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Supereroi: il nuovo numero di Vanity Fair

Supereroi: il nuovo numero di Vanity Fair

Il nuovo numero di Vanity Fair racconta i super poter per affrontare il futuro, attraverso una riflessione del regista Paolo Genovese

Vanity Fair, in edicola dal 26 agosto, dedica il nuovo numero all’inizio di una nuova stagione, in cui tutti dovremo attingere a «superpoteri», responsabilità, impegno, ma anche creatività ed evasione, per affrontare le incognite del futuro. Paolo Genovese, il regista del film campione d’incassi Perfetti Sconosciuti – che è entrato nel Guinness dei primati per numero di remake, 20, in tutto il mondo – cura la direzione artistica di questo numero interrogandosi sulle emozioni che in tanti abbiamo provato in questi mesi e sulle sfide che ci attendono nei prossimi mesi.

«Lo abbiamo intitolato Supereroi: uno slogan provocatorio perché, come sempre succede nelle epopee degli eroi, da Omero alla Marvel, da Ulisse a Wonder Woman, è proprio nella situazione più dura che si può trovare il punto di svolta, l’evoluzione progressista», spiega il direttore Simone Marchetti. «Paolo Genovese ci ha accompagnati alla scoperta di voci, storie e contributi di nomi famosi o meno noti per illuminare il domani con la luce dei progetti più che delle paure».

In cover l’occhio di una donna che scruta il lettore e guarda al futuro, mentre il numero si apre con le parole della poetessa italiana Patrizia Valduga, che richiama all’importanza della lettura, e le fa eco la scrittrice Viola Di Grado, che ricorda come la letteratura sia spesso la salvezza dalla malattia, da Virginia Woolf a Susan Sontag.

Pensando all’attualità, Genovese chiama a raccolta la professoressa di Harvard Raffaella Sadun e il giornalista Giovanni Floris a spiegare le possibili vie di uscita dalla crisi economica; interroga il super esperto di robotica Roberto Cingolani con la domanda: il nostro cervello è un super potere ormai obsoleto?; mette a confronto il giornalista ed ex presidente di Greenpeace Andrea Purgatori e la giovane attivista ambientalista Slater Jewell-Kemker, che spiegano come a volte, i «supereroi» che salveranno il pianeta, sono tra noi, e sempre più spesso sono donne; chiede al filosofo Gianni Vattimo e a una contributor storica di Vanity Fair, Daria Bignardi, se non abbiano mai invidiato chi ha il dono della fede.

Si passa poi ad analizzare la paura, con un contributo del maestro Dario Argento, che spiega quanto quest’emozione abbia a che fare con la vita. Un altro regista fondamentale, Marco Bellocchio, intervistato dallo stesso Genovese, racconta il suo e il grande cinema italiano, da Roberto Rossellini a Dino Risi, ossia i sogni che ci hanno fatto diventare grandi nel mondo. Cesare Cremonini e Diodato rimettono al centro di questa fantasia la musica, e il suo potere salvifico. Il comico Enrico Brignano racconta perché invece è il saper «riderci su» che ci permette di andare avanti. Una serie di personaggi, da Elena Sofia Ricci a Caterina Balivo, da Luca Zingaretti a Vittoria Puccini, da Neri Marcoré a Claudia Gerini, introducono poi un inno all’evasione, fatta sia dei film, dei libri, dei dischi che porterebbero con sé in caso cascasse il mondo, sia dell’«isola che non c’è» del loro cuore, da Pantelleria a Ponza, scampoli finali di quest’estate così speciale.

Un «super potere» particolare, inoltre, è «quello delle coppie che rinsaldano il proprio legame anche dopo mesi che hanno messo a dura prova famiglie, rapporti coi figli, convivenze storiche o relazioni appena nate», spiega Simone Marchetti. Che è il tema non solo del prossimo film del regista, Supereroi, appunto. Ma è anche un dialogo nell’esclusiva intervista a Paolo Genovese di Malcom Pagani.

Il progetto «Supereroi» arriva anche sui profili social di Vanity Fair: saranno protagonisti di alcune interviste su IGTV giovani personaggi under 35 che rappresentano il concetto di supereroe moderno. Persone che con il loro agire sono di esempio per altri, aiutano la collettività e spianano la strada a chi verrà dopo di loro.

