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50 ricette per il menu di Pasqua

50 ricette per il menu di Pasqua

Pasta fresca, uova ripiene, lasagne, arrosti e spunti gourmet. Il menu di Pasqua non è mai stato così ricco e divertente

La Pasqua si avvicina ed è arrivato il momento di studiare il menu perfetto. La tradizione dice che non devono mancare a tavola le uova e la colomba, simboli della festa. E perché non ispirarsi a questa consuetudine reinterpretandola con un po’ di fantasia?

Le uova

Partiamo dalle uova. Oltre a quelle di cioccolato che i bambini apriranno finalmente dopo il pranzo, portiamole colorate anche in tavola. Guardate il nostro tutorial per fare le uova colorate: scoprirete che sono semplicissime e divertenti da realizzare anche con l’aiuto dei più piccoli. E se avete voglia di mangiarle sin dall’antipasto, inseritele nel menu di Pasqua con una ricetta simpatica come quella delle piccole pasqualine. Torte salate in versione mignon per omaggiare ogni ospite del pranzo con una gustosa monoporzione.

I primi

Se siete amanti della tradizione, poi, non potete fare a meno di scegliere una ricetta con la pasta fresca. Ma vista l’occasione speciale, prima di esibirvi nelle vostre imperdibili tagliatelle fresche all’uovo, vi consigliamo di consultare la nostra raccolta dedicata ai primi piatti per la Pasqua: qui troverete l’ispirazione in equilibrio tra tradizione e innovazione.

L’agnello

E se anche quest’anno pensate di preparalo, dedicate qualche minuto a un piccolo ripasso su come cucinare bene l’agnello. Essendo una carne dall’odore molto forte sarà infatti necessario prepararla e cucinarla nel modo migliore. Un po’ di tecnica non guasta mai.
Se invece preferite puntare su qualcosa di diverso, ecco la nostra raccolta di ricette di secondi pasquali.

La colomba

La colomba è simbolo di pace e salvezza e non può non “volare” sulla nostra tavola. Se avete voglia però di proporla in una versione davvero unica, provate la ricetta della tatin alla colomba!

Ingredienti per 4 persone

Panna fresca g 200 – 4 mele Golden – zucchero – burro – un quarto di colomba

Procedimento

Con uno scavino ricavate da ogni mela 8 palline che distribuirete in altrettanti stampini (ø cm 8) imburrati e con il fondo rivestito con un disco di carta da forno, anch’esso imburrato. Preparate del caramello cuocendo 4 cucchiai di zucchero con poca acqua e 35 g di burro. Pelate, fate a dadini quel che resta delle mele e rosolatele con una noce di burro e 2 cucchiai di zucchero. In ogni stampino colate un poco di caramello, poi proseguite a strati con pezzi di colomba e dadini di mela. Infornate le tortine a 200° C per 10 minuti, poi capovolgetele nei piatti e servite con la panna battuta (non montata).

Ed ora, ecco 50 ricette per comporre il vostro menu di Pasqua viaggiando tra grandi classici e spunti creativi

I tortelli di agnello con panna e menta di Luciano Monosilio

I tortelli di agnello con panna e menta di Luciano Monosilio

Metti insieme la spalla di agnello e l’abilità con la pasta all’uovo – non solo ripiena – di Luciano Monosilio ed ecco una ricetta fresca e golosa. «Se non vi cimentate adesso con sfoglia e mattarello…», provoca il brillante chef romano

Luciano Monosilio, classe 1984, è amatissimo nella Capitale. Perché al di là di esperienze importanti (con Pierangelini, Uliassi, Crippa…), ha lavorato in locali importanti quali Roscioli, Tordo Matto e soprattutto Pipero al Rex (poi diventato Pipero Roma). Da settembre 2018 si è messo in proprio, aprendo Luciano Cucina Italiana, una trattoria dove uno dei pilastri è rappresentato dalla pasta, sia fresca che secca, che il cuoco di origine abruzzese celebra non soltanto con la sua mitica Carbonara, ma anche con gli altri classici capitolini e con ricette contemporanee. «Pasta vuole dire semplicità: la planetaria per impastare è un aiuto, le macchine per tagliarla anche, ma bastano un mattarello e un coltello per prepararla», spiega.

