Categoria: Ricette veloci

Il vino che vola sopra le nuvole

Il vino che vola sopra le nuvole

È questo il significato del nome Ao Yun, un rosso Gran Cru prodotto in Cina, ai piedi dell’Himalaya. Appena presentata, la vendemmia 2016 porta con sé importanti novità e racconta una storia di passione e grande caparbietà

Ao Yun (lvmh.it) “vola sopra le nuvole” per diversi motivi. Intanto è uno dei pochi (se non l’unico) vino cinese a poter competere senza timore con i grandi nomi di Bordeaux, poi nasce in alcune delle vigne più alte del mondo, in una della zone più remote della Cina, nella provincia dello Yunnan, ai piedi del monte sacro Meili.
Qui davvero può capitare di vedere il sole sopra le nuvole.

Una storia avvincente

All’inizio del 2008, Estates & Wines, la divisione vini di Moët Hennessy, ha avviato una ricerca per identificare un territorio in Cina da cui potesse nascere un vino di importanza mondiale. Ci sono voluti quattro anni di esplorazioni in tutto il Paese per trovare il luogo adatto nel villaggio di Adong, ai piedi dell’Himalaya. Qui, già i missionari gesuiti avevano coltivato vigne per la prima volta alla fine del XIX secolo e, a partire dal 2000, il governo cinese aveva incoraggiato gli agricoltori locali a piantare vitigni francesi, con l’obiettivo di rilanciare l’economia. Le particolari condizioni climatiche danno notti fresche e giornate mai troppo calde, con un periodo di maturazione delle uve graduale e molto prolungato nel tempo (basti pensare che a Bordeaux passano 120 giorni dalla fioritura alla raccolta, mentre nello Yunnan 160): queste caratteristiche danno vini freschi e con un grande potenziale di invecchiamento.
Nel 2012, affascinato dalla sfida di un nuovo terroir, il celebre enologo di Bordeaux Maxence Dulou decise di trasferirsi nello Yunnan e di dare il suo contributo per la nascita di Ao Yun. Tante furono le prove da superare, in un luogo che non aveva né strade né elettricità, ma nel 2013 fu possibile raccogliere le uve coltivate da 120 famiglie di viticoltori locali e di vinificarle per la prima annata del vino, presentato al mercato nel 2016.
I vigneti si trovano in quattro villaggi, a una quota compresa tra i 2.200 e i 2.600 metri di quota; la zona ha caratteristiche molto diverse, tanto che è stato suddiviso in 20 diversi tipi di terroir, a loro volta classificati con 314 parcelle differenti, suddivise ancora in 900 appezzamenti secondari.

Le annate

Il vino che ne deriva ha un colore intenso, grande complessità e ottima acidità. L’annata 2013 si è contraddistinta per rotondità, freschezza e finezza. Composta dal 90% di cabernet sauvignon e dal 10% di cabernet franc, ha profumi eleganti di tabacco biondo, tè, frutti di bosco e menta piperita.
Ao Yun 2014 colpisce per il palato strutturato e potente, con profumi che raccontano un mondo che non siamo abituati a ritrovare nel bicchiere: le spezie dolci, come la cannella e la liquirizia, si fondono con profumi di alghe e fiori esotici, i piccoli frutti di bosco sono frammisti ad essenze vegetali sconosciute. È un vino affascinante e indimenticabile, perché assomiglia a un grande bordolese, ma al contempo ha qualcosa di profondamente diverso.
Il 2015 è stato un anno più caldo e secco e il vino ha visto cambiare la percentuale delle uve, con il 79% di cabernet sauvignon e il 21% di cabernet franc. Il vino è voluttuoso e speziato, ricco e rotondo, con aromi di legno di sandalo, incenso e frutti come le fragole, la prugna e le ciliegie candite. Con Ao Yun 2016, presentato alla stampa italiana con una degustazione online, cambiano alcune cose, come l’aggiunta di nuovi vitigni, nuovi innesti e nuovi terroir (ora ne sono stati identificati 30), per aumentarne ancor più la complessità. Al 74% di cabernet sauvignon e al 20% di cabernet franc, si sono aggiunti il 4% di syrah e il 2% di petit verdot, per un vino dal colore profondo, seducente nei profumi affumicati, di legno di cedro e di frutta esotica. All’assaggio è minerale, con tannini morbidi e un finale lungo, fresco e sapido: si conferma un fuoriclasse, che cresce anno dopo anno.