Il sito di Vanity Fair nella prima metà del 2020 è stato visitato mediamente da 11 milioni di utenti ogni mese, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. I profili social contano 3.1 MIO fan follower total segnando un +15% YOY.

Il primo Vanity Fair Stage in versione digitale in collaborazione con Magnum

Il primo Vanity Fair Stage in versione digitale in collaborazione con Magnum

Quando è stata l’ultima volta che hai provato qualcosa per la prima volta?. È il tema del primo Vanity Fair stage in versione digitale organizzato in collaborazione con magnum

Giovedì 11 giugno alle ore 18 ci sarà il primo evento digitale di Vanity Fair, appuntamento che apre il palinsesto di eventi digitali previsti dalla testata per i prossimi mesi. Un Vanity Fair Stage organizzato in collaborazione con Magnum, in occasione del lancio del nuovo Magnum Ruby.

Per assistere al live streaming è sufficiente collegarsi su vanitystage.vanityfair.it, la piattaforma digitale totalmente personalizzabile creata per ospitare anche i prossimi appuntamenti di Vanity Fair Stage.

Vanity Fair, sotto la guida di Simone Marchetti, non è solo un giornale ma un network. Un insieme di luoghi in cui proiettare le esperienze e coinvolgere in prima persona gli artisti che popolano le pagine del giornale. Da questa idea è nato Vanity Fair Stage, il format che ogni volta coinvolge nuovi protagonisti del mondo della musica, del cinema, dello sport e dello spettacolo.

L’appuntamento in collaborazione con Magnum vedrà la partecipazione di un ospite prestigioso, intervistato dal Direttore del giornale Simone Marchetti e dal vicedirettore Malcom Pagani. Si parlerà di esperienze personali, professionali e prime volte, nonché associazioni visive e mentali collegate al piacere di provare qualcosa per la prima volta.

L’estate 2020 sarà la stagione in cui sperimentare un’autentica prima volta e provare un piacere mai provato prima: quello in cui assaggiare il gusto di Magnum Ruby, il gelato il cui cioccolato color rubino sarà raccontato “live” dallo chef Alberto Simionato, Direttore della Barry Callebaut Academy di Milano.
Una storia di passione e di cioccolata, a cui seguirà un altro momento di gusto inedito. Lo chef Alberto Simionato svelerà alcuni segreti e consigli per assaporare al meglio Magnum Ruby. Quando la degustazione si fa experience, facendo tintinnare le papille gustative di tutti gli utenti collegati.

Il nuovo numero di Vanity Fair è dedicato alle connessioni

Il nuovo numero di Vanity Fair è dedicato alle connessioni

Per la prima volta lo street artist francese JR collabora con un magazine italiano e realizza un’opera che diventa la cover del nuovo numero di Vanity Fari dedicato alle connessioni

Jean René, in arte JR, fotografo e street artist tra i più famosi al mondo per le sue opere in contesti metropolitani, nella notte di domenica 3 maggio ha realizzato su un muro in un quartiere di Parigi una nuova installazione in esclusiva per la cover di Vanity Fair Italia. 

L’opera rielabora uno dei capolavori più conosciuti della storia dell’arte, la Creazione di Adamo, l’affresco più iconico della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti.

Quella che nell’opera originaria era la figura di Adamo, nella reinterpretazione di JR è stata sostituita da una ragazza che si trova di fronte a Dio, entrambi con le braccia protese un istante prima di sfiorarsi.

Si tratta della prima collaborazione che vede l’artista francese unirsi a un magazine italiano. 

Le nuove connessioni a cui saremo chiamati dopo l’emergenza virus, tema del nuovo numero di Vanity Fair, sono state l’argomento del processo creativo intrapreso dalla redazione con JR”, racconta Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair. “Abbiamo chiesto all’artista di rappresentare le fragilità, le potenzialità, i dubbi e le scommesse che dovremo affrontare nei prossimi mesi e che abbiamo messo in luce all’interno del nuovo numero. È stata una sfida a distanza e in lockdown, una prova di immaginazione che vuole indicare una strada per creare tutte le nuove connessioni necessarie non solo per uscire da questo momento difficile, ma per costruire un futuro migliore”.

