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10 tisane per dormire bene, mescolando sempre erbe e fiori

10 tisane per dormire bene, mescolando sempre erbe e fiori

Ci sono cibi da evitare, se si soffre di insonnia. E ci sono comportamenti sbagliati da eliminare prima di coricarsi. In ogni caso, per aiutare il sonno si possono fare tisane di erbe e di fiori. Ecco i nostri consigli per invocare Morfeo

Avete contato le pecorelle, spento tutte le luci e siete persino ricorsi a quel libro davvero noioso, quello che avevate già abbandonato a pagina ventitré. Ma dopo qualche minuto di assopimento, l’insonnia torna alla carica e ti costringe a rimanere sveglio fino a tarda notte, rigirandoti nel letto. Un rimedio efficace, semplice e naturale da adottare è quello delle tisane per dormire.
Possiamo infatti contare sul potere rilassante di erbe e fiori e preparare delle buonissime tisane da gustare almeno mezz’ora prima di andare a dormire.

Le cause dell’insonnia

Non è semplice stabilire cosa rende così difficile addormentarci. Tra le cause più comuni troviamo un’alimentazione troppo pesante e l’assunzione di cibi indigesti che non facilitano il sonno. Se faticate a prendere sonno evitate in particolare modo aglio e cipolla, carne rossa, cioccolato, caffè, peperoncino e bevande alcoliche.
E per favorire il sonno è bene anche provare ad assumere orari regolari. Coricarsi troppo presto o troppo tardi non favorisce un sonno profondo, ma lo disturba.
Allo stesso modo l’ambiente che ci circonda è importante per dormire bene. Evitate fonti luminose sempre accese, spie degli elettrodomestici, rumori di sottofondo e televisione. Se possibile, evitate anche di guardare smartphone e tablet appena prima di coricarvi: le continue stimolazioni sono un disturbo al sonno.

Mezz’ora di relax

Le tisane per dormire sono una buona occasione per rilassarsi un po’. Se vogliamo amplificare il loro effetto, prendiamo tutto il tempo necessario per prepararle senza fare altre cose nel frattempo. Indossiamo il pigiama, mettiamo l’acqua sul fuoco. Poi, mentre aspettiamo di vederla bollire, sediamoci e massaggiamoci il volto meditando un po’. Sgombriamo la mente dagli impegni previsti per la giornata successiva, concentriamoci su qualcosa che ci rende felici.
Quando l’acqua avrà raggiunto la giusta temperatura, mettiamo la tisana in infusione e lasciamola riposare dai 3 ai 5 minuti. Una volta passato questo tempo, sorseggiamola lentamente senza zuccherarla. Se non ne apprezzate il sapore, dolcificatela con un po’ di miele.

Le tisane per dormire

Le tisane per dormire si possono preparare con moltissime erbe e fiori sfruttandone le proprietà rilassanti. E per far sì che abbiano un sapore piacevole ed equilibrato, mixate sempre erbe e fiori scegliendoli dalla gallery qui sopra. Troverete dieci erbe e fiori da assumere da soli o insieme. Miscelandoli, scoprirete la ricetta della vostra tisana per combattere l’insonnia.

Santuario di Oropa: dormire in un santuario

Santuario di Oropa: dormire in un santuario

Un rifugio per il corpo e per lo spirito, ateo o religioso che sia, a 1159 metri di altezza (tutti di straordinaria bellezza). Il Santuario di Oropa, alle pendici delle Prealpi biellesi, in Piemonte, nonostante sia patrimonio Unesco dal 2003, è uno dei tanti, troppi tesori nascosti del nostro Paese. Ve lo raccontiamo qui

Incastonato tra le cime rocciose delle Prealpi biellesi, innevate d’inverno e spesso velate da una misteriosa coltre di nubi nelle altre stagioni, il santuario di Oropa si protende verso l’altopiano del Sacro Monte con il suo lungo colonnato di portici, che sembrano messi lì, pronti ad accogliere come in un abbraccio pellegrini, visitatori ed escursionisti in arrivo.

Oropa si raggiunge comodamente in auto o in autobus partendo da Biella (ecco gli orari), ma per chi non teme le salite la strada si può fare anche a piedi, partendo da quella dei Cappuccini, interamente ricoperta di ciottoli, e proseguendo sulla via vecchia di Oropa, ripida e stretta, ma assai panoramica, che passa anche attraverso i paesini. La tradizione vuole che i biellesi la percorrano una volta l’anno: agli altri basterebbe farlo almeno una volta nella vita.

