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Anna in Casa: ricette e non solo: Risotto fiori di zucchine e stracciatella

Anna in Casa: ricette e non solo: Risotto fiori di zucchine e stracciatella

Strega comanda color…

Scusate, sarò impopolare ma le scene viste domenica, prima ancora di entrare in zona gialla, mi hanno fatto pensare che dovremmo stare tutti un po’ più attenti. Io capisco che sia una situazione difficile, lo è per tutti ma forse se ci aiutiamo a vicenda possiamo allungare il passo e lasciare indietro questo virus che per ora ha dimostrato di essere più veloce di noi. C’è tantissima gente, la maggior parte credo, che rispetta le regole ma purtroppo c’è ancora chi non lo fa, come le persone che vediamo nei servizi dei telegiornali o sui social. 

So che è difficile ma conserviamo il colore che abbiamo conquistato aiutandoci a vicenda, solo così possiamo fare qualcosa per chi sta male, per chi assiste, per chi deve o vorrebbe lavorare e per la parte della memoria di tutti noi, i nostri anziani.

Intanto in tavola semplicemente un  risotto.

Ingredienti

280 g di riso

700 ml di brodo vegetale caldo

8 zucchine con i fiori

1/2 bicchiere di vino bianco

1/2 scalogno tritato

3 cucchiai di formaggio grattugiato

2 cucchiai circa di stracciatella

prezzemolo tritato

3 cucchiai di olio d’oliva 

Preparazione

Lavare e privare delle parti di scarto le zucchine. Tagliarle a rondelle sottili.

Delicatamente pulire i fiori di zucca e privarli del pistillo centrale.

In una pentola preparare il brodo e una volta pronto tuffarci le zucchine.

In una padella a bordi alti versare l’olio caldo aggiungere lo scalogno lasciandolo rosolare leggermente.
Aggiungere il riso facendolo tostare, sfumare con il vino e una volta completamente evaporato aggiungere le rondelle di zucchine tolte dal brodo.
A questo punto iniziare a versare un mestolo alla volta il brodo e cuocere mescolando ti tanto in tanto e aggiungendo brodo in modo da tenerlo umido ma non con troppo liquido.
A circa 3-4 minuti dalla fine cottura unire i fiori di zucchine a pezzi e portare a fine cottura.
A fine cottura aggiungere il burro e il formaggio grattugiato, mescolare, spegnere la fiamma e lasciare riposare il riso 2-3 minuti.
Cospargere con il prezzemolo tritato, mescolare, impiattare e servire con un cucchiaino di stracciatella.

Sbrisolona

Sbrisolona

sbrisolona

Tritate le mandorle grossolanamente e mescolatele in una ciotola con tutti gli altri ingredienti, la scorza grattugiata di mezzo limone e i semi di mezzo baccello di vaniglia; mescolate tutto con un cucchiaio. Distribuite limpasto sbriciolandolo in una tortiera (diametro 22cm) foderata con carta da forno, stendetelo in uno strato di 1,5cm e infornate a 160C per 25′.

piccola guida per bere gluten free

piccola guida per bere gluten free

Grappa, whisky, gin e vodka sono gluten free? E i liquori? Quali cocktail sono sicuri e quali no? Come può un celiaco orientarsi nell’acquisto di spirits e distillati? Lo scopriamo con la guida degli esperti

Un bicchierino di grappa dopo cena, un amaro, un limoncello fresco d’estate, oppure un cocktail a base di gin. Gli alcolici (sempre responsabilmente e con misura) sono un piacere, anche per chi soffre di celiachia: ma come in molti settori del gusto, chi non può consumare glutine deve sempre tenere gli occhi bene aperti. «Tra gli alcolici dobbiamo fare un distinguo» spiega Laura Diodovich, Professionista Progetto AFC – AiC (Associazione Italiana Celiachia) Marche, che precisa: «occorre infatti distinguere tra i distillati che vanno sempre bene, e che non devono necessariamente riportare la scritta “senza glutine”, purché privi di aromi o altre sostanze, e i liquori. Questi ultimi sono considerati a rischio: ciò significa che sono idonei solo se hanno la scritta “senza glutine”». Da AiC dunque, si ha un semaforo verde per quanto riguarda grappa, gin, whiskey, tequila, vodka eccetera, anche quando provengono da materie prime contenenti glutine. Come è possibile? Lo abbiamo chiesto a chi di distillati si occupa per lavoro.

Alcolici senza glutine: distillati, sicuri al 100 per 100

Luca Sala Trade Marketing Manager di Meregalli Spirits, azienda leader in Italia nella distribuzione di vini e spirits nazionali e internazionali, spiega come il glutine contenuto nella materia prima di gin, whiskey, vodka, ottenuti a partire da cereali, non passa nel distillato perché: «la distillazione serve proprio a separare le parti pesanti da quelle leggere, lasciando tutti i residui come scarto di produzione. Inoltre ciò che viene chiamato “testa e coda” ovvero la parte iniziale e finale del distillato (dove potrebbe risultare traccia) viene buttata. Attenzione particolare va prestata al Gin perché alcune aromatizzazioni vengono fatte per macerazione, quindi potrebbero avere glutine». Del resto, la lista degli aromi che possono contenere glutine «è infinita, ma non sono solo gli aromi ad essere a rischio. Per avere la certezza di un prodotto gluten free bisognerebbe lavorare in un laboratorio asettico, ambiente che quasi nessuno ha in distilleria o in liquorificio».

Maggiori spiegazioni sul Gin arrivano dalla distilleria Mazzetti d’Altavilla: «Il Gin, se è ottenuto attraverso processo di distillazione, è da ritenersi senza glutine. In particolare il Gin Mazzetti, trattandosi di “London Dry”, è ottenuto proprio dalla distillazione di un macerato con alambicchi tradizionali, il che lo rende gluten free». Assolutamente sicura è la grappa, come dimostrano gli esperti di Mazzetti d’Altavilla: «In primis, trattandosi di un distillato che utilizza come materia prima la sola vinaccia dunque le buccette e i semini (detti vinaccioli) degli acini d’uva, il glutine non è contenuto nella materia prima. In secondo luogo, lo stesso processo di distillazione previsto in alambicchi a vapore diretto fa sì che il distillato finale, derivante dalla condensazione del vapore proveniente dagli alambicchi, non possa – seppur vi fosse presenza -acquisire alcuna traccia di glutine attraverso questo metodo di lavorazione».

Liquori senza contaminazioni

Più complicato è il discorso per quanto riguarda i liquori: la contaminazione, spiega Luca Sala di Meregalli, «avviene per presenza in materia prima o per contaminazione da agenti esterni. Vale lo stesso discorso di laboratorio asettico». Per essere certi dell’assenza di contaminazioni, occorre avere a disposizioni delle certificazioni. È quello che fanno in Mazzetti d’Altavilla: «i nostri liquori sono tutti consumabili anche da chi ha intolleranze al glutine. Non essendo distillati in purezza, in questo caso occorre la certificazione che la materia prima non contenga glutine e non preveda la possibilità di contaminazione con materie contenenti invece glutine. Per i miscelati buona cosa sarebbe indicare il simbolo di assenza di glutine sulla bottiglia o sul packaging proprio per assicurare la sua consumabilità da parte di chi presenta intolleranze. Ci stiamo attrezzando in tal senso!» Un marchio o una dicitura leggibile in etichetta renderebbe sicuramente più facile la vita a chi soffre di celiachia, almeno per quanto riguarda la scelta di cosa bere.

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