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Decreto Aiuti Quater: tagli bollette, aiuti famiglie e imprese, cosa c’è da sapere

La Cucina Italiana

Bollette a rate, potenziamento del bonus bollette di 600 euro, proroga dei crediti d’imposta, sconti sulla benzina. Il decreto Aiuti Quater, il primo firmato dal governo Meloni, contiene nuove misure contro il caro energia, per «dare una immediata risposta alle famiglie e alle imprese per fronteggiare l’aumento del costo delle bollette», come ha spiegato la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di questa mattina. «Le misure principali di spesa sono di proroga dei provvedimenti esistenti fino al 31 dicembre», ma sono state anche inserite «nuove norme».

Per il decreto legge, che si chiama proprio «Misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica» ed è strutturato in 13 articoli, sono stati stanziati 9,1 miliardi di euro.

Taglio delle accise carburanti e tutela del prezzo del gas 

Gli sconti sul prezzo di benzina, diesel e GPL al distributore vengono prorogati fino al 31 dicembre: per questa misura vengono stanziati 1,3 miliardi di euro. È quindi confermato, per benzina e diesel, il taglio di 30,5 centesimi al litro (considerato anche l’effetto sull’Iva). Per il GPL lo sconto vale 8 centesimi di euro ogni kg, che sale a circa 10 centesimi considerando l’impatto sull’Iva. È anche stato prorogato al 10 gennaio il regime di tutela del prezzo del gas per le utenze domestiche.

Bonus bollette da 600 a 3.000 euro ai dipendenti

Il decreto aiuti quater alza a 3 mila euro la soglia dei premi esentasse che le imprese possono concedere ai dipendenti per pagare le bollette, come fringe benefit («una sorta di tredicesima detassata», come l’ha definito Meloni). Il bonus bollette da 600 euro era stato introdotto dal decreto aiuti bis: viene erogato ai dipendenti delle aziende private dal datore di lavoro indipendentemente da reddito e Isee.

Bonus POS

Per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici e la trasmissione della fattura telematica all’Agenzia delle Entrate, è previsto anche un bonus POS pari al 100% della spesa sostenuta per l’acquisto dello strumento, fino a un massimo di 50 euro per ogni POS e, comunque, entro la soglia di 80 milioni di euro per l’anno 2023. L’agevolazione viene concessa sotto forma di credito d’imposta da utilizzare in compensazione.

Rateizzazione delle bollette per le imprese

Le imprese potranno richiedere ai fornitori la rateizzazione delle bollette di gas e luce per un massimo di 36 rate mensili, a tasso agevolato, per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 31 dicembre 2023. La domanda deve essere fatta dalle aziende ai fornitori secondo modalità stabilite con decreto del Ministero dello sviluppo economico. La rateizzazione decade nel caso in cui due rate – anche non consecutive – non vengano pagate.

Proroga del credito d’imposta per bar e ristoranti 

Grazie a uno stanziamento di 3,4 miliardi di euro, viene esteso fino al 31 dicembre 2022 il bonus imprese prodotti energetici: è il contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta pari a una quota delle spese sostenute dalle imprese e delle attività come bar, ristoranti ed esercizi commerciali, per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. Sono confermate le aliquote potenziate del credito di imposta pari al 40% per le imprese energivore e gasivore e al 30% per imprese piccole che usano energia con potenza a partire dai 4,5 kW.

cosa dice il nuovo decreto

cosa dice il nuovo decreto

Un italiano su 4 non vede l’ora di poter di nuovo uscire a cena. Ma i ristoranti, così come i bar, le gelaterie e le pasticcerie non riapriranno prima dell’1 giugno

Domenica 26 aprile, intorno all’ora di cena, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato il contenuto del decreto che regolarizzerà la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Si tratta di un graduale programma di concessioni e riaperture che comprende, tra le altre, le misure che interessano i ristoranti la cui attività rimane ancora sospesa.

Ristoranti ancora chiusi, ma via al take away

Dovremo attendere probabilmente l’1 giugno per vedere rialzata la saracinesca di ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, bar e pub, ma se finora abbiamo potuto contare solo sulle consegne a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, dal 4 maggio sarà possibile acquistare cibo d’asporto con regole precise: accedere uno per volta nel locale, evitare assembramenti e consumare obbligatoriamente il cibo a casa o in ufficio, ma non dentro o davanti al locale. Il take away era comunque stato autorizzato già da molte Regioni negli scorsi giorni.

Perdite economiche e ristoranti a rischio

Mentre i ristoratori progettano la ripartenza organizzandosi per attuare tutte le misure di sicurezza (si parla per esempio di garantire una certa distanza tra i tavoli e di posizionare barriere in plexiglas), la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha comunicato che l’ulteriore prolungamento della chiusura delle attività farà perdere 9 miliardi di euro per un totale di 34 miliardi dall’inizio della crisi e che si prevede la chiusura di 50mila imprese con perdite di 350mila posti di lavoro. Di riflesso sono previste, secondo le stime di Fondazione Filiera Italia, perdite per 5 miliardi di euro per l’agroalimentare italiano.

Eppure…

Il paradosso è che, secondo una ricerca dell’Osservatorio Lockdown di Nomisma, la prima cosa che vorrebbero fare 4 italiani su 10 terminata l’emergenza, è proprio quella di andare al ristorante. Tra i desideri più forti per il 49% c’è quello di riabbracciare i propri cari, ma il 43% vorrebbe appunto riprendere abitudini consolidate come quella di andare a cena fuori.

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