Se siete amanti dei cammini potrete invece partire da Santhià, in provincia di Vercelli, e arrivare a Oropa in quattro giorni seguendo la Via Francigena, lungo un percorso classificato con la lettera E (difficoltà media).

La tradizione vuole che i biellesi percorrano la salita al Monte Oropa una volta l’anno: agli altri basterebbe una volta nella vita

Che del posto siate habitué o neofiti, all’arrivo rimarrete comunque stupiti, e avrete la netta sensazione di ritrovarvi davanti a qualcosa di unico e speciale. La domanda che sicuramente vi farete sarà: «Come ho fatto a non venirci prima?».

Mettiamolo in chiaro: questo è un luogo turistico, di pellegrinaggio sì, ma molto attrezzato (con bar, negozi e ristoranti al suo interno). Eppure – ed è questa la sua particolarità – riesce a conservare un’anima sacra, a non scadere in una «fiera liturgica».
Oropa è una destinazione suggestiva: per chi viene qui a rifugiarsi nella preghiera, certo, ma anche per chi ha semplicemente il desiderio di rigenerarsi un po’. In un’atmosfera intima e accogliente.

Il consiglio per viverla appieno è di soggiornare almeno una notte nella foresteria adiacente al santuario: a disposizione degli ospiti ci sono circa 500 posti letto, suddivisi in quattro tipologie di camere (suite, junior suite, comfort e turistica), tutte spartane, ma molto confortevoli, con soffitti altissimi e arredate con mobili e oggetti d’epoca. All’aperto, inaugurata da poco, c’è anche un’area camper con 31 piazzole e una vista invidiabile sulla Basilica Superiore.

Il complesso del Santuario si staglia su due grandi cortili e comprende l’Antica basilica, edificata durante la peste del 1599 (vi raccomandiamo di partecipare alla prima funzione della mattina: anche se l’ultima Messa a cui avete preso parte era la vostra Comunione, ne vale la pena), e la maestosa Chiesa nuova con la cupola diventata il simbolo di Oropa. La sua costruzione è stata – anzi: è tuttora – molto travagliata: i lavori cominciati nel 1885 non sono ancora finiti, nonostante la consacrazione e l’apertura nel 1960.

Del complesso fanno parte anche alcune cappelle, il Museo del Tesoro, l’Archivio Storico e della Biblioteca, un osservatorio meteosismico e una stazione radio.

Ma questa è anche, e soprattutto, una meta interessante per gli amanti dello sci e del trekking, visto che tutto il territorio intorno è diventato Riserva Naturale Speciale Sacro Monte di Oropa e alle spalle vi sono impianti sciistici di risalita e un Giardino Botanico.

Da non perdere è l’escursione sulla cima del monte Camino, a 2400 metri di altezza. Per farla, la cosa migliore è prendere la funivia che parte vicino al parcheggio della Chiesa nuova, scendere a Oropa Sport (a 1870 metri di altezza) e poi salire a piedi l’ultimo tratto (491 metri di dislivello, sentiero D21) tra sassaie, tratti sterrati ed erbosi (vi ci vorranno circa un paio d’ore, forse tre). I più allenati potranno affrontare da soli l’intera salita, costeggiando inizialmente il torrente Oropa (dislivello totale 1211 metri); i più pigri proseguire in cestovia anche dopo la funivia (occhio solo alle vertigini). Qualsiasi sia la strada che vi porterà in vetta, però, la vista dal monte Camino non la potrete dimenticare: nonostante sia spesso avvolta dalle nubi, la vista a 360 gradi sulle Alpi – dalle Marittime al Gran Paradiso, dal Monte Bianco al Cervino – è spettacolare e vi sembrerà di volare. In alto, oltre al panorama, potrete gustare anche la polenta concia del rifugio Capanna Renata.

Anche a valle le calorie non mancano: intorno al santuario si possono scegliere ristoranti per tutti i menu e tutte le tasche. Tappa d’obbligo della zona è la Locanda Canal Secco Trucco, immersa nel bosco e raggiungibile con la macchina in 5 minuti. Ad accogliervi all’ingresso ci sarà la signora Orietta (seconda icona del luogo dopo la Madonna Nera) e selvaggina e polenta la faranno bene da padrone. Oppure, proprio all’interno del Santuario, si mangiano gustosi tagliolini al ragù di capriolo Ai Tre Arc. Ambiente decisamente più informale, ma ugualmente consigliato al ristorante Valfré: con 15 euro senza pretese si mangiano ottimi affettati di selvaggina e un buon risotto.

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