L’immagine dell’opera di JR diventa la cover del nuovo numero di Vanity Fair, in edicola dal 6 maggio, dedicato alle connessioni. Connessioni come nuove relazioni, legami che vanno ben oltre i confini nazionali e i limiti fisici imposti; connessioni come nuove unioni permesse da un’innovazione che passa attraverso nuove priorità dove la tecnologia è abilitante al cambiamento, parte integrante del nuovo sistema quotidiano dove ciò che non c’era prima è il nuovo indispensabile.

Un numero che, attraverso le voci autorevoli di personaggi ed esperti del settore, riscrive e tratteggia il futuro per raccontare come sono cambiate e cambieranno le nostre abitudini quotidiane, le relazioni, la formazione, la cultura, l’intrattenimento, la fruizione dei servizi e le nostre scelte.

Così il regista Paolo Genovese scrive un racconto per Vanity Fair su un amore platonico ai tempi del lockdown, il professore di Scienze Pedagogiche Raffaele Mantegazza dell’Università Milano-Bicocca riflette sulla perdita della socializzazione tra studenti in mezzo ai banchi di scuola, importante nella formazione tanto quanto l’apprendimento, Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI, racconta i cambiamenti nella modalità di fruizione dei musei che riapriranno a partire dal 18 maggio. Inevitabili saranno i cambiamenti anche nel settore dell’intrattenimento che porterà a un nuovo modo di connettersi alle performance attraverso lo streaming, come racconta a Vanity Fair il numero 1 di YouTube in Europa Cécile Frot-Coutaz. La conduttrice televisiva e radiofonica Daniela Collu nel suo racconto sincero e senza filtri evidenzia invece il problema dato dall’assenza di connessione che crea isolamento. A connettere il mondo degli adulti con quello dei bambini c’è la storia del prodigioso Mikail Akar, il “Picasso bambino”, a 7 anni artista quotato oltre che una star dei social. Una connessione tra fratelli, quella tra Edoardo ed Eugenio Bennato, ha portato alla nascita della canzone La realtà non può essere questa. Nel brano si parla della rete, quella che annulla ogni distanza ma che allo stesso tempo i due fratelli descrivono come una prigione, evidenziando l’importanza della connessione reale e non virtuale. Sulla stessa linea di pensiero anche l’altra voce musicale del numero: Bob Geldof.

C’è invece un pizzico di ironia nell’alfabeto semiserio che Miriam Leone ha stilato per dimostrare come il coronavirus abbia contagiato temporaneamente anche il nostro linguaggio. Tra le varie parole compaiono ad esempio assembramento, mascherine, preoccupazione e connessioni, che per Miriam sono: “la Rete, Internet, il wi-fi: le piattaforme in cui fruire contenuti ci hanno salvato dalla follia… perché solo i saggi non impazziscono da soli, nel silenzio e isolati e sappiamo essere pochi e rari, come i panda”.

A tutte queste voci si unisce il reportage su Vo’ Euganeo, il comune Veneto dove c’è stata la prima vittima di coronavirus in Italia e dove, facendo scelte non convenzionali, grazie a una comunità connessa che si sostiene e che sa fare squadra, si è isolata l’epidemia e il paese si è trasformato in un laboratorio a cielo aperto dal quale, forse, verranno le risposte per la cura della malattia.

In concomitanza con l’uscita del numero partirà anche il progetto #TheConnectors, una serie di conversazioni virtuali che hanno come protagonisti le eccellenze della new connection nei campi della moda, dell’arte, dello spettacolo e dell’entertainment. 14 appuntamenti in videotalk con altrettanti personaggi simbolo della new communication, che ogni giorno inviteranno alla loro round table una selezione di amici e colleghi per discutere con loro l’evoluzione nel campo in cui sono innovatori. Tra loro Beniamino Barrese, Elisa Maino, Riccardo Pozzoli, Pablo Trincia, Nico Vascellari, Charley Vezza, Matteo Ward, Zuzu.

Gli incontri saranno online sui canali social di Vanity Fair e sul sito.

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