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ricette in tutte le sfumature di rosa | La Cucina Italiana

ricette in tutte le sfumature di rosa
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È innegabile che Barbie sia il tormentone dell’estate 2023. Il film americano si è rivelato velocemente un grande blockbuster anche nel nostro Bel Paese: secondo gli ultimi dati Cinetel, il film sull’iconica bambola della Mattel ha travolto i botteghini italiani arrivando a quota 16,7 milioni di euro di incassi. Così facendo, Barbie diventa il terzo film più visto del 2023, superando Avatar – La via dell’acqua e Super Mario Bros – Il film (fonte Sky Tg24). Che piaccia o meno, il Barbiecore ha conquistato tutto e tutti, arrivando a colorare anche la cucina di rosa. Lo sa bene Gino Sorbillo, che per l’occasione ha rispolverato la pizza rosa composta da fiordilatte e una crema rosa a base di ricotta di bufala DOP e salsa di San Marzano DOP, che aveva creato sua figlia Ludovica già nel 2018 quando uscì la Barbie Pizzaiola. Del resto, come si fa a resistere al potere del colore rosa?

Fucsia, ciclamino, corallo, glicine, malva, cipria, lilla, viola, rosa confetto, rosa antico: queste sono solo alcune delle oltre cinquanta sfumature di rosa esistenti nel mondo. Colore simbolo cliché della femminilità e dal significato di innocenza, il rosa si declina perfettamente anche in cucina attraverso gli ingredienti di gustose ricette. Gamberetti, roast beef, lamponi, fragole, barbabietole, e molti altri ancora sono alla base di fantastici menù che Barbie avrebbe cucinato volentieri nella sua “cucina da sogno”.

Dall’ampio archivio di ricette firmate La Cucina Italiana dal 1929, è stato facile selezionare 3 menù completi dall’antipasto al dessert, passando anche dal drink in tinta come il Rossini. Antipasti come il Carpaccio di barbabietola, pompelmo e capesante oppure Gamberi con maionese di barbabietola, seguiti da freschi Spaghetti rosa e salmone marinato alla barbabietola o persino Culurgiones rosa su besciamella erborinata, come secondo Roast-beef al sale nel nido di spaghetti o Carpaccio di lonza, misticanza e frutta con aceto ai lamponi, per chiudere con un classico Tiramisù estivo o un Soufflé glacé ai lamponi. E poi i dolci golosi, freschi, sensazionali dalla Granita cremosa di lampone, rosmarino e gin fino alla Cheesecake con confettura di rabarbaro al profumo di rosa.

Bepo Maffioli, dal tiramisù a “La grande abbuffata”, il gastronomo da (ri)scoprire

Bepo Maffioli, dal tiramisù a “La grande abbuffata”, il gastronomo da (ri)scoprire

Dopo aver insegnato per alcuni anni, Maffioli si dedicò poi anche all’attività di attore, spolverando l’antico teatro veneto. Ha recitato infatti in diverse opere di autori come Carlo Goldoni e Ruzante, interpretando vari ruoli, fino a diventare regista. Ha diretto attori famosi come Lino Toffolo, Tino Carraro, Cesco Baseggio e Toni Barpi. È persino stato regista ufficialedella compagnia Dramma Italiano di Fiume, l’unico teatro stabile di lingua italiana al di fuori dell’Italia.

Maffioli ha anche recitato come caratterista in alcuni film che sono rimasti celebri. Nel 1969 interpretò il ruolo del rancoroso mutilato di guerra Nicola Parigi in Il commissario Pepe con Ugo Tognazzi; nel 1973 prese parte al film La grande abbuffata di Marco Ferreri, in cui ricopriva pure il ruolo di consulente gastronomico e food stylist ante litteram, grazie anche alla sua enorme conoscenza tecnica e culturale della cucina francese (di cui l’intellettuale possedeva una collezione gigantesca). Nel 1974 lavorò poi nel film Il bestione di Sergio Corbucci, affiancando Giancarlo Giannini nel ruolo del camionista veneto soprannominato Supershell: il suo personaggio è diventato famoso per la scena della trattoria, in cui decanta un Tocai del Collio.

