

Vito porta la Puglia alle feste e nelle case degli americani. Di un’America parecchio diversa da quella “solita” di New York, di Miami e di Los Angeles. Di un’America che, ci tiene a sottolinearlo, «vive un momento splendido».

La ricetta è semplice: le mitiche orecchiette, rigorosamente fatte a mano, con quelle che da queste parti chiamano “broccoli rabe”, le cime di rapa appunto. Stufati, saltati in aglio e olio e peperoncino, guarniti con filetti acciuga e finiti con mollica fritta. Semplici perché autentici, 101% pugliesi, come da tradizione.

Ed è semplice pure la ricetta del boom di questo Stato: tasse bassissime (un imprenditore paga mediamente soltanto il 20%!) e gru ovunque, simbolo di uno sviluppo inarrestabile. Non a caso, un certo Jeff Bezos di Amazon e un certo Elon Musk di Tesla stanno costruendo interi villaggi aziendali proprio qui, in Texas.

Ma a detta di Vito, Austin ha un motivo particolare: «Mi ricorda la Puglia», sentenzia sorridente. «Gli elementi sostanziali che determinano l’agricoltura pugliese sono gli ulivi, i fichi d’india e le vigne», e fa una breve pausa. «Praticamente Austin!», e sbotta in una fragorosa risata.

Le due terre incredibilmente si assomigliano, il mitico Stato del Sud degli Usa sembra proprio…il Tacco dello Stivale: «Ho trovato la mia Puglia in America!», esulta e ride ancora.

Vito ha avuto una storia familiare piuttosto difficile, ma ne è venuto fuori alla grandissima e su questo vuole sorvolare. Esattamente come gli eroi, infatti, delle sue cicatrici non ama parlare. Ama parlare del futuro e della speranza, della sua cucina e della sua passione.

Vito e sua moglie Nurah, a modo loro, ce l’hanno fatta. Hanno trovato la Puglia in America, hanno portato la Puglia in America.

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