Tag: ricette veloci e facili

Ricetta Crostata pasticciotto con crema e amarene

Ricetta Crostata pasticciotto con crema e amarene

PER LA CROSTATA

Step 3

Stendete poco più di metà dell’impasto a uno spessore di circa 3-4 mm e foderate uno stampo da crostata (ø 26 cm), fondo e bordi. Rifilateli con un coltellino e bucherellate il fondo con una forchetta.

Step 4

Distribuite nella crostata una trentina di amarene, quindi riempite la torta con la crema.

Step 5

Ritagliate dalla pasta rimasta forme a vostra scelta, oppure strisce tradizionali, per la copertura della crostata, che dovrà essere quasi completamente coperta.

Step 6

Infornatela a 170 °C per 40 minuti. Sfornatela e cospargetela con zucchero a velo e qualche altra amarena.

Ricerche frequenti:

Italia sul podio | La Cucina Italiana

Italia sul podio
| La Cucina Italiana

Termina a Lione la Coupe du Monde de la Pâtisserie più social di sempre con le dirette in arena e
dai backstage di chef pâtissier e giornalisti da tutto il mondo: in primis la star di Instagram (e
rinomato pasticcere di Francia) Cédric Grolet, chiamato da Pierre Hermé come presidente onorario della finale mondiale. Segno dei tempi che cambiano con l’estetica e la condivisione immediata che pare valgano più di ogni altra cosa, ma in realtà non sono i selfie bensì la sostanza (per fortuna) a vincere ancora come testimonia il podio 2023 e i relativi premi assegnati.

Chi ha vinto la Coupe du Monde de la Pâtisserie 2023? Il primo posto per il Giappone che torna a vincere dopo il 1991 e il 2007; secondo posto per la Francia; terzo posto assegnato all’Italia che non scende dal podio dal 2007; premio all’eco sostenibilità conferito al team del Canada.

Primo premio per il Giappone (ph Sarah Scapparone).

La squadra italiana 2023

Il Team Italia composto dal capitano Alessandro Petito (31 anni, candidato per lo zucchero), Jacopo Zorzi (33 anni, candidato per il cioccolato) e Martina Brachetti (35 anni, candidata per il ghiaccio) ha confermato un lavoro di squadra che è stato fondamentale per restare sul podio più alto del mondo. Una collaborazione che nasce da lontano, dalla fondazione nell’aprile del 2000 del Club Italia della Coupe du Monde de la Pâtisserie, dall’integrazione e dalla collaborazione tra gli ex campioni del mondo italiani di tutte le edizioni perché sono le persone, sempre, a fare la differenza e senza l’aiuto di tutti i risultati non sarebbero quelli di oggi.

La gara in 2 giorni

17 nazioni in gara si sono confrontate per dieci ore continuative di competizione ieri e oggi nella grande arena del Sirha di Lione, la fiera dedicata al mondo del food tra le più grandi e importanti al mondo. Il tema di questa edizione voluto dal Presidente della Coupe du Monde de la Pâtisserie Pierre Hermé e dal comitato dell’evento è stato il cambiamento climatico. Su questo i team provenienti (in ordine di gara) da Italia, Usa, Inghilterra, Cile, Filippine, Egitto, Cina-Taipei,
Mauritius (per la prima volta in concorso), Marocco, Colombia, Argentina, Sud Korea, Giappone,
Malesia, Canada, Tunisia e Francia si sono confrontati a colpi di dessert al cioccolato, sculture di
ghiaccio e semifreddi. Questa in estrema sintesi il cuore di una gara in realtà molto impegnativa,
che ha visto tutti i team competere durante dieci ore di gara per realizzare 42 dessert da
degustazione: 3 dessert al cioccolato; 10 dessert da ristorazione; 3 semifreddi preparati con purea di frutta; 26 lollipop da mangiare con uno o due morsi; 3 pièce artistiche: una di cioccolato e una di zucchero alte (base inclusa) 165 cm; una scultura di ghiaccio alta in totale 50 cm (scelta questa dettata dal non spreco e dal rispetto per l’ambiente) e reintrodotta a sorpresa quest’anno, anche se in dimensioni minori, dopo l’eliminazione nel mondiale del 2021.

