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Antonella Clerici e la ricetta del suo vitel tonnè per le Feste

Antonella Clerici e la ricetta del suo vitel tonnè per le Feste

Tanti auguri, Antonella Clerici! In occasione del suo compleanno, 6 dicembre, anticipiamo online l’intervista pubblicata sul numero di dicembre ora in edicola:

«Ma come si fa a non amare alla follia il Natale, le lucine, la tavola imbandita? Qui nella Casa nel bosco (è questo il nome con cui viene chiamata in famiglia, ndr) iniziamo già a novembre con gli addobbi, a illuminare a poco a poco gli alberi che la circondano, a mettere come sottofondo musicale i grandi classici delle feste. Per me il Natale non può essere sobrio, è luce piena, sfavillante».

Antonella Clerici, personaggio televisivo che non ha bisogno di presentazioni, ci apre le porte di casa e ci riceve con il suo sorriso contagioso, quello che insieme alla sua indole solare e sincera la rende unica e amatissima. Pioniera e innovatrice (fu la prima a credere fortemente nella potenza della cucina in televisione più di vent’anni fa, e la storia le ha dato ragione), è da sempre paladina della tavola come luogo che accoglie e che dà una seconda possibilità, che nutre il cuore, che mette a proprio agio le persone.

Ci dirigiamo nella grande cucina, dove fervono gli ultimi preparativi. Monica Stella (la cuoca di casa), aiutata per l’occasione da suo figlio Giacomo dell’Aglio (cuoco della Locanda del daino, ex casa di caccia, oggi ristoro con quattro camere a pochi chilometri da lì), controlla che tutto sia quasi pronto. In sala Franco Bruzzese, artista-giardiniere di casa (è lui che si occupa anche dell’orto e della raccolta delle erbe spontanee per il desinare) che con Antonella condivide la passione per le decorazioni natalizie, completa l’allestimento della tavola: tovaglia bianca di famiglia con pizzi ricamati a mano, tanto oro, argento e rosso. Il clima gioviale che contrasta piacevolmente con la nebbia che inizia a salire, il camino acceso, le chiacchiere e lo spirito collaborativo che anima tutti fanno sentire a casa anche noi della redazione. «Ecco il mio vitel tonné, dice arrivando con in mano un grande piatto di portata. «A me piace tagliato sottilissimo e con tanta salsa. Per renderla più aggraziata aggiungo un paio di carote prese dal brodo in cui ho cotto la carne e alla fine, proprio prima di servire, qualche goccia di succo di limone sulla superficie. Senza questo piatto, le torte salate di verdura, i filetti di acciuga piccanti che portava sempre in tavola mia mamma, i tortellini in brodo e dolci a profusione, per me non è Natale».
La Casa nel bosco, dove Antonella vive con il compagno e i figli, in realtà ha un nome, si chiama tenuta Basini, cioè «piccoli baci» e l’amore si sente forte ovunque. Gli alberi, che la cingono in un grande abbraccio, ne sono i primi testimoni: così amati che sono diventati lo sfondo live da una telecamera fissa della trasmissione È sempre mezzogiorno!, in diretta dal lunedì al venerdì su Rai1. Tre cani molto affettuosi, Argo, Pepper e Simba, completano la famiglia allargata e felice di Antonella. Allargata specialmente durante le feste perché la regola d’oro che dice che a Natale nessuno deve rimanere da solo qui non si infrange e si aggiunge sempre un posto a tavola.

Il vitel tonnè di Antonella Clerici

Legate un girello di vitello da 1,5 kg a mo’ di arrosto e immergetelo in acqua fredda con 2-3 carote, 1 cipolla tagliata a metà, 1 gambo di sedano a grossi tocchi, sale, qualche grano di pepe, salvia, alloro e rosmarino legati in un mazzetto.

Portate a ebollizione e cuocete sulla fiamma bassa per almeno 45 minuti. Spegnete, fate intiepidire, poi scolate il girello, avvolgetelo in un foglio di alluminio e lasciatelo raffreddare del tutto; infine mettetelo in frigo per almeno 3 ore (potete prepararlo il giorno prima).

Tenete da parte 2 carote del brodo di cottura della carne. Preparate una maionese classica frullando tuorli, sale, succo di limone e olio di semi di girasole, poi aggiungetevi abbondante tonno sott’olio sgocciolato, capperi, 1 cucchiaio di pasta di acciughe e le carote tenute da parte: ecco il segreto di Antonella per rendere più elegante e dolce la salsa.

Affettate molto sottilmente il girello, se possibile con l’affettatrice (quello di Antonella è quasi un velo). Distribuite un poco di salsa nel piatto di portata e formate un primo strato di fettine di vitello, coprite con la salsa e ripetete fino a terminare gli ingredienti così da avere un generoso strato di salsa tonnata in superficie. Completate con cucunci (frutti del cappero) e con qualche goccia di limone spremuta appena prima di servire.

