Tag: cibi

I 5 cibi da evitare per non ingrassare facilmente

I 5 cibi da evitare per non ingrassare facilmente

La dieta funziona poco e i chili in più sono il vostro problema? Scoprite quali alimenti è meglio evitare per non rischiare di prendere peso

Accumulate facilmente peso e i chili in più fanno fatica ad andar via? Probabilmente commettete qualche errore. Spesso dipende da alcune cattive abitudini che si hanno a tavola come il consumo eccessivo di zuccheri semplici. «Danno all’organismo energia facilmente disponibile e stimolano una produzione eccessiva di insulina. Questo ormone favorisce un più rapido accumulo di grassi e agevola gli attacchi di fame improvvisi responsabili spesso dei chili in più», commenta la nutrizionista Giulia Vincenzo , che qui suggerisce una serie di dritte su misura per chi tende a ingrassare facilmente.

I cibi che aiutano

«Gli alimenti ricchi di fibre come i vegetali, i legumi, i cereali integrali sono ottimi alleati della linea. Saziano e rallentano l’assorbimento di zuccheri e grassi. Anche quelli che contengono proteine (carne magra, pesce, uova ecc.) e acidi grassi essenziali (frutta secca, olio evo ecc.) possono dare una mano per combattere la fame improvvisa e i chili in più. Oltre a donare sazietà, favoriscono infatti il corretto funzionamento del metabolismo e aiutano a bruciare meglio carboidrati, proteine e grassi», dice l’esperta.

Gli alimenti no

«Se tendete a ingrassare facilmente state alla larga invece dagli zuccheri semplici contenuti in snack, biscotti, dolciumi, bibite gassate e zuccherate e junk food in generale. Inoltre, limitate le quantità di quelli contenuti nella frutta. Vengono assorbiti velocemente dall’organismo e favoriscono la produzione in eccesso di insulina, l’ormone che regola la fame», spiega la nutrizionista Giulia Vincenzo.

Nella gallery i cibi da cui stare alla larga per non ingrassare facilmente

Ingrassate facilmente? I 5 cibi da cui è meglio stare alla larga
Ingrassate facilmente? I 5 cibi da cui è meglio stare alla larga.

Cambio dell’ora, i cibi che aiutano ad affrontarlo al meglio

Cambio dell’ora, i cibi che aiutano ad affrontarlo al meglio

Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre le lancette dell’orologio si sposteranno un’ora indietro. Ecco cosa mangiare per combattere la stanchezza e gli altri piccoli fastidi legati alla diminuzione delle ore di luce

Questa notte si cambia e si ritorna all’ora solare. Le lancette dell’orologio dovranno essere spostate un’ora indietro. Nei primi giorni successivi al cambio dell’orario per via della riduzione delle ore di luce è facile sentirsi più stanchi, nervosi e avere difficoltà ad addormentarsi. Per contrastare i piccoli fastidi passeggeri può essere utile portare a tavola alcuni cibi che, grazie ai nutrienti preziosi che contengono, possono aiutare l’organismo a rispondere meglio agli stimoli esterni e favorirne l’adattamento ai nuovi ritmi. Con l’aiuto della nutrizionista Sonia Croci, scopriamo quali sono e perché conviene mangiarli.

Cosa mangiare per la stanchezza

Per sentirsi meno stanchi e spossati e favorire l’adattamento al nuovo orario, a tavola non devono mancare i cibi ricchi di
magnesio e potassio. «Questi minerali, preziosi per il buon funzionamento del sistema nervoso, aiutano a sostenere il benessere psicofisico dell’organismo e a combattere il senso di spossatezza. Ne sono buone fonti i cereali integrali, il cioccolato fondente, la frutta secca e i semi oleosi», spiega la nutrizionista Sonia Croci. Per combattere la stanchezza e la tristezza autunnale può essere utile poi scegliere i cibi ricchi di triptofano. «Questo aminoacido è un precursore della serotonina, l’ormone che regola l’umore. Si trova, ad esempio, nelle castagne, nei legumi, nelle uova, nel cioccolato».

