Tag: Oldani

Costoletta e milanese al cubo: Davide Oldani gioca ancora con la storia. La ricetta

Costoletta e milanese al cubo: Davide Oldani gioca ancora con la storia. La ricetta

Il suo maestro Marchesi la scompose a cubetti una ventina di anni fa, lo chef del D’O ha deciso di andare oltre: ecco la sua visione, di grande tecnica e classe. Naturalmente buonissima

«Non sono mai stato un cuoco che si agita, ma quando arrivava la comanda per una costoletta andavo in panico. E quando meno me l’aspettavo, spuntava lui dietro a controllare… Per il signor Marchesi era un grandissimo piatto: selezionava personalmente il carrè di vitello prima che spennellassi sulla carne grasso di rognone, sciolto in acqua, per una perfetta frollatura. Era un rito, emozionante se ci penso. E pretendeva venisse servita perfetta».
Davide Oldani fa capire quanto la preparazione della milanese rappresentasse (e rappresenti) tuttora un impegno serissimo e un punto di orgoglio per un cuoco, tanto più del territorio come lui. Nel suo caso c’è un motivo in più: da grandissimo allievo del Maestro non si dimentica che per lui era una magnifica ossessione. «È l’unico piatto che ho imparato da mio padre: amo moltissimo la costoletta, ma avrei voluto inventarla io»diceva ai suoi ragazzi.

Milano nel piatto

Non l’ha inventata, ma sicuramente l’ha re-inventata con la Costoletta 2000, creata nel 1991. Un gioiello marchesiano: tecnicamente lucido – la cottura su ogni lato del cubo, alto quanto l’osso, evita il distacco della crosta e sfrutta l’intero pezzo di carne – ed esteticamente gradevole. E nessuno prima di lui aveva pensato a questo piatto godibile senza coltello. Oldani, nel 2018, ha ripreso il concetto dei cubi nella Milano nel piatto. L’unione di tre classici della tradizione ambrosiana: risotto giallo, ossobuco e costoletta. Che per la cronaca è anche l’ordine delle preferenze personali del cuoco di Cornaredo. Il terzo elemento della preparazione era rappresentato dal filetto di vitello che veniva tagliato a cubi, cotto a bassa temperatura per 22-24 minuti a 75°, quindi arrostito. «Però lui impanava i cubi, io no», ricorda. «Il pangrattato entra solo alla fine, è saltato a parte, poi aggiunto sopra a ogni singolo pezzo per dare la nota croccante che s’accompagna alla grande morbidezza del filetto, ottenuta dalla cottura sottovuoto »

Intuizione geniale

Il lockdown ha portato al pensiero definitivo della versione attuale, che peraltro era nella mente oldaniana da un paio di anni. Si chiama Costoletta e milanese a cubi, fa parte del degustazione Essenza e lascia sorpresi: i cubi di vitello sono affiancati da un numero identico di dadi vuoti con la panatura mentre l’osso è diventato una mousse stampata a costoletta. La salsa versata al tavolo disegna il profilo di una costoletta intera e circonda i vari elementi. Prima di regalarvi la ricetta per quattro persone (originale e buonissima), ci piace richiamare il commento di Fiammetta Fadda sul piatto, in uno dei servizi del numero di agosto di La Cucina Italiana, diretto eccezionalmente proprio da Davide Oldani. «Il bravo cuoco è uno che sa fare (anche) i conti. Il cuoco bravissimo sa trasformare le considerazioni economiche in intuizioni geniali. Il punto era: la costola ricavata dal carrè pesa mezzo chilo, troppo per una persona. Ma divisa in due, la parte senza osso non si può considerare costoletta. Marchesi aveva risolto l’impasse facendola a cubi panati e fritti. Oldani ci ha pensato su ed è andato oltre». Dall’alto, sicuramente, Gualtiero avrà prima scosso la testa, sorridendo, e poi commentato «Bravo, ragazzo».