15 ricette con la polenta. Il lato sostenibile del mais | La Cucina Italiana

15 ricette con la polenta. Il lato sostenibile del mais
| La Cucina Italiana

La polenta d’inverno è il piatto perfetto. Per questo oggi vi diamo 15 ricette con la polenta; e visto il freddo in arrivo sarà il caso di provarne alcune. Sì perché le ricette con la polenta sono proprio ciò che ama definire comfort food, un cibo che riscalda anima e corpo e ci fa sentire un po’ più al calduccio.
Il protagonista di questo piatto è il mais. Originario e prodotto principalmente negli Usa, è oggi una coltura molto dibattuta per l’uso massivo di fertilizzanti, e non solo per questa ragione. Quali sono i benefici e gli effetti collaterali dannosi del mais? Fa bene? È salutare? È sostenibile?
Ecco i pro e i contro del mais.

Benefici ed effetti collaterali dannosi del mais

Sulla salute umana

I benefici del mais per la salute possono includere: favorire la digestione; avere effetto detox; donare salute all’intestino; riduzione del rischio di malattie diverticolari.
Gli effetti collaterali dannosi per sulla salute del mais possono includere: inibizione dell’assorbimento dei nutrienti; aumento di peso; rischio di aumento dei livelli di zucchero nel sangue.
Va detto poi che il mais è ricco di vitamina B1, vitamina B5, vitamina C e fibre, ma è anche ricco di amido.
Infine, il mais è naturalmente privo di glutine.

Sull’ambiente

L’impronta idrica della coltivazione del mais è bassa: infatti occorrono 1222 litri di acqua per produrre 1 kg di mais. Anche l’impronta di carbonio è bassa: 0,60 kg di CO2 per produrre 1 kg o 2,2 libbre di mais secco, un equivalente di guida dell’auto di 1,5 miglia o 2,5 chilometri.

Per quanto riguarda il suolo, invece, l’impronta è alta. Il mais sottrae infatti azoto e altri importanti nutrienti al suolo. Inoltre, più di un terzo del mais statunitense è destinato all’alimentazione animale, mentre un altro terzo è coltivato per produrre etanolo per le automobili. Il 92% delle colture di mais coltivate negli Stati Uniti nel 2016 erano geneticamente modificate (OGM), per aumentare la resa e migliorare la resistenza agli insetti, alle malattie o alle sostanze chimiche utilizzate per uccidere i parassiti. Per ultimo, la produzione di mais così intesa comporta la monocoltura, causando un impoverimento della struttura e della qualità del suolo.

Il mais è una coltura molto efficiente e dalle alte rese. Sebbene le rese non siano in crescita, sono comunque alte se paragonate ad altre colture. Le rese alte (mediamente intorno alle 10 tonnellate/ettaro) abbattono l’impatto ambientale, se lo si considera parametrato su una tonnellata di granella.

Tuttavia, se non è biologico, il mais è spesso dannoso per la fauna e gli ecosistemi. Infatti, se la coltura viene prodotta in quantità minori, in regime biologico, e il terreno viene lasciato riposare un anno sì e uno no, sostituendolo con un’altra coltura, il problema non si presenta. Come sempre, il grande problema sono le colture intensive, non i piccoli produttori.

Dove viene prodotto

Il primo paese produttore di mais al mondo sono gli Stati Uniti, seguiti da Cina e Brasile. I principali Paesi esportatori di mais sono Stati Uniti, Brasile, Ucraina, Sudafrica, Francia, Romania, Polonia, Canada, Ungheria e Argentina.

15 ricette per una buonissima polenta

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