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I 13 dessert di Natale della Provenza

I 13 dessert di Natale della Provenza

In Provenza il Natale si festeggia con 13 dolci che hanno significati religiosi ben precisi. Fra questi anche le Oreillettes e la Pompe à l’huile. Ecco le ricette

Per la vigilia di Natale in Provenza si mangiano i 13 dessert. Un numero non a caso, ma con un significato religioso ben preciso: è legato, infatti, a Cristo e ai dodici apostoli durante l’Ultima Cena, anche se alcuni, come il poeta Frederic Mistral, ne cita solo 11. Per l’occasione, il 24 dicembre sera, avviene un vero e proprio rito: si apparecchia la tavola con tre tovaglie rigorosamente bianche, in modo da dare più rilevanza ai colori dei tredici dolci; poi si dispongono tutti i dessert insieme nello stesso momento, secondo un ordine preciso che cambia da famiglia a famiglia; e infine si lasciano sul tavolo anche dopo la Messa di mezzanotte, in modo che ognuno possa consumarli quando preferisce. Ma come tutte le tradizioni di rispetto, cambiano anche da una casa all’altro dello stesso paese, per cui ci si trova sempre di fronte a scenari differenti, anche se ci sono delle costanti. Noi abbiamo deciso di affidarci a Monique Dumonteaux Brunel di Saint-Victor, cuoca provenzale doc.

Quali cosa sono i 13 dessert

Il primo dolce sempre presente è la Pompe à l’huile o Gibassie, una focaccia dolce all’olio, profumata con acqua di fiori d’arancio e scorza di agrumi, di cui vi daremo la ricetta di Monique. Poi ci sono i “quattro mendicanti”: fichi secchi, uva passa, mandorle e noci o nocciole; questo numero si riferisce nell’ordine citato ai quattro ordini religiosi che hanno fatto voto di povertà, cioè Francescani, Agostiniani, Domenicani e Carmelitani. Sesto e settimo dolce sono il torrone bianco e il torrone nero, riservati ai penitenti: il bianco, di solito dolce e liscio, rappresenta il bene e la purezza; il nero, invece, duro e croccante, evoca le forze del male e il peccato. Ottavo dessert sono i datteri, che sono il simbolo di Cristo e dei re Magi venuti da Oriente, mentre il nono le Oreillettes, chiamate anche meraviglie, di cui vi sveleremo sempre la ricetta di Monique. Il decimo dolce sono le Calissons, una pasta di frutta candita e mandorle, ricoperta da uno strato sottile e liscio di glassa, che ricorda un po’ il marzapane, ma con un sapore più fruttato. Infine, i tre frutti invernali: arance, mandarini e uva, quella che è stata conservata appesa nei fienili in grappoli, proprio per i 13 dessert.

Ricetta della Pompe à l’huile

In Provenza a Natale questa fouace dolce non manca mai, anche senza gli altri dodici dessert. Pochi ingredienti semplici, come farina, zucchero e olio extravergine d’oliva, profumati all’acqua di fiori d’arancio e scorze di agrumi vari (che cambiano da una ricetta all’altra), che ricordano un po’ la Stroscia ligure di Pietrabruna.

Ingredienti

½ kg di farina di mais
90 g di zucchero a velo
25 g di lievito per il pane
25 cl di olio di oliva
2 cl acqua di fiori d’arancio
25 cl di acqua tiepida
1 arancio non trattato
un pizzico di sale

Procedimento

Diluite il lievito nell’acqua tiepida e aggiungete della scorza d’arancio grattugiata. Mescolate la farina, un pizzico di sale e lo zucchero. Aggiungete il lievito, l’olio di oliva, i fiori e la scorza di arancio. Impastate fino a ottenere un composto omogeneo e poi formare una palla. Coprite con un panno umido e lasciate riposare per 2 ore a temperatura ambiente fino a che la pasta non raddoppi il suo volume. Distendete la pasta per formare una specie di crêpe rotonda di circa 1 cm su cui fare dei tagli a intervalli regolari e scartare quello che avete tolto per creare come delle fessure, in modo da ottenere una crêpe aperta.
Lasciate riposare nuovamente per un’ora.
Preriscaldate il forno a 180° C e cuocete per 20 minuti. Una volta estratto dal forno, pennellate di nuovo con dell’olio e servite.

Ricetta delle Oreillettes ou Merveilles

Seguendo il procedimento, vi accorgerete che questo dolce molto è simile alle nostre chiacchiere di Carnevale. Anche in questo caso, la ricetta ci è stata data da Monique, che per prepararla segue la tradizione di casa, tramandata da generazioni e generazioni nella sua famiglia.