Maffioli ha anche scritto per il cinema, collaborando alla sceneggiatura di film come Papa sarto del 1964 e al film biografico su Carlo Goldoni Il prete rosso del 1965.

Morì di diabete a 60 anni appena compiuti, nel 1985, a Treviso, città dove abitò per tutta la vita.

L’Archivio Giuseppe Maffioli

Per onorare il contributo dei lavori di Bepo, nel tempo gli sono state dedicate due istituzioni: l’Istituto Alberghiero I.P.S.S.E.O.A. di Castelfranco Veneto e il teatro a Caerano di San Marco, che fa parte di una fondazione culturale di cui è stato presidente Mirko Sernagiotto, che oggi cura (insieme a Elisa Carrer) l’Archivio Giuseppe Maffioli.

Secondo Sernagiotto, Maffioli non è stato realmente dimenticato: «Sulla cucina si è speso moltissimo. Non è stato cancellato dalla memoria, ma è tenuto in considerazione da chi ha connessione diretta con la gastronomia. Nell’ambito della recitazione, non è mai stato divo del cinema, ma ha interpretato egregiamente certi ruoli. Forse il motivo per cui non è rimasto nella memoria popolare è adducibile al fatto che, personaggio complesso e dalle mille sfaccettature, non è mai stato facilmente collocabile, correndo il rischio di essere figlio di troppe cose».
Cinque o sei anni dopo la sua morte, la sorella maggiore donò tutta la biblioteca e l’archivio del fratello alla provincia di Treviso. Purtroppo, in Italia può succedere che ciò che è donato viene dimenticato o bistrattato, come in questo caso. Il materiale passò poi all’Alberghiera di Castelfranco Veneto, che chiaramente in quanto scuola non ha tutti gli strumenti per prendersi cura di una mole tale di documenti. Alla morte della sorella di Maffioli, gli eredi chiamarono Sernagiotto per proporgli tutto il resto del materiale di cui erano ancora in possesso, così adesso esiste l’Archivio (sebbene residuale) che contiene preziosi documenti e foto legati all’intellettuale veneto. «Col centenario speriamo di riportare luce su Maffioli, ma è anche normale nella vita che certe figure vengano un po’ trascurate, non ci voglio vedere nessuna malizia», dice sempre Mirko Sernagiotto, che mi spiega anche il vero contributo di Maffioli all’enogastronomia italiana. «Ha fatto capire che l’elemento culturale in cucina era fondamentale, cosa estranea agli italiani negli anni 60 e 70, in cui si mangiava per nutrirsi. È per questo che, ancora oggi, la gastronomia trevigiana lo celebra e i cuochi della zona lo citano in continuazione».

World Cocktail Day: 10 drink ispirati al cinema

World Cocktail Day: 10 drink ispirati al cinema

Quale occasione migliore del World Cocktail Day per presentare la movielogy, il nuovo trend lanciato dello staff del The Box Riccione e dal campione del mondo di bartending Bruno
Vanzan. 10 cocktail dedicati all’ultimo secolo della storia del cinema: da “Un solo Gatsby” con gin infuso al cetriolo ispirato a “Gioventù Bruciata” con grappa bruciata alla citronella, fino a “LattePiù” con whisky bianco.

Far percorrere ai propri ospiti un viaggio mai intrapreso prima all’insegna dell’esperienza del gusto, della ricerca estetica e dell’estasi del profumo per celebrare attraverso il potere evocativo della mixology gli ultimi 100 intensi anni dell’arte cinematografica mondiale. È questo l’ambizioso scopo che si è prefissato l’Hotel The Box di Riccione (RN), punto di riferimento per l’innovazione
nell’hospitality della Riviera Romagnola, quando ha deciso di affidare il concept della propria nuova drinklist al noto campione del mondo di bartending Bruno Vanzan.

Ecco i 10 cocktail dedicati al cinema:

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