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Ricetta Spaghetti aglio orsino e polpa di ricci

Ricetta Spaghetti aglio orsino e polpa di ricci

Gli spaghetti aglio orsino e polpa di ricci sono una deliziosa reinterpretazione dei classici spaghetti aglio, olio e peperoncino, che vede l’aggiunta di due ingredienti squisiti, i ricci di mare a l’aglio orsino.

L’aglio orsino, nome scientifico Allium ursinum, è un aglio selvatico tipico dei boschi di latifoglie, dal sapore particolarmente delicato. I ricci di mare prediligono le profondità del mare. In Italia sono diffusi in particolare in Sardegna e Puglia e si possono pescare rispettando i periodi e le quantità stabiliti. Dei ricci di mare si mangia la polpa, di colore arancione e gustosissima. 

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Gli gnocchi ricci, l’antichissima ricetta di Amatrice

Gli gnocchi ricci, l’antichissima ricetta di Amatrice

Sembra che sia ancora più antica dell’amatriciana: la ricetta degli gnocchi ricci nasconde un segreto, che è nella manualità e nella costanza di chi li prepara. Come quella superba di Maria, del ristorante Roma

Fra le tante ricette della zona di Amatrice, ce n’è una che merita di essere scoperta. Per una volta non stiamo parlando dell’amatriciana, cavallo di battaglia della piccola cittadina, dei suoi abitanti e di tutta la zona circostante. Ma degli gnocchi ricci, una pasta fatta a mano e realizzata come da tradizione con una superba manualità. Secondo alcune fonti si tratta di una preparazione ben più antica dell’amatriciana stessa, consumata dalle famiglie nobili del luogo e tramandata fino a oggi. Di certo un piatto più sconosciuto, una chicca della cucina amatriciana e laziale.

Cosa sono gli gnocchi ricci

Prima di tutto gli gnocchi ricci non sono gnocchi, nel senso che nell’impasto sono presenti tre ingredienti, farina, acqua e uova, ma non patate. Quelle che si formano inizialmente dall’impasto però, prima di lavorarle manualmente, sono piccole porzioni, poco più grandi di un’unghia, che hanno la forma degli gnocchi. Da qui la lavorazione si fa complessa: gli gnocchi vanno trascinati con le dita, rivoltati e poi lasciati seccare. Nel girarli acquistano la riconoscibile forma “a riccio”.

La ricetta degli gnocchi ricci

A raccontare la ricetta del piatto c’è Maria, cuoca storica e tenace del ristorante Roma, che ha tramandato le ricette della famiglia Bucci fino a oggi, di generazione in generazione. Il ristorante infatti ha aperto nel 1896, proprio ad Amatrice, ed è il più antico della cittadina. Negli anni è cresciuto diventando anche albergo e luogo per ricevimenti, con più di 500 coperti. Al momento del sisma del 24 agosto 2016, era in costruzione anche una piscina. Dal 2017 viene creata un’area food molto vicina ad Amatrice, che potrà accogliere i ristoratori e le ristoratrici che hanno perso le proprie attività. Tra queste, fortunatamente, c’è anche il ristorante Roma, con Maria e i suoi figli, Simona e Alessio, e con le sue copiose fiamminghe di amatriciana, gricia, ravioli e risotto papale, una ricetta creata in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II, con prosciutto, besciamella e mozzarella; e poi ci sono i dolci della tradizione preparati da Alessio, tra cui i piccoli gelatini, il tartufo, la torta mimosa, la millefoglie, la zuppa inglese e lo strepitoso zabaione.

Gnocchi ricci
Gnocchi ricci.

E poi loro, gli gnocchi ricci, che in questo nuovo spazio, decisamente più piccolo del precedente, ma ancora accogliente e vivo come sempre, non smettono di avere un ruolo di primo piano. Maria racconta di una preparazione meticolosa, integralmente fatta a mano, che richiede una certa manualità e velocità. Proprio per questo, se ne fanno pochi per volta, in modo da accontentare tutti i clienti. La ricetta classica vorrebbe come condimento il sugo di castrato, ma è possibile anche scegliere altre varianti: l’amatriciana, l’amatriciana bianca (come qui chiamano la gricia), il sugo semplice oppure un condimento in bianco con burro e salvia. In ogni variazione è presente una ricchissima dose di formaggio a completare la pasta, molto sorprendente per la consistenza corposa e allo stesso tempo viscosa della pasta, perfetta per accogliere il condimento.

E l’impasto? Si parte da due impasti differenti. Mezzo chilo di farina in tutto, divisa in due parti. In una si aggiungono cinque uova, nell’altra, la stessa quantità di liquidi in acqua bollente. Dopo averli lavorati, i due impasti saranno riuniti e si potrà cominciare la parte della modellazione degli gnocchi, indubbiamente quella più complessa. Tra tutti i ristoranti amatriciani, il ristorante Roma è sicuramente il migliore dove gustare questo piatto o, in occasioni speciali, richiederli su ordinazione. Sia per la presenza della ricetta originale, sia per la passione e la perseveranza con cui vengono proposti.

Ricetta Trofie ai ricci di mare e tartufo nero toscano

Ricetta Trofie ai ricci di mare e tartufo nero toscano
  • 200 g farina 00
  • 50 g semola rimacinata di grano duro
  • 12 ricci di mare
  • aglio
  • composta di peperoncino
  • tartufo nero estivo
  • olio extravergine di oliva
  • burro
  • pepe
  • sale

Per la ricetta delle trofie ai ricci di mare e tartufo nero toscano, impastate la farina e la semola con 110 g di acqua, un cucchiaino di olio e un pizzico di sale. Formate un panetto, copritelo con una ciotola e fatelo riposare per un’ora. Spolverizzate di farina il piano di lavoro, formate dei filoncini di 2 cm di diametro e tagliateli in tocchetti di un cm.
Affusolateli muovendo la palma della mano avanti e indietro. Riposizionateli sotto la palma della mano e tirateli verso di voi in senso diagonale formando le trofie (in alternativa, utilizzate quelle già pronte).
Aprite i ricci, ricavate le uova e filtrate il liquido contenuto nel guscio. Rosolate uno spicchio di aglio con la buccia in una padella grande appena velata di olio; dopo 1-2 minuti unite il liquido dei ricci filtrato e addensatelo sulla fiamma media fino a ottenere una salsa. Lessate le trofie in abbondante acqua bollente salata, scolatele nella padella con la salsa, unite una bella noce di burro, le uova dei ricci, una macinata di pepe e saltate tutto per pochi secondi.
Disegnate sui piatti una striscia di composta di peperoncino, accomodatevi le trofie e completate con una generosa grattugiata di tartufo. Servite subito.

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