Aggregatore contenente tutte le ricette andate in onda di Benedetta Parodi da Cotto e Mangiato
Alla base di una sana cucina – vegetale e non – ci sono i legumi, e in particolare i fagioli, che una volta cotti, possono essere impiegati in minestre o zuppe, in contorni, ma anche come proteina principale in numerose ricette.
Non sapete come cuocerli? È molto semplice, ma richiede del tempo tra la parte dell’ammollo e poi quella della cottura. Qui sotto trovate i passaggi da seguire, mentre nella nostra gallery trovate altri suggerimenti per trarre il massimo dalla loro cottura.
Come cucinare i fagioli secchi
Ingredienti
250 g di fagioli secchi
1 spicchio d’aglio
2 foglie d’alloro (o altro aroma a piacere)
acqua qb
Procedimento
Prendete i fagioli secchi e lavateli sotto l’acqua corrente. Poi prendete una bacinella capiente e metteteli in ammollo nell’acqua fredda per una notte o più. Se potete, cambiate ogni 4-5 ore l’acqua d’ammollo, per evitare la fermentazione. L’acqua non va salata. L’indomani, scolateli e risciacquateli sotto l’acqua corrente.
Ora prendete una pentola fonda, riempitela d’acqua fredda, aggiungete i fagioli e l’alloro (o l’aroma che volete voi), ma non salate (il sale potrebbe rompere la buccia). Portate l’acqua a ebollizione, poi fate cuocere a fuoco lento, a pentola semicoperta. Se si forma tanta schiuma sulla superficie (dovuta alla fermentazione), aggiungete all’acqua di cottura un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva.
Una volta cotti – ci potrebbe volere un’ora o anche due, dipende da quanto sono vecchi i fagioli o da quanto sono rimasti in ammollo -, spegnete il fuoco e lasciateli raffreddare nella loro acqua di cottura.
Ora sono pronti per essere impiegati nelle vostre ricette o anche per essere mangiati così, facendoli saltare in padella, salandoli, e conditi con solo un filo d’olio extravergine d’oliva.
Sfogliate la gallery per scoprire tutti i consigli
Zuppa di fagioli di Lamon con orzo
Minestrone di tre fagioli
Pasta e fagioli con le cotiche
«È un piatto che esprime perfettamente la concretezza di questo progetto, e il motivo per cui ho scelto di farne parte», dice Gennaro Esposito. «A Centumbrie abbiamo la fortuna di lavorare con prodotti autentici coltivati nei terreni dell’azienda, e con grandissima etica: grandi sapori che noi abbiamo il compito di accarezzare, per valorizzarli il più possibile», prosegue lo chef. «L’Umbria ha una cucina solida e importante, per il menù di Evo Bistrot l’ho interpretata in chiave moderna, più leggera, ricca di vegetali e anche di carni tipiche come l’oca o la faraona. E oltre a questo ci sono dei tocchi mediterranei», racconta ancora Esposito, che a Centumbrie ha affidato la cucina al suo giovanissimo pupillo Raffaele Iasevoli.
Nel menù, infatti, ci sono anche tanti piatti di cucina del Sud, specie di pesce, in un inedito e appagante matrimonio gastronomico che racconta anche le radici di Esposito. Il risultato è una bella scelta di piatti che vanno dai crudi agli spaghetti al pomodoro dello chef che fanno capolino tra i primi insieme a tortelli di oca o linguine spezzate con brodo di cipolla e tartufo nero. Tra i secondi una ricca carta di carni fatte al Josper come Ribeye di bovino umbro; Faraona, e anche molto pesce, prima di un’altrettanto lunga lista di piatti vegetariani in cui, accanto a questa meravigliosa zuppa di erbe amare di cui Esposito ci ha dato la ricetta, ci sono tra gli altri parmigiana di verdure e carpaccio di petali di rapa rossa in agrodolce con pecorino e salsa verde. L’alternativa? La pizza, che all’Evo Bistrot è bassa, friabile, leggera («ma – ci tengono a precisare – non romana». Infine tapas da accompagnare ai cocktail di una drinklist in cui spiccano i signature fatti anche con il profumato olio evo di Centubrie, oppure ai vini dell’azienda o prodotti prevalentemente nel territorio che seguono la stessa filosofia abbracciata dalla famiglia Cinaglia e Menicucci: più locali e naturali possibile.