Massimo Bottura: 10 curiosità che (forse) non sapevate

Massimo Bottura: 10 curiosità che (forse) non sapevate

Una carriera luminosa sì, ma anche interessi e progetti che definire poliedrici è un eufemismo: i 61 anni di Massimo Bottura, nato il 30 settembre 1962 a Modena, hanno delineato una linea di demarcazione netta nella percezione degli chef contemporanei, andati ben oltre la bravura in cucina.

Bottura ha infatti dimostrato che, oltre ad essere un cuoco eccellente, si può essere al contempo filantropo, ambasciatore globale della lotta allo spreco alimentare, parlare alle Nazioni Unite e veicolare l’arte contemporanea meglio di un gallerista.

Lo abbiamo visto sul set di serie e documentari per Netflix, come direttore di giornale (la nostra!), riconosciuto dalle università, ideatore di progetti benefici importanti come Il Tortellante e Food For Soul, alle sfilate insieme all’amico e compagno di scuola Marco Bizzarri, CEO di Gucci: un genio caleidoscopico il suo, supportato e condiviso con la moglie Lara Gilmore, che gli ha fatto vincere tutto, compreso un Compasso d’Oro, l’Oscar per il design. Sempre con piedi ben piantati a terra e occhi rivolti al cielo per un futuro luminoso, sostenibile, collettivo.

Siete curiosi di saperne di più? Ecco un excursus nel suo mondo. Laurea honoris causa compresa.

le ricette da fare a casa | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Antonino Cannavacciuolo è senza dubbio uno degli chef italiani più amati, per la cucina, certo, ma anche per come si è fatto conoscere attraverso la tv: un gigante dal cuore tenero che dispensa pacche di incoraggiamento e che sa divertire e commuoversi.

Oggi, 16 aprile, compie 48 anni e noi, in occasione del suo compleanno, ne ripercorriamo la carriera, tra curiosità e ricette.

Antonino Cannavacciuolo, il bambino che sognava di diventare chef

Il viaggio nella cucina di Antonino Cannavacciuolo, originario di Vico Equense a Napoli, inizia da piccolo, quando con la nonna prepara i piatti tradizionali della propria terra o quando segue il padre – anch’egli cuoco – nelle grandi brigate dei ristoranti. Sono questi i momenti in cui matura in lui il desiderio di diventare, da grande, uno chef.

Radici per andare lontano: da Napoli al lago d’Orta

Nonostante il forte legame con la famiglia e con i luoghi che lo vedono diventare ragazzo – anzi, forse proprio grazie a queste radici profonde – sente il bisogno di andare lontano per crescere. Dopo il diploma di alberghiero, Cannavacciuolo costruisce la propria carriera attraverso diverse esperienze all’estero e in Italia, infine approda al lago d’Orta per restarci. Qui, con la moglie Cinzia, assume la gestione di Villa Crespi e il ristorante negli anni conquista due stelle Michelin.

Tra Campania e Piemonte: la cucina e le ricette di Antonino Cannavacciuolo

La cucina dello chef ha l’impronta indelebile della Campania, quella che si porta con sé il profumo del mare, dei limoni e i sapori semplici di casa. La creazione dei piatti gioca tra questo passato e il presente vissuto in Piemonte, in perfetto equilibrio tra cuore e tecnica, sempre esaltando la materia prima e gli ingredienti, pochi, riconoscibili e di qualità, talvolta reinterpretati nella forma, ma sempre con rispetto. In menù non manca mai la pasta (di Gragnano e cotta al dente) e il pesce (molluschi, crostacei e pesca azzurro), mentre tra le creazioni più celebri non si può non citare il tonno vitellato, rivisitazione del vitello tonnato, e il dolce Viva l’Italia.

Le stelle dello chef Cannavacciuolo, da Villa Crespi ai bistrot

Un’idea di cucina che è proposta non solo tra gli stucchi e gli intarsi di Villa Crespi, 3 stelle Michelin, ma anche in maniera più informale nei bistrot di Cannavacciuolo, da quello di Novara a quello di Torino, entrambi premiati con una stella Michelin. Lo stesso riconoscimento ottenuto dal ristorante Cannavacciuolo Countryside aperto a Ticciano, nella casa d’infanzia dello chef: un progetto con cui Cannavacciuolo riporta la propria cucina nella terra d’origine, e al Laqua Vineyard, sempre di proprietà dello chef.

Antonino Cannavacciuolo in tv: MasterChef e non solo

Quella che lo vede protagonista del piccolo schermo è un’altra storia. Cannavacciuolo esordisce in tv nel 2013 con Cucine da incubo (che ha appena ripreso con la nuova stagione), poi nel 2015 diventa giudice di MasterChef accanto a Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Carlo Cracco, un ruolo cui si affeziona molto, tanto da partecipare a tutte le successive edizioni. Nel mezzo è protagonista anche di Antonino Chef Academy, ‘O mare mio, Family Food Fight. La sua abilità in cucina diventa nota al grande pubblico che Cannavacciuolo conquista con simpatia, autoironia, sensibilità ed empatia.

Le ricette di Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo

Le ricette di Antonino Cannavacciuolo che abbiamo cucinato

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