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Panna in cucina: un tabù da sfatare

Panna in cucina: un tabù da sfatare

Quando si parla di un piatto salato, come una pasta, e si menziona tra la lista degli ingredienti la panna, il risultato è quasi sempre lo stesso: un’occhiata di ribrezzo e un naso che si storce, come per dire che chi la adopera non capisce niente di cibo e cucina. E invece non è così, perché la panna è un ottimo ingrediente, capace di trasformare una pietanza in qualcosa di delizioso, basta aprire la propria mente alle diverse interpretazioni delle ricette tradizionali. 

Perché in cucina non si usa (più) la panna?

L’utilizzo della panna in cucina approda in Italia a seguito dell’invasione dei barbari, ma le prime testimonianze scritte del suo uso arrivano durante il Rinascimento. In tempi moderni, la panna spunta nelle grandi cucine (e in quelle di casa) grazie al successo e alla fama globale della cucina Francese, considerata da molti la migliore al mondo e un esempio da seguire. Il filetto al pepe verde e le tagliatelle con i funghi sono due piatti tradizionali a base di panna che hanno fatto la storia della cucina italiana negli anni 80. Quindi perché si dice che tradizionalmente la panna non andrebbe utilizzata? 

La panna può rendere un sugo più omogeneo e cremoso, corregge eccessi di sale o pietanze troppo speziate e dona un colore più chiaro. Ma da alcuni esperti è considerata un tabù assoluto della gastronomia di alta qualità. Come narra un blogger gastronomico nella sua Apologia della panna: «La panna non si usa perché ce l’ha detto MasterChef, o l’amico che “cucina da dio” […] perché “copre i sapori”». Non esistono realmente prove scientifiche che attestino che la panna in una pietanza copra i sapori, sicuramente attenua il sale e il piccante, ma ha un suo sapore unico, come ogni ingrediente. 

Una cosa è certa: la cucina contemporanea, dalle grandi cucine alle trattorie e in casa, da qualche anno sta prendendo una nuova forma, una nuova direzione. Quella di valorizzare i sapori unici di ogni ingrediente senza aggiungere troppi condimenti o altri sapori, per far risaltare la qualità dei prodotti del nostro territorio. Una cucina più semplice, che si allontana sempre di più da quella francese

10 ricette salate con la panna

Tra Napoli e Salerno, dove fare la spesa dai limoni alle alici

La Cucina Italiana

Dove> Corso Umberto I, 64 – 84010 Cetara (Sa), Costa d’Amalfi
nettunocetara.it

Azienda Agricola Raffaele Palma

L’Azienda è situata nelle incantevoli terre della Costiera Amalfitana. Nata nel 2005 dal proprietario Raffaele Palma su terreni impervi che si innalzano sino a 450 metri sul livello del mare  per produrre prodotti quali vino, limoni e olio prodotti in totale regime biologico. L’Azienda ha messo in atto una politica di preservazione del territorio, riportando alla vita produttiva oliveti e agrumeti abbandonati e impiantando vigneti, nel pieno rispetto della flora e della fauna presente nell’areale incontaminato circostante la zona agricola. La conduzione aziendale è totalmente all’insegna dell’eco-compatibilità.

Dove> Via Arsenale, 8 – 84010 Maiori (SA)
Tel +39 335 76 01 858
raffaelepalma.it

Marisa Cuomo

Siamo nella Costa d’Amalfi, dove troviamo una suggestiva cantina scavata nella roccia cantina di vino della zona. Dal 1980, anno della sua fondazione, Cantine Marisa Cuomo è l’azienda vinicola di Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo che si estende lungo 10 ettari di territorio, dove i due scelgono di puntare sulla qualità con vini dal sapore unico e straordinario come il territorio della costa di Furore. La roccia della Costa d’Amalfi custodisce i vini Gran Furor Divina Costiera. Affacciate sul mare a 500 metri di altezza, le Cantine Marisa Cuomo dominano una parte della Costa di Amalfi.  I suoi vini sono disponibili in un percorso degustazione o da comprare direttamente in cantina.

