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Calamarata di Giuda, la ricetta calabrese da fare subito

La Cucina Italiana

Per chi ama il sapore piccante, in cima alla lista dei piatti da provare c’è la pasta al tonno secondo i calabresi. Si chiama «Calamarata di Giuda» e già il nome non promette bene (o promette benissimo, dipende dai punti di vista). È fatta con il tipico formato di pasta a forma di calamaro (una sorta di mezzo pacchero) e condita con un sughetto che racchiude alcuni tra gli ingredienti più celebri della cucina regionale. Un sughetto che, un po’ come Giuda, tradisce: a prima vista non ci si rende conto di quanto possa essere piccante. 

Come si prepara la calamarata di Giuda, ovvero pasta al tonno alla calabrese 

Eppure lo è, anzitutto perché per preparare la Calamarata di Giuda serve la ndujia, insaccato fatto con diversi tagli di maiale tritati e poi mescolati con il peperoncino calabrese. C’è chi la spalma, e poi ci sono altri tenaci, che usano la ‘nduja anche per condire piatti di ogni tipo, incluso questo, in cui l’insaccato viene mescolato con il pomodoro e la Cipolla Rossa di Tropea IGP che con la sua dolcezza dona delicatezza. Il grande protagonista della calamarata di Giuda però è appunto il tonno, sia fresco che sott’olio, specialità della cucina locale perché la Calabria ha una lunga e rinomata tradizione di produttori. Ecco perché secondo noi la calamarata di Giuda non è altro che un modo diverso, speciale gustoso per preparare la pasta al tonno, di cui ognuno ha la sua versione (quella romana, per esempio, è un’istituzione).

Si fa spesso nelle località di mare come Tropea. È qui, sulla Costa degli Dei, che pare sia nata questa ricetta. Lo stesso mix di ingredienti, del resto, in zona si usa i anche per condire la pizza

La ricetta

Authentic Italian Calamarata pasta with squid and tomato close-up in a plate on the table. horizontalALLEKO

Intanto non resta che provare, a seconda del grado si sopportazione con più o meno ndujia, anche perché la calamarata di Giuda è buonissima ed è un piatto unico perfetti per la cena, come quelle che d’estate adoriamo preparare anche all’ultimo minuto quando gli amici bussano alla porta. 

Calamata di Giuda

Ingredienti per 4 persone

  • 320 g di calamarata
  • 300 g di tonno fresco o sott’olio (e sgocciolato)
  • 2 cucchiaini di ‘ndujia (o di più, se piace)
  • una cipolla rossa di Tropa
  • un barattolo di pomodori pelati
  • olio e sale qb

Procedimento

  1. -Tritate la cipolla, versatela in una padella con dell’olio evo. Accendete il fuoco e fate imbiondire.
  2. Quando la cipolla comincia a dorarsi, aggiungete i pomodori pelati e salate. Fate cuocere qualche minuto.
  3. Aggiungete quindi il tonno a pezzetti (quando è fresco) o sgocciolato (quando è sott’olio) e fate cuocere altri cinque minuti. Due minuti prima di spegnere aggiungete la ‘nduja.
  4. Cuocete la pasta, scolatela al dente, mantecatela in padella, servite.

Pagati per mangiare pizza: ecco quanto e dove. Lo fareste?

La Cucina Italiana

AAA cercasi candidati per il lavoro più bello del mondo, quello che vedrà gli assunti pagati per mangiare pizza. L’annuncio arriva dal Center for Dairy Research dell’Università del Wisconsin-Madison: vuole assumere un «descriptive sensory panelist», un esperto in analisi sensoriale descrittiva. Riassumendo, un assaggiatore, di pizza appunto, dove i formaggi di cui si occupa questo centro universitario specializzato in ricerca e sviluppo di prodotti caseari non possono mancare.

L’annuncio di lavoro

«Il Center for Dairy Research è alla ricerca di persone appassionate di tutti i tipi di alimenti, ma soprattutto di formaggio, pizza e altri prodotti caseari», recita l’annuncio, spiegando che la persona assunta farà parte di un gruppo di assaggiatori esperti che dovrà valutare in particolare aspetto, consistenza, gusto e aroma dei vari alimenti per scopi di ricerca e sviluppo. 

In cosa consiste il lavoro

Ora, a parte l’aspetto ludico-gastronomico della faccenda, che resta estremamente interessante,  il lavoro è di grande responsabilità: far parte di un panel di assaggiatori è appagante, ma dall’altro lato richiede grosso impegno. Perché essere pagati per mangiare pizza è un lavoro serio. Non si può sbagliare, anche perché panel come questi si occupano del lancio di prodotti sul mercato per cui sono in ballo molti soldi, e bisogna dedicarci impegno. Nel caso specifico, bisogna assaggiare 24 campioni di formaggio e ben 12 pizze a settimana, senza contare possibili altri prodotti che potrebbero essere inclusi dagli scienziati del centro di ricerca. E no, non si sta semplicemente a tavola: bisogna partecipare a riunioni di confronto, compilare database con le valutazioni, revisionare le valutazioni. 

Qual è lo stipendio previsto

Il tutto in sessioni della durata fissa di 3 ore, e per 3 volte al massimo in una settimana. Insomma, un part time. Il compenso è 15 dollari l’ora (circa 13,60 euro), ovvero 135 dollari a settimana facendo le nove ore, che non è male come paga essendo un lavoretto. Del resto è destinato a studenti, si tiene nel campus universitario di Madison.

Un’occasione che non è passata inosservata: l’annuncio di lavoro è stato rimosso nel tempo in cui abbiamo scritto questo articolo. Evidentemente c’è qualcuno che sta già mangiando pizze con cheddar o «mozzarella cheese», magari anche con ananas e peperoni.

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