Costoletta e milanese a cubi

Per il filetto

Unire 300 grammi di filetto di vitello  a 100 grammi di burro chiarificato e aromatizzato al limone, rosmarino e sale. Cuocere per 50 minuti, sottovuoto a 52 gradi. Tagliarlo in cubi il più possibile regolari e arrostire.

Per l’impanatura

Impastare 200 grammi di farina con due uova intere, stendere sottile la pasta e arrotolarla su uno stampo a forma di parallepipedo. Fare essiccare e tagliarla in pezzi da 1,5 cm circa di altezza. Impanare con farina, uova, pan grattato e friggere in burro chiarificato.

Per l’osso

Unire 200 grammi di lombo di vitello a 100 grammi di midollo e sale. Cuocere a 65 gradi. Fare raffreddare, frullare, setacciare e stendere nello stampo a forma di osso.

Impiattamento

Porre i cubi e le impanature, nello stesso numero, all’interno del piatto con la costoletta sul bordo. Terminare versando del fondo di vitello profumato al limone e rosmarino. Guarnire con qualche foglio di germogli.

Masters of Pasta: Oldani e Federer campioni ai fuochi per un party d’eccezione

Masters of Pasta: Oldani e Federer campioni ai fuochi per un party d’eccezione

In cucina l’uno e sul campo da tennis l’altro sono campioni indiscussi, ma è quando “giocano in doppio” che sono davvero imbattibili. Quando si dice “squadra che vince…”

Nel tennis si chiama Ace, è il punto effettuato con il servizio che tocca terra nell’apposita area senza toccare né la rete né essere toccato dalla racchetta o dal corpo dell’avversario. Un colpo perfetto, insomma. Come quello che Davide Oldani e Roger Federer, ancora insieme nel nuovo spot global Barilla dal 23 febbraio in tv, segnano preparando a quattro mani per gli invitati a un party esclusivo una delle ricette che meglio esprime la cultura culinaria italiana, gli spaghetti alla puttanesca, con un tocco originale in più però. Perché loro sono due campioni, o meglio Masters of Pasta, e ai campioni non puoi tarpare l’estro e la fantasia, doti grazie alle quali riescono a conquistare il loro pubblico con colpi ad effetto (in gergo tennistico lift, ndr).

Il loro ingrediente dei sogni si conferma essere la pasta, ancor meglio, gli spaghetti. Ma che siano “croccanti”, al dente o “a corda di violino”, come si dice a Napoli.

Per stupire i commensali e rendere indimenticabile la festa, scelgono di realizzare – in perfetta armonia e sguardi d’intesa – un piatto di spaghetti alla puttanesca con l’aggiunta di saporite olive liguri taggiasche e un tocco di rafano, che conferisce al piatto quel sapore piccante e fresco al contempo. Una fantasiosa rivisitazione che trasforma la tradizione in novità!

In cucina Federer e Oldani in doppio stravincono.
Noi vi premiamo con la loro ricetta e vi diamo appuntamento al prossimo match. 

Sfoglia la gallery

Spaghetti alla puttanesca con rafano

Impegno: Facile
Tempo di preparazione: 25 minuti

Ingredienti per 4 persone

320 g spaghetti
200 g passata di pomodori datterini (fresca, in stagione)
5 g capperi fritti
5 g olive taggiasche snocciolate sott’olio
1 peperoncino rosso
rafano fresco
olio extravergine di oliva
olio di semi – sale

Procedimento

Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua bollente salata.
Versate intanto in una padella 10 g di olio e scaldatelo con il peperoncino tagliato a metà; unite la passata di datterini e fate cuocere per 10 minuti.
Regolate di sale.
Scolate la pasta bene al dente, lasciando nell’acqua 4 spaghetti.
Conditela con la salsa di pomodoro.
Scolate i 4 spaghetti più cotti, tamponateli e friggeteli in un pentolino con olio di semi a 170 °C per 1-2 minuti.
Distribuite gli spaghetti conditi nei piatti, completate con le olive, i capperi fritti e il rafano grattugiato al momento; decorate con gli spaghetti fritti.

Proudly powered by WordPress