15 ricette con la polenta. Il lato sostenibile del mais | La Cucina Italiana

15 ricette con la polenta. Il lato sostenibile del mais
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La polenta d’inverno è il piatto perfetto. Per questo oggi vi diamo 15 ricette con la polenta; e visto il freddo in arrivo sarà il caso di provarne alcune. Sì perché le ricette con la polenta sono proprio ciò che ama definire comfort food, un cibo che riscalda anima e corpo e ci fa sentire un po’ più al calduccio.
Il protagonista di questo piatto è il mais. Originario e prodotto principalmente negli Usa, è oggi una coltura molto dibattuta per l’uso massivo di fertilizzanti, e non solo per questa ragione. Quali sono i benefici e gli effetti collaterali dannosi del mais? Fa bene? È salutare? È sostenibile?
Ecco i pro e i contro del mais.

Benefici ed effetti collaterali dannosi del mais

Sulla salute umana

I benefici del mais per la salute possono includere: favorire la digestione; avere effetto detox; donare salute all’intestino; riduzione del rischio di malattie diverticolari.
Gli effetti collaterali dannosi per sulla salute del mais possono includere: inibizione dell’assorbimento dei nutrienti; aumento di peso; rischio di aumento dei livelli di zucchero nel sangue.
Va detto poi che il mais è ricco di vitamina B1, vitamina B5, vitamina C e fibre, ma è anche ricco di amido.
Infine, il mais è naturalmente privo di glutine.

Sull’ambiente

L’impronta idrica della coltivazione del mais è bassa: infatti occorrono 1222 litri di acqua per produrre 1 kg di mais. Anche l’impronta di carbonio è bassa: 0,60 kg di CO2 per produrre 1 kg o 2,2 libbre di mais secco, un equivalente di guida dell’auto di 1,5 miglia o 2,5 chilometri.

Per quanto riguarda il suolo, invece, l’impronta è alta. Il mais sottrae infatti azoto e altri importanti nutrienti al suolo. Inoltre, più di un terzo del mais statunitense è destinato all’alimentazione animale, mentre un altro terzo è coltivato per produrre etanolo per le automobili. Il 92% delle colture di mais coltivate negli Stati Uniti nel 2016 erano geneticamente modificate (OGM), per aumentare la resa e migliorare la resistenza agli insetti, alle malattie o alle sostanze chimiche utilizzate per uccidere i parassiti. Per ultimo, la produzione di mais così intesa comporta la monocoltura, causando un impoverimento della struttura e della qualità del suolo.

Il mais è una coltura molto efficiente e dalle alte rese. Sebbene le rese non siano in crescita, sono comunque alte se paragonate ad altre colture. Le rese alte (mediamente intorno alle 10 tonnellate/ettaro) abbattono l’impatto ambientale, se lo si considera parametrato su una tonnellata di granella.

Tuttavia, se non è biologico, il mais è spesso dannoso per la fauna e gli ecosistemi. Infatti, se la coltura viene prodotta in quantità minori, in regime biologico, e il terreno viene lasciato riposare un anno sì e uno no, sostituendolo con un’altra coltura, il problema non si presenta. Come sempre, il grande problema sono le colture intensive, non i piccoli produttori.

Dove viene prodotto

Il primo paese produttore di mais al mondo sono gli Stati Uniti, seguiti da Cina e Brasile. I principali Paesi esportatori di mais sono Stati Uniti, Brasile, Ucraina, Sudafrica, Francia, Romania, Polonia, Canada, Ungheria e Argentina.

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