Tag: ricette cucina moderna

Ricetta Semifreddo alla cannella con salsa al mango piccante

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Torta di mele Renetta con amaretti e biscotti

Torta di mele Renetta con amaretti e biscotti

Ogni famiglia ha la propria ricetta. Trascritta su fogli sbiaditi, su vecchi libri di cucina o addirittura tramandata solo a voce.

È quella della regina dei dolci di casa, la torta di mele. Non ne esiste una uguale all’altra e ciascuna porta con sé una storia. Che a che fare con ingredienti e dosi, ma soprattutto con affetti e ricordi che hanno proprio quel profumo, il profumo della torta di mele appena sfornata.

Alta e soffice, ricoperta di zucchero a velo, oppure più bassa, quasi biscottata. Le ricette della torta di mele sono tante quante sono le case! E la prima differenza la fa proprio la qualità di mela scelta.

Il nostro consiglio? La mela Renetta Melinda, che sprigiona una dolcezza inconfondibile sia da cruda che da cotta, senza perdere quel tocco di acidità che la rende perfettamente equilibrata. Non solo: la mela Renetta è un vero e proprio concentrato di polifenoli, fondamentali per il benessere grazie alla loro funzione antiossidante.

Ecco perché consigliamo la mela Renetta per la torta di mele, con una variante golosissima: un impasto croccante fatto di amaretti e biscotti secchi. Per cominciare una nuova tradizione da tramandare.

Ingredienti

4 mele renette
125 g di biscotti secchio tipo Oro Saiwa
50/60 g di burro a temperatura ambiente
125 g di amaretti di Saranno
5 cucchiai di zucchero

Procedimento

Accendete il forno a 180 gradi. Prendete una teglia del diametro di 24 cm e foderatela con carta forno. Lavate le mele, togliete il torsolo e sbucciatele, poi tagliatele a fette di circa 1 centimetro di altezza.

Tritare i biscotti insieme agli amaretti e mettere il composto in una ciotola insieme allo zucchero, mescolando il tutto con cura.

Iniziate a comporre la torta coprendo la base della tortiera con le fette di mele, disposte una accanto all’altra.

Riempite i buchi al centro delle mele e gli spazi tra le fette di mele con il trito di biscotti e amaretti e cospargete la superficie con fiocchetti di burro.

Fate un altro strato di mele e proseguite con lo stesso procedimento di prima andando avanti con gli strati fino a esaurimento degli ingredienti (dovrebbero venirne tre). L’ultimo strato deve essere quello di biscotti/amaretti/zucchero, completato con fiocchetti di burro.

Cuocete in forno caldo per circa 1 ora e servite.

un solo nome, biscotti diversi

un solo nome, biscotti diversi

Molte regioni rivendicano la paternità di questo dolce. La versione più diffusa prevede l’utilizzo del mosto cotto per addolcirne il sapore e una forma a rombo. Ma non è ovunque così

Pochi prodotti tipici della tradizione culinaria italiana hanno avuto una diffusione così trasversale come quella dei Mostaccioli. Puglia, Sardegna, Calabria, Sicilia, Lazio, Campania, Abruzzo e Lombardia, sono davvero tante le regioni che ne rivendicano la primogenitura. Effettivamente, in ognuno di questi luoghi si possono rintracciare radici antichissime del prodotto che, a seconda della latitudine, ha avuto un’evoluzione completamente diversa rispetto alle altre versioni regionali.
La ricetta più conosciuta prende spunto dalla tradizione partenopea e prevede un dolce a forma di rombo, croccante e dal sapore intenso di mandorle. Per la preparazione di questo tipo di Mostacciolo è fondamentale il mosto cotto che contribuisce ad addolcirne l’impasto. Per questa ragione, fino a qualche decennio fa, questi biscotti venivano preparati nel mese di novembre, quando la vendemmia era finita e le prime uve cominciavano a fermentare. Di colore scuro, molto dolce e dal sapore deciso, i Mostaccioli sono tradizionalmente ricoperti da una glassa al cioccolato, ma, in molte regioni, vengono proposte varianti all’arancia, al cioccolato bianco e alla nocciola.

mostaccioli

Nome e origini

Secondo numerose tradizioni il nome deriverebbe dall’ingrediente principale: il mosto, dal latino “mustum”. Le prime testimonianze degli antenati dei Mostaccioli si hanno in epoca romana. Questi dolci, infatti, venivano offerti agli ospiti al momento della partenza. I “mustacei” fanno la loro apparizione nel “De Agricoltura” di Catone, che ne descrive accuratamente la preparazione: “intridi un moggio di farina con il mosto, aggiungici anice, cumino, due libbre di grasso, una libbra di cacio e della corteccia di alloro, quando avrai impastato e dato la giusta forma, cuoci sopra foglie di lauro”. Oggi, le versione che più si avvicina alla ricetta descritta da Catone è probabilmente quella abruzzese, nella quale gli ingredienti principali sono rimasti la farina il miele e il mosto ben cotto. La ricetta della Roma antica, però, non è l’unica ad esser stata tramandata. Secondo molti, infatti, i Mustazzoli (nome con il quale sono conosciuti soprattutto in Puglia) avrebbero origini arabe.

Mostaccioli napoletani

La versione partenopea dei Mostaccioli, conosciuti anche come come Mustaccioli o Mustacciuli, è rigorosamente preparata con il mosto e glassata con la cioccolata. Con la tradizionale forma a rombo, i Mostaccioli sono amati particolarmente dai più piccoli perché nella loro ricetta uniscono il miele al cioccolato. Insieme al Roccocò, ai Raffiuoli, ai Susamielli, e gli Struffoli, questi biscotti sono da considerarsi i dolci caratteristici del Natale napoletano.

Mustazzoli salentini

Nella tradizione pugliese e in particolare in quella salentina, i Mustazzoli sono preparati con il cotto di fichi e non con il mosto d’uva. Questa differenza è marcata anche dal nome che, secondo questa versione del dolce, non deriverebbe da “mustum”, mosto, ma da “mustace“, cioè alloro, che veniva utilizzato in antichità per aromatizzare i biscotti durante la cottura. I principali ingredienti dei Mustazzoli sono: la farina, lo zucchero,le mandorle, il limone, la cannella e il miele.

Mostaccioli Calabresi

Questa tipo di Mostaccioli sono a base di farina, miele e mosto caldo ma, rispetto alle altre versioni, hanno un tratto caratteristico: assumono le forme più disparate. Umani, animali, fiori sono molte le sembianze con cui i biscotti calabresi si presentano. Secondo la leggenda la diffusione dei Mostaccioli calabresi si deve ad un monaco. La storia racconta che l’uomo apparso all’improvviso e sparito nel nulla, li avrebbe portati in dono alla popolazione di Soriano Calabro, in provincia di Vibo Valentia, in un periodo di carestia. Storicamente, un po’ in tutta la Calabria, è usanza dei maestri mostacciolari dare ai biscotti principalmente la forma del patrono del paese.

 

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