I rimedi per contrastare l’insonnia

Per evitare di svegliarsi nel cuore della notte o avere difficoltà ad addormentarsi è importante fare un pasto serale leggero. «Vanno evitati intingoli, salse e cibi troppo elaborati che oltre a pesare sulla digestione e sulla linea, possono rendere il sonno più difficoltoso». Va poi ridotto il consumo di caffè ed evitato quello degli alcolici. «L’alcol, oltre a essere dannoso per la salute dell’organismo, non giova alla qualità del riposo. Ha un effetto sedativo solo apparente. In realtà, favorisce i risvegli notturni e disturba il sonno», precisa la nutrizionista Sonia Croci.

Volete saperne di più? Sfogliate la gallery e scoprite i cibi che aiutano ad affrontare il cambio dell’ora.

Sfoglia la gallery

Quali sono i cibi più amici dell’ambiente?

Quali sono i cibi più amici dell’ambiente?

La Fondazione Barilla ha stilato una classifica internazionale analizzando la quantità di gas serra emessi e l’acqua utilizzata per la produzione dei piatti. La nostra pizza si trova a metà

Quando ordinate un falafel, il piatto a base di ceci tipico di Israele e dei Paesi vicini, come l’Egitto e il Libano, non solo state per assaporare una delle specialità della cucina mediorientale, ma state anche trattando bene l’ambiente. Il falafel è uno dei piatti “campioni di sostenibilità”, secondo la Fondazione Barilla che, insieme all’Economist Intelligence Unit, ha stilato una classifica internazionale, analizzando ogni piatto in base al carbon footprint (la quantità di gas serra emessi per la sua produzione, espressa in grammi) e al water footprint (l’acqua utilizzata, espressa in litri), oltre che alla quantità di terreno necessario a produrlo. Maggiore è la quantità di terreno, più “pesante” è l’impatto del piatto per il pianeta e le risorse naturali rinnovabili.

Torniamo al falafel, che oltre a piazzarsi ai primi posti della classifica di sostenibilità, con 101 m2 di CO2 per porzione, è anche un piatto utile per aumentare la frequenza di consumo dei legumi, importanti fonti di fibra e di proteine di ottima qualità, ricche di aminoacidi essenziali e facilmente digeribili.

Fra i piatti più “virtuosi” in assoluto c’è anche una classica portata francese, l’insalata nizzarda, preparata con fagiolini e peperoni, ma anche tonno e uova. Una porzione da 100 grammi “pesa” appena 64 grammi di CO2.

La classica paella spagnola, completa anche dal punto di vista nutrizionale perché apporta le proteine del pesce e della carne, oltre alle fibre delle verdure e ai carboidrati senza glutine del riso, è anche piuttosto sostenibile: per produrne una porzione da 100 grammi servono quasi 2 metri quadrati di terreno e 241 litri d’acqua.

Anche la moussaka greca si può considerare sostenibile: richiede 241 litri di acqua per 100 grammi e si trova nella zona verde della Piramide Ambientale.

E la nostra pizza? Non malissimo, ma si può fare di meglio: la classica Margherita si aggiudica una posizione medio bassa, con un carbon footprint di 652, un water footprint pari a 412, e 2,46 metri quadrati di terreno impiegati. Sul piano nutrizionale, la pizza rimane un alimento completo, che contiene i tre macronutrienti principali: carboidrati, proteine e grassi. Per migliorare ulteriormente il suo profilo nutrizionale secondo i parametri della dieta mediterranea, si può scegliere quella preparata con farine di tipo 1 o 2, di tipo integrale o semi integrale.

La pizza è comunque più sostenibile del simbolo dello street food inglese, il fish and chips. Che anche dal punto di vista salutare, deve essere consumato saltuariamente: il fritto fornisce una quota importante di grassi, che subiscono alterazioni se portati a elevate temperature.

Neanche il cous cous marocchino, preparato con carne di agnello, ceci e uvetta, è leggero per il pianeta: per 100 grammi servono 548 litri d’acqua. Per la versione vegetariana, però, si risparmiano 50 litri d’acqua a porzione.

Fra i piatti peggiori per l’ambiente, una specialità della Croazia: la pašticada, a base di carne di vitello. Per produrne una porzione servono 15 metri quadrati di terreno e 2.300 litri d’acqua.

Proudly powered by WordPress