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Sorbetto alla fragola facilissimo | La Cucina Italiana

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Sorbetto alla fragola facilissimo

Con le fragole dolci e succose che popolano i banchi del mercato in questi giorni potete fare davvero di tutto in cucina, ma nulla è più facile di un sorbetto. Sembra una preparazione complicatissima, in realtà il sorbetto altro non è che un gelato di sola frutta e zucchero da fare anche senza attrezzature particolari. Non avete la gelatiera? Non importa, basta avere un po’ di pazienza e il risultato sarò comunque delizioso.

Come fare il sorbetto alla fragola

Ingredienti

500 g di fragole 
160 ml di acqua 
70 g di zucchero 
1 limone

Procedimento

La prima cosa da fare è preparare uno sciroppo di zucchero sciogliendo in un pentolino a fuoco basso lo zucchero nell’acqua. Lasciatelo poi raffreddare e frullate tutto con le fragole ben lavate e asciugate e il succo di mezzo limone. Mettete il composto all’interno di un contenitore per surgelati e riponetelo in freezer. Mescolate ogni 30 minuti per circa tre ore e otterrete un sorbetto cremosissimo.

Versione facilissima con un solo ingrediente

Dato che siamo sempre pronti a semplificarvi la vita in cucina, ci sembra doveroso proporvi anche la soluzione con un solo ingrediente, ovviamente le fragole. Lavatele, tamponatele e tagliatele a pezzi non troppo piccoli, basta anche a metà. Mettetele in un sacchetto e riponetele in freezer. Dopo tre ore frullatele. Sorbetto pronto!

Variante multifrutta

Se alla ricetta più veloce aggiungete anche delle banane frullate e otterrete un sorbetto molto più denso e cremoso, simile ad un gelato. In alternativa potete anche arricchirlo con altri frutti rossi come lamponi e fragoline oppure con frutti di bosco come more e mirtilli, sempre surgelati. Se non amate le fragole, potete fare il sorbetto allo stesso modo con kiwi, mango, papaia, pesche, albicocche, prugne o quello che volete.

Come servire il sorbetto alla fragola

Semplicemente a merenda o dopo i pasti, in una coppetta con della panna montata e qualche cialda. È un dessert fresco e leggero, che come avete visto si può fare anche senza zucchero, ed è una proposta ideale per gli intolleranti alle uova e al lattosio e anche per i vegani. Un dolce non dolce perfetto anche per chi è attento alla linea!

Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Oggi consumare carne necessita consapevolezza e molta attenzione. In Italia ci sono ancora tanti produttori che tutelano l’alta qualità preservando la sostenibilità. Tra questi, alcuni piccoli produttori portano avanti la loro storia e una filosofia produttiva (e di vita) che oggi va preservata. Un esempio è Gaia di Stefano dell’Azienda Agricola delle Vacche Erranti, che, insieme al marito Alex portano avanti una realtà a conduzione familiare, in provincia di Novara. Inizio a parlarle e noto che l’accento non è locale. Originaria della provincia di Viterbo, infatti, Gaia arriva nella zona Verbania come ingegnere per insegnare elettrotecnica alle superiori per poi innamorarsi di un nuovo mondo: quello degli animali.

Chi siete?

“Io, il mio compagno e le nostre tre bambine siamo l’Azienda Agricola familare Vacche Erranti. Partiamo da storie personali differenti, io sono un ingegnere, mentre Alex sin da quando è ragazzino è sempre stato innamorato degli animali. Di famiglia nessuno di noi è agricoltore. Quando abbiamo iniziato avevamo solo un gregge di pecore e qualche bovino. Nel tempo la situazione si è ribaltata: oggi abbiamo due pecore e una centinaia di bovini”.

La particolarità della vostra realtà?

“Abbiamo una gestione particolare dell’allevamento: non c’è una stalla e non abbiamo una base fissa. Quello che facciamo si chiama pascolo vagante: ciò significa che siamo transumanti. In questo modo gli animali si nutrono solamente di erba, senza alcuna integrazione di mangimi o foraggi insilati. In alcuni luoghi in Italia esiste ancora una transumanza orizzontale (ad esempio: in inverno dall’interno dell’Abruzzo si portano gli animali verso la costa per poi invertire il cammino in primavera). Nel Nord dell’Italia, invece, esiste una forma di transumanza chiamata verticale: di inverno sei in pianura, e invece d’estate si sale negli alpeggi. Per quanto riguarda noi durante il periodo autunnale le vacche si muovono dalle rive del fiume Toce in val d’Ossola fino quasi a sfiorare il fiume Po, per tornare poi indietro in primavera.
Questo metodo garantisce una vita sana e felice agli animali, e condizioni di vita più naturali possibili. La nostra è quindi una transumanza quotidiana: partiamo dall’alpeggio ad ottobre, scendiamo con la mandria di animali (più di 200 vacche) e giorno per giorno ci spostiamo. Alcuni giorni ci muoviamo poco (2km) altri 20/30 km per raggiungere pascoli più lontani. Per far capire quanto i nostri animali mangiano sano e naturale basti vedere che quando nevica qualche volta gli portiamo del fieno ma loro ci dormono sopra invece di mangiarlo”.

Cosa significa per te consumare carne sostenibile?

Consumarne meno, purtroppo negli ultimi anni si è riscontrato un eccessivo consumo di carne. Neanche noi, che siamo produttori, la mangiamo tutti i giorni, bisogna essere consapevoli di quale e quanta mangiarne”.

Come funziona la vostra vendita?

“Noi vendiamo quasi solo a clienti privati e a pochi ristoranti, facendo loro un pacchetto con un assortimento misto di tagli. Educhiamo quindi il consumatore a mangiarne tutti i tagli. Prima di tutto per una ragione pratica in quanto non macelliamo. Quindi ogni volta che sezioniamo un animale, va sezionato e venduto tutto, non possiamo permetterci di vendere solo alcuni tagli. Il secondo motivo è etico. Noi viviamo e siamo parte della nostra mandria, per cui l’animale che sacrifichiamo ha una una dignità nel complesso: dalle frattaglie al filetto è tutto parte di uno stesso animale che per noi noi ha lo stesso valore. Il nostro compito è anche quello di educare il cliente a non consumare solo la bistecca, ma anche il bollito, lo spezzatino, insomma tutte le parti che compongono l’animale”.

Spinaci surgelati: come utilizzarli | La Cucina Italiana

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Per cuocere gli spinaci surgelati al vapore, invece, basta metterli appena usciti dal freezer nella vaporiera o nella pentola a pressione, aggiungere due bicchieri di acqua e farli cuocere per 3/4 minuti. La cottura al vapore preserva la naturale tenerezza degli spinaci ed evita la dispersione delle sostanze nutritive.

Chi vuole prepararli in padella può fare un soffritto con olio e aglio (o cipolla) e poi aggiungere gli spinaci, ancora surgelati, facendoli cuocere per circa dieci minuti o almeno fino a quando non si siano ammorbiditi.

Un altro metodo veloce e che preserva le vitamine e i sali minerali che contengono gli spinaci surgelati e quelli freschi è la cottura al microonde. Basteranno 7 minuti a una potenza di 1000 W per una preparazione che lasci gli ortaggi morbidi e saporiti.

Le ricette con gli spinaci surgelati

Gli spinaci sono, come detto, tra gli ortaggi più versatili che si possono utilizzare in cucina. Ecco qualche esempio: dai primi piatti alle torte salate, passando per creme, focacce, minestre, un rotolo da aperitivo, vellutate, secondi piatti di carne e di pesce, con le uova e persino per un centrifugato detox per tenersi in forma.

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