Dove> Via Giambattista Lama, 16/18, 84010 Furore SA
Telefono: 089 830348
marisacuomo.com

Terra amore e fantasia

Sabatino Abbagnale è un personaggio unico, di rara simpatia e vitalità, che vi accoglierà sempre come foste famiglia. L’azienda, a carattere familiare, nasce circa dieci anni fa i cui obiettivi sono rivalutare l’economia agricola del nostro paese e costruire un futuro di speranza.
L’agricoltura è sempre stata l’attività dei nonni e la principale fonte economica del territorio. Oggi l’azienda produce tra altri prodotti tipici del nostro territorio, pomodori San Marzano, pomodorini di Gragnano, carciofi violetti di Castellammare, fagioli mustaccielli, piselli cornetti di Gragnano. Si possono acquistare conserve e passate, di quelle che raramente avete assaggiato!

Dove>  Via de Luca, 23, 80057  Napoli 
Telefono: 081 873 5300 / +39 347 113 5440
terraslow.it

Pastificio Afeltra

Il Premiato Pastificio Afeltra venne fondato nel lontano 1848 da Vincenzo Afeltra, quando la lavorazione della pasta rappresentava il fulcro dell’economia di Gragnano, piccolo comune ubicato nei pressi di Napoli, in Campania. Il Pastificio Afeltra è noto per la qualità della sua pasta di Gragnano, prodotta a partire da farine di grano duro, con l’uso di acqua pura dai Monti Lattari e un processo che prevede una lenta essiccazione, che consente di preservare il sapore del grano e le qualità alimentari del glutine. 
A Gragnano potrete trovare lo shop dove comprare la pasta!

Dove> Via Roma, 8, 80054 Gragnano 
Telefono: 366 211 0539
astificioafeltra.it

Albicocche sciroppate: ecco come farle a casa

Albicocche sciroppate: ecco come farle a casa

Albicocche sciroppate, mai provato? Albicocche da mangiare per tutto l’anno, con qualche ora di lavoro durante la stagione estiva, infatti, si possono avere a disposizione delle ottime conserve da mangiare anche in inverno, quando purtroppo questo frutto dal sapore intenso e paradisiaco non si trova. 

Chi non ama fare o mangiare la marmellata o vuole provare qualcosa di alternativo e altrettanto gustoso può preparare le albicocche sciroppate. Nonostante le supposizioni, non ci vuole molto tempo né troppa abilità per questa tipologia di conserva. 

Vi serviranno semplicemente delle albicocche di ottima qualità, non troppo mature altrimenti in cottura si ammorbidirebbero troppo e la giusta conservazione con la doppia sterilizzazione del vasetto, per essere sicuri che la conserva si mantenga in ottimo stato anche per un periodo medio lungo. 

Albicocche sciroppate: la ricetta

Ingredienti

1,5 kg di albicocche
800 ml di acqua
450 gr di zucchero semolato
1 limone

Procedimento

Per fare le albicocche sciroppate iniziate sterilizzando i vasetti che serviranno per conservarle. Con questa quantità di frutta dovrebbero servirne 3 da circa 300 g l’uno. 

Preparate quindi uno sciroppo con l’acqua, lo zucchero e tutta la buccia di un limone precedentemente lavato con cura e fate sciogliere completamente lo zucchero a fuoco lento. Lavate nel frattempo anche le albicocche, fatele a metà ed eliminate il nocciolo del frutto. 

Mettete le albicocche nei vasetti precedentemente sterilizzati e aggiungete lo sciroppo fino a coprire totalmente la frutta. Chiudete bene la confezione con il tappo e poi completate la nuova sterilizzazione per maggiore sicurezza. Potete utilizzare una pentola di grosse dimensioni con degli stracci puliti all’interno e dell’acqua: immergeteci dentro i vasetti chiusi ermeticamente, portate a bollore e fate cuocere per circa 30 minuti. Chiudete il gas e lasciate raffreddare i contenitori con le albicocche sciroppate all’interno della pentola. 

Per mangiare le albicocche al massimo del loro gusto dovrà passare almeno un mese!

Per altre ricette con le albicocche non dimenticate di sfogliare la nostra galleria di immagini!

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