Il formaggio coi buchi rafforza il sistema immunitario

Il formaggio coi buchi rafforza il sistema immunitario

Secondo i risultati di una ricerca, Emmentaler Dop aiuta le nostre difese grazie a un acido grasso che si forma durante la sua lavorazione

La nostra salute passa anche dal cibo poiché ci sono alimenti che agiscono in modo benefico sull’organismo aiutando il sistema immunitario. E uno di questi sarebbe Emmentaler Dop, il formaggio svizzero coi buchi. A dimostrarlo, uno studio pubblicato recentemente da Agroscope, il Centro di Competenza della Confederazione Svizzera per la ricerca agronomica, affiliato all’Ufficio Federale dell’Agricoltura.

Perché Emmenthaler Dop aiuta il sistema immunitario

Emmentaler DOP contiene naturalmente un’elevata percentuale di acido propionico, un acido grasso a catena corta che si forma durante la fase di lavorazione del formaggio nel corso della quale si creano i tipici “buchi”. Ora la ricerca scientifica ha provato che un aumento dei contenuti di acidi grassi a catena corta come l’acido acetico, ma anche propionico o butirrico, nell’alimentazione è un fattore importante ai fini di ridurre il rischio di reazioni eccessive o di reazioni carenti del sistema immunitario agendo anche come una sorta di “freno antinfiammatorio”.

Gli acidi grassi a breve termine sono prodotti naturalmente durante la fermentazione delle fibre nell’intestino crasso. In una dieta occidentale a basso contenuto di fibre, il consumo di alimenti naturali con fermentazione di acido propionico come l’Emmentaler DOP può aiutare a soddisfare il fabbisogno giornaliero di acido propionico, scrivono i ricercatori in una sintesi dell’articolo specialistico. I batteri dell’acido propionico possono produrre numerosi composti biologicamente attivi, come le vitamine del gruppo B: la vitamina B12, la vitamina B2 o l‘acido folico.

Non è la prima volta che si parla dei benefici alla risposta immunitaria determinata dal consumo di formaggi: già in passato uno studio pubblicato su “FEMS Immunology & Medical Microbiology” ne aveva provato gli effetti sul miglioramento di tutte le difese immunitarie soprattutto fra gli anziani. La conclusione raggiunta ora dai ricercatori è che il consumo di Emmentaler DOP contribuisce a preservare una maggior varietà della flora intestinale e a esercitare anche un’azione positiva sulla regolazione del metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Inoltre, trattandosi di un formaggio di latte crudo, protegge dalle allergie e promuove la salute. Ed essendo senza lattosio, può consumarlo anche chi è intollerante.

» Pizza lardo e tarallo

Misya.info

Innanzitutto preparate l’impasto: mettete farina, zucchero e lievito in una ciotola, aggiungete l’acqua e iniziate a lavorare, poi incorporate anche sale e olio e impastate fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo.

Lasciate lievitare in un posto caldo e al riparo da correnti per almeno 2 ore o fino al raddoppio.

Nel frattempo preparate il fiordilatte, tagliandolo a fettine sottili (in modo che inizi a perdere un po’ di siero) e sbriciolate grossolanamente i taralli.

Riprendete l’impasto, stendetelo in una disco, quindi mettetelo in una teglia rivestita di carta forno o leggermente unta.
Condite con sottili fette di lardo, un pizzico di sale, il fiordilatte e un filino di olio.

Infornate in forno ventilato preriscaldato a 250° e cuocete per circa 13 minuti.
Quando sarà quasi fatta, tirate la pizza fuori dal forno e aggiungete il tarallo sbriciolato, quindi fatela cuocere ancora per un paio di minuti.

La pizza lardo e tarallo è pronta, non vi resta che servirla.

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