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La grigliata di carne perfetta: i consigli dei fratelli Damini

La grigliata di carne perfetta: i consigli dei fratelli Damini

Non siamo e non saremo mai a livello degli Stati Uniti dove il BBQ – sinonimo di cottura alla griglia, carne nella quasi totalità – è un elemento sociale, che raggiunge il massimo il 4 luglio, giorno dell’Indipendenza. Salvo che nelle grandi città, il Paese viene ricoperto di griglie all’aperto e si consumano tonnellate e tonnellate di ribs e steak. Rispetto all’Italia c’è diversità anche nella filosofia, al di là dei tagli di carne: il BBQ d’Oltreoceano prevede una lenta e prolungata affumicatura (dura anche una decina di ore) senza l’utilizzo del calore diretto mentre le nostre braci sono molto più piccole, alimentate a carbonella o a gas. La cottura richiede tempi brevi e quindi, più che di un vero BBQ, meglio parlare di grilling. Sempre più diffuso, secondo recente analisi, e che necessita di persone ad hoc che siano dilettanti o professionisti.

Proposte cult

Tra questi, un mito per gli appassionati è rappresentato dai fratelli Gian Pietro e Giorgio Damini, titolari di Damini Macelleria & Affini ad Arzignano, in provincia di Vicenza: sono riusciti a conquistare la stella Michelin, puntando solo sulla carne, non solo alla griglia. Alcune loro proposte sono veri cult per i carnivori come la D-Costata di Waygu o Rubia Gallega, con frollature anche superiori a 80 giorni, e grigliata in modo impeccabile. Ecco perché abbiamo chiesto a Gian Pietro – il macellaio – e Giorgio, il cuoco – qualche consiglio sul barbecue, loro passione. Tanto da aver realizzato sul tema un kit per quattro persone, che si può acquistare anche online

Cosa e dove mangiare a Napoli con 5 euro

Cosa e dove mangiare a Napoli con 5 euro

Mangiare a Napoli con 5 euro? Non è un sogno. Perché il capoluogo campano è la patria dello street food all’italiana. Vi basterà camminare tra le strade principali e secondarie della città, un quartiere dopo l’altro, per rendervi conto della grande quantità di posti che offrono ogni tipo di prelibatezza a delle cifre che dire popolari è poco.

La cucina di strada napoletana, poi, è una delizia per gli occhi e per il palato: la “pizza a portafoglio” o a libretto è la regina delle specialità da mangiare in un sol boccone (o poco più), ma ci sono tante prelibatezze da rosticceria e non solo da gustare: panini napoletani, frittatine di pasta, cuoppi di frittura. Per non parlare della pasticceria: dal babà alle sfogliatelle fino alla zeppola di San Giuseppe, il dolce simbolo del 19 marzo che ormai è diventato richiestissimo e si trova nelle pasticcerie tutto l’anno.

Una specialità antica: ’o pere e ’o musso

Come succede per tutti i piatti della tradizione, le origini di questo piatto si perdono nel tempo. Fatto – come dice il nome – con il piede (‘o pere) e il muso (‘o musso) rispettivamente del maiale e del vitello, ’o pere e ’o musso è un piatto della tradizione povera contadina nato dall’utilizzo di quelli che oggi considereremmo gli scarti degli animali: una volta il cibo era poco e non si buttava via niente. La preparazione è piuttosto semplice: piede e muso di maiale e vitello vengono depilati, bolliti, fatti raffreddare, tagliati a piccoli pezzi e conditi con sale e succo di limone. Se ne trovano anche varianti con la trippa (o solo la trippa stessa preparata alla stessa maniera) e di solito si acquista nelle botteghe, dai macellai o anche nei carretti ambulanti che si trovano in giro per la città.

Cosa mangiare a Napoli con 5 euro

Non solo pizza: le strade di Napoli sono un tripudio di sapori e preparazioni. Vi basterà entrare un una qualsiasi rosticceria per rimanere a bocca aperta davanti a tutte quelle preparazioni. Generalmente in ogni rosticceria si trovano: panini napoletani, montanare fritte, arancine, frittatine di maccheroni, rustici e poi tutte le preparazioni che vengono vendute a fette: danubio, tortano e pizza con le scarole, per esempio. Tutte queste prelibatezze non superano mai i 5 euro. E, anzi, di solito costano molto meno al pezzo! Il prezzo medio di ciascuna di queste preparazioni è di circa 2 euro al pezzo (alcune costano meno, altre di più).

E poi ci sono le pizze, classiche o a portafoglio, i fritti, la pasticceria tra babà, sfogliatelle, panna e fragoline… 

Dove mangiare a Napoli con 5 euro?

I banchi del cibo di strada sono i veri protagonisti di Napoli. Ovunque ci si giri, se ne trova uno. Ecco perché la lista dei posti in cui mangiare le prelibatezze potrebbe essere lunghissima. Noi abbiamo chiesto a tre “napoletani doc” qualche consiglio sui posti preferiti e li abbiamo raggruppati in questa gallery: ma sappiamo che tanti altri meriterebbero una capatina. Il problema è che non ci basterebbe un intero giornale per nominarli tutti! Quelli che trovate in questo elenco sono quelli più amati e frequentati dai nostri “insider” sul territorio, ma lo sappiamo: ogni napoletano ha nel cuore i posti preferiti, tra tradizioni, indirizzi storici e nuove aperture.

Ma ora, pronti a fare il vostro tour gastronomico a Napoli mangiando cose buonissime e a prezzi piccolissimi?

Pasta con le sarde alla siciliana, la versione palermitana

Pasta con le sarde alla siciliana, la versione palermitana

Pasta con le sarde alla siciliana: ogni angolo dell’isola ha i suoi segreti e la sue versioni di questo piatto, che rimandano a ricordi, emozioni e profumi d’altri tempi. Gli ingredienti proposti in tutte le sue varianti hanno una base tradizionale di bucatini o spaghetti grossi accompagnati da un sugo che nasce dal connubio di pochi e semplici ingredienti: freschissime sarde, finocchietto, uvetta e pinoli. 

Le varianti si traducono in aggiunta di ingredienti, con sfumature di gusto che rendono la pasta con le sarde, unica in ogni parte di Sicilia. A Palermo viene aggiunto lo zafferano, a Messina troviamo la versione base senza lo zafferano, mentre ad Agrigento abbiamo qualche cucchiaio in più di salsa di pomodoro.  Una cosa è certa, la buona riuscita di questo piatto dipende essenzialmente dalla freschezza degli ingredienti.

La tradizione insegna che va preparato da marzo a settembre, periodo di pesca delle sarde e della raccolta del finocchietto selvatico. E come ogni anno secondo la tradizione, non può assolutamente mancare in tavola per la festa di San Giuseppe, il 19 Marzo. 

Prepariamo insieme la versione palermitana della pasta con le sarde con il pangrattato tostato, in dialetto “muddica atturrata”. Un ingrediente che dona al piatto sapidità e croccantezza.

Mettiamoci all’opera perché in fondo ogni occasione è buona per cucinare questo grande incontro di sapori di mare e di terra, simbolo della bella Sicilia. 

Pasta con le sarde alla palermitana 

Ingredienti per 4/6 persone 

400 g di bucatini 
400 g di finocchietto 
400 g di sarde fresche 
100 g di pane grattugiato 
2 cucchiai di uvetta 
2 cucchiai di pinoli 
Un bicchiere d’acqua 
Una cipolla 
4 filetti di acciughe 
Mezza bustina di zafferano in polvere 
Uno spicchio d’aglio 
Olio extra vergine di oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.

Procedimento

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