Ingredienti

250 g di farina
1 uovo
75 g di burro
1/2 bicchiere d’acqua
un pizzico di sale
un cucchiaino da caffè di acqua di fiori d’arancio

Procedimento

Mescolate tutti gli ingredienti fino a formare una palla. Lasciate riposare per una o due ore. Appiattite molto fino a circa 2 mm. Tagliate con l’aiuto di una rotella da pasticceria delle strisce molto strette da 4 o 5 cm e create delle strisce di 10 centimetri. Friggete pezzo per pezzo dentro a una friggitrice finché non sono dorate al punto giusto. Togliete l’olio in eccesso e fate raffreddare su un foglio di carta assorbente. Cospargete di zucchero a velo e servitele croccanti. Le Oreillettes si conservano anche a lungo nel tempo.

Infine, non ci resta che augurarvi buon Natale.

 

Anna in Casa: ricette e non solo: Panini per hamburger

Anna in Casa: ricette e non solo: Panini per hamburger

                                       

Venerdì pesce, giusto? 

Che ne dite allora di servire un panino per hamburger fatto in casa con un burger di salmone, maionese senza uova, composta di cipolle, fette di pomodoro e insalata fresca? 

La ricetta di questi facili ma strepitosi panini è di Fulvio Marino.

Ingredienti

800 g di farina 0

200 g di semola di grano duro

25 g di zucchero

15 g di lievito di birra fresco

550 ml circa di acqua

2 uova

50 g di burro morbido

20 g di miele

25 g di sale fino

100 g circa di semi di sesamo

burger di salmone

insalata

Procedimento

Nella ciotola della planetaria versare le farine, il lievito sbriciolato, il miele, lo zucchero e 3/4 dell’acqua prevista in ricetta. Montare l’inserto a gancio e iniziare a mescolare. Unire il sale sciolto nell’acqua rimasta e successivamente le uova precedentemente sbattute. Quando le uova sono state completamente assorbite dal composto, aggiungere poco alla volta il burro a pezzetti.

Continuare poi ad impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.

Mettere l’impasto in una ciotola,

fare un taglio a croce, coprire e lasciare lievitare fino al raddoppio del suo volume.

 

Preparare un piatto con acqua a temperatura ambiente e una ciotola con i semi di sesamo.

Prendere l’impasto lievitato e trasferirlo sulla spianatoia leggermente infarinata.

Dall’impasto ricavare tante palline del peso di circa 150 gr l’una.

Formare dei panini facendo roteare le palline sulla spianatoia con una mano.

Prendere i panini tenendoli dalla parte inferiore e intingendo velocemente la parte superiore nell’acqua.

Successivamente appoggiare il panino nei semi di sesamo.

Adagiare i panini sulla teglia foderata con carta forno.

Coprirli con un canovaccio e lasciarli lievitare fino al raddoppio.

Scaldare il forno a 230°C.

Infornare i panini per una decina di minuti o comunque fino a leggera doratura.

Una volta pronti mettere i panini su una gratella a raffreddare.

Io ho servito i panini spalmati con la maionese senza uova, burger di salmone, fette di pomodoro, composta di cipolle e insalata fresca.

Ricetta Frico, la ricetta friulana

Ricetta Frico, la ricetta friulana
  • 300 g Montasio Dop 4-6 mesi
  • 100 g Montasio Dop 12 mesi
  • 50 g Montasio Dop 18 mesi
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 cipolla
  • burro
  • pepe

Per la ricetta del frico grattugiate i formaggi con una grattugia a fori grossi, tenendoli separati.
Sciogliete a fuoco dolce in una padella antiaderente la metà del montasio 4-6 mesi, incorporando a mano a mano anche il montasio 12 mesi.
Sciogliete in un’altra padella l’altra metà del montasio 4-6 mesi, incorporando a mano a mano il montasio 18 mesi e cuocendo finché non si sarà formata una crosticina nella parte sottostante.
Affettate la cipolla molto finemente e rosolatela a fiamma dolce in una padella con una noce di burro, 1 spicchio di aglio in camicia e 2-3 grani di pepe, per circa 5 minuti.
Cospargete con la cipolla uno dei due dischi di formaggio e richiudete con l’altro disco, tenendo la crosticina rivolta verso l’alto; proseguite la cottura per altri 1-2 minuti. Servite il frico ben caldo.

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