Gli errori da evitare

Partiamo dalle farine? «Per quelle del mio ristorante, che voglia realizzare pasta fresca, secca o all’uovo utilizzo solo quelle di semola di grano duro. Si possono usare anche a casa, ma ci vogliono più tempo e maggiore energia fisica per impastare, in assenza di planetaria. Vanno benissimo quelle 00 di grano tenero. Ma io dico che se non si prova ora che abbiamo un sacco di tempo a disposizione… Mi raccomando: non dimenticate di bagnare la farina con acqua tiepida in modo da sviluppare di più la maglia glutinica». Errori da evitare? «Il sale va utilizzato all’inizio della lavorazione, sciogliendolo nell’acqua così non si formano i fastidiosi cristalli sulla sfoglia. Poi è importante la temperatura dell’impasto: quando dopo averlo fatto riposare, va tirato fuori dal frigorifero, deve essere freddo perché consente una lavorazione più facile». Detto questo, divertitevi con una ricetta golosissima di Luciano: Tortelli di agnello con panna e menta. Praticamente pasquali!

Ingredienti per 4 persone

Per la pasta all’uovo
g 300 di farina 00
g 200 di semola
8 uova intere

Per il ripieno di agnello
g 400 di spalla di agnello
1 carota
1 costa di sedano
1 cipolla
uno spicchio di aglio
g 300 di menta
sale e pepe

Per il condimento
g 300 di menta fresca sfogliata
sale
pepe

Per la crema di pecorino
g 500 di pecorino
g 250 di albume
g 100 di panna fresca

Decorazione
6 foglie di menta

Procedimento

Impastare a mano gli ingredienti per la pasta all’uovo, lasciare riposare in frigo per due ore, stendere molto finemente. Chiudere poi i tortelli a forma di mezza luna con il ripieno di agnello.
Per il ripieno: pulire e disossare la spalla. Cuocerla con sedano, carota, cipolla, aglio, menta, sale e pepe sino a renderla morbida. Sfilacciare a mano la carne e condire con la menta a foglie, tagliata a listarelle. Una volta chiusi i tortelli e cotti in acqua, vanno saltati in padella con un po’ di panna per creare un fondo cremoso al piatto,
Per la spuma di pecorino: mettere il pecorino in un termo mix – come il Bimby – a 60 gradi. Aggiunti gli albumi e filtrati, si mette il composto in un sifone e si tiene a bagnomaria a 62 gradi per 20 minuti. Poi si spruzza sul tortello e si decora con le foglioline di menta.

Il lievito madre di Gabriele Bonci

Il lievito madre di Gabriele Bonci

Il procedimento del Pizza Hero per una pasta madre dura infallibile, da usare per i propri lievitati dolci e salati, per non temere più di non trovare il lievito di birra al supermercato

In tempi di quarantena e di spesa contingentata, ci siamo riscoperti tutti panificatori e il lievito è uno dei prodotti più introvabili, sia in panetti che secco. La soluzione? Il lievito madre, anche se, vi avvisiamo, non è una ricetta “pronti via”. Ci vuole pazienza e attenzione, perché il lievito è una cosa viva. Abbiamo chiesto al re della panificazione, il Pizza Hero Gabriele Bonci, di darci la sua ricetta del lievito madre. Si tratta della versione dura del lievito madre, perfetto sia per preparare lievitati dolci sia salati, dalle colombe ai panettoni, dalla pizza al pane, passando per croissant e brioche. Più che una ricetta, per la verità, è un procedimento. Seguitelo e avrete risolto per sempre il problema della carenza di lievito al supermercato.

Starter

Ingredienti

50 g uva passa, 50 g farina 0, 120 g acqua, 100 g manitoba.

Il primissimo passaggio è preparare il cosiddetto starter, ovvero un’esca o una partenza per dar vita al lievito madre. Si comincia prendendo l’uva passa e sciacquandola più volte in acqua tiepida per lavarla dalle eventuali impurità. Una volta fatta questa operazione, ponete la ciotola con i 120 g di acqua della ricetta e frullate tutto con un minipimer, in maniera non troppo omogenea. Una volta fatta questa operazione si possono aggiungere le farine e mescolare dentro la ciotola con movimenti circolari aiutandoci con una spatola. Non occorre lavorarlo troppo, è sufficiente che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati e che risulti un composto morbido e colloso. Il risultato va trasferito quindi in un barattolo capiente, dove possa crescere anche di 5-6 volte. Si lascia il barattolo chiuso con una garza umida legata come tappo, legata con un elastico, per 48 h a temperatura ambiente.

1° Rinfresco

Ingredienti

100 g farina manitoba, 50 g farina 0, 75 g acqua.

Passate le 48 ore, prendiamo una cucchiaiata abbondante dello starter che abbiamo preparato e che sarà cresciuto di 5-6 volte. È opportuno scartare la testa del composto, che ha preso più aria, privilegiandone il cuore. Mettiamo quindi una porzione di starter in una ciotola con le farine prima e l’acqua poi. Mescoliamo con un semplice cucchiaio, facendo ruotare il dorso del cucchiaio sulla ciotola, in modo da pulire il bordo della stessa. Solo una volta che tutti gli ingredienti si sono incorporati ci spostiamo sul piano di lavoro per andare a lavorare a mano il nostro composto. Alterniamo più volte una lavorazione a mano, facendo delle piccole pieghe, alla lavorazione nella ciotola con il cucchiaio. Questo serve a dare maggior ossidazione all’impasto e renderlo più duro. Non c’è tuttavia bisogno di aggiungere altra farina, neanche quando lo lavoriamo sul piano. Quando vediamo che è diventata una pallina liscia è pronto e possiamo lasciarlo a riposare. Servirà un barattolo di quelli con la guarnizione, a cui va tolta la guarnizione, in modo che ci sia ricambio di ossigeno.

Rinfreschi successivi

Con gli stessi ingredienti e lo stesso procedimento del precedente rinfresco, il lievito così preparato va rinfrescato ogni 48 h, scartando sempre la punta e utilizzando il cuore dell’impasto. Nel tempo aumenterà la massa e sarà necessario anche cambiare barattolo, utilizzandone uno più capiente volta per volta. Il lievito madre sarà pronto dopo 31 giorni di riposo.

Penultimo rinfresco

L’ultimo rinfresco ha un procedimento differente dai precedenti, anche se gli ingredienti sono sempre gli stessi. Si comincia a lavorare sempre nella ciotola, ma si sposta tutto velocemente sul piano di lavoro, lavorando con la tecnica delle pieghe: ovvero l’impasto va piegato su sé stesso ripetutamente, girato sul lato della chiusura e rifatta l’operazione più volte. Dopo le prime pieghe, quando tutti gli ingredienti sono incorporati e la massa non è ancora liscia, si può cominciare a lavorare con il mattarello, spolverando solo leggermente l’impasto con la farina. Con il mattarello si fa un solco centrale, si schiaccia quindi l’impasto e si stende un po’ per procedere a fare altre pieghe. Si gira più volte, rifacendo lo stesso passaggio. Quando inizia a diventare duro, come si dice in gergo inizia a incordare, si fa l’ultimo passaggio: si stende l’impasto come una lunga lingua, il più sottile possibile, quindi si piega in tre dal lato corto e si chiude facendo un rotolo, finendo con un profondo taglio a croce, fatto con un coltello a lama liscia. Si lascia a riposare quindi in una ciotola coperta con un canovaccio, che va chiuso sul lievito, ma in maniera non ermetica. Aspettiamo tre ore e dopo 3 ore lo mettiamo nel frigorifero. Quando ha più che raddoppiato il suo volume il lievito sarà pronto.

Bagnetto e ultimo rinfresco

Prima di essere lavorato c’è ancora un passaggio da fare, perché è d’obbligo fargli un bagnetto. Tagliatelo pure con un coltello e apprezzatene l’alveolatura. Togliete la pelle esterna, che è più coriacea perché sono le parti ossidate, e prendetene il cuore. Il bagnetto va fatto in una ciotola con acqua tiepida e zucchero, che va lasciato sul fondo della ciotola, senza farlo sciogliere. Quindi si mette il lievito madre, tagliato a grossi cubi, pressato e ripiegato in modo da togliere il gas all’interno e va lasciato nella soluzione di acqua e zucchero per 20 minuti. Una volta fatta questa operazione il lievito va strizzato con le mani e rinfrescato nuovamente con le stesse grammature degli altri rinfreschi. Si lavora sempre a partire dalla ciotola, facendo incorporare tutti gli ingredienti prima di spostarci sul piano di lavoro e ripartire con le pieghe e con il mattarello come nel passaggio precedente. Quando l’impasto sarà diventato tenace, si stende una lingua di pasta con il matterello, da dividere in due parti. Una sarà utilizzabile per le proprie preparazioni dopo aver fatto una croce con il coltello e averla lasciata a riposare per tre ore a temperatura ambiente. L’altra sarà pronta per essere conservata in frigorifero, sempre dopo tre ore di attesa, e sarà la madre per le volte successive.

Gestione

Un buon lievito madre deve essere rigenerato almeno ogni 48 h perché sia sempre in salute. Ancor meglio sarebbe rinfrescarlo ogni giorno per avere sempre un lievito sempre perfetto. Quando lo si vuole utilizzare per le proprie preparazioni bisogna sempre fare come nell’ultimo passaggio, ovvero una volta rinfrescato va diviso in due l’impasto: una parte va in frigo per le volte successive e una parte per 3 ore a temperatura ambiente prima di utilizzarlo. Sarebbe ideale anche farlo tutti i giorni. È pure importante che rimanga in frigo, sempre conservato nella ciotola coperto dal canovaccio, ma mai chiuso ermeticamente.

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