Tag: dispensa

Una dispensa a prova di farfalline

Una dispensa a prova di farfalline

Nel periodo primaverile questi insetti si annidano nei nostri cibi rendendoli inutilizzabili. Ecco tutte le strategie per correre ai ripari e ridurre il rischio che accada

Potreste dover affrontare una situazione da incubo se non doveste decidere di correre ai ripari in tempo: il problema sarebbe l’avere a che fare con uno strano svolazzare d’insetti all’interno della vostra dispensa e subito dopo nell’intera cucina. Stiamo parlando delle farfalline, quegli odiosi insetti che in primavera si annidano nelle confezioni di cibo e che vi possono dare il tormento per settimane.

Chi sono questi insetti

Si chiamano farfalline del cibo, ma sono anche conosciute come tarme della farina e si cibano di tutti i grani, che siano integri o macinati. Farine, pasta, riso, ma anche biscotti, frutta secca, cereali da colazione, fette biscottate: tutto è un possibile cibo per questi insetti che annidano le loro larve nelle pieghe delle confezioni. Una volta che i prodotti ne sono stati intaccati non c’è rimedio, occorre buttare tutto. Per questo è fondamentale agire d’anticipo.

farfalline-in-dispensa

Una dispensa a prova di farfalline

Il primo passo da fare è svuotare tutto e disinfettare. Le larve potrebbero avere già infestato gli scaffali della vostra dispensa e allora tutto potrebbe essere inutile. Quindi svuotate mensole e armadi e con uno straccio imbevuto di acqua e aceto passate tutte le superfici: in questo modo del tutto naturale avrete disinfettato ogni angolo della dispensa. Il secondo step consiste nel passare al miscoscopio ogni confezione, soprattutto quelle già aperte: se vedete delle piccole larve, anche soltanto sulla superficie dei pacchetti, buttate tutto, potrebbero essercene anche all’interno.

Come conservare correttamente i cibi

Una volta che vi sarete assicurati di non avere alimenti intaccati dalle farfalline, versate il contenuto di sacchetti già aperti in barattoli, meglio se di vetro, con un tappo a chiusura ermetica. In questo modo sarete certi che le odiose farfalline non potranno contaminare nulla.

Nel tutorial qualche altro consiglio per tenere lontane le farfalline dalla vostra dispensa

Il bustrengo, dolce romagnolo “svuota dispensa”

Il bustrengo, dolce romagnolo “svuota dispensa"

Il bustrengo è una torta tradizionale romagnola, famosa per essere una ricetta povera, ma allo stesso tempo ricca di tantissimi ingredienti

Il bustrengo è un dolce tradizionale dell’Emilia Romagna, in particolare della zona di Cesena, Forlì e Rimini, e diffuso in parte anche nelle Marche. Questa torta casalinga ha origini lontane e povere ed è famosa, tra le altre cose, per la grande quantità di ingredienti in essa contenuti. Non ne esiste una vera e propria ricetta, ma solamente una preparazione base indicativa, da modificare a piacere in base ai gusti, alla propria fantasia e soprattutto agli ingredienti che si hanno in dispensa.

Storia e tradizione del bustrengo

L’origine del bustrengo è poco chiara, così come incerta è l’origine del nome, che in dialetto si pronuncia bustreng e che sembrerebbe essere riconducibile ai barbari e all’epoca in cui invasero l’Emilia Romagna. Quel che è certo è che si tratta di un antico dolce che affonda le radici nelle tradizioni contadine della bassa Romagna e che, oggi come allora, viene preparato con ingredienti poveri e perlopiù durante il periodo autunnale e invernale. Questa torta è da sempre pensata per “svuotare la dispensa”, un riciclo culinario che è allo stesso tempo semplice, goloso e sostanzioso. Si ritiene che all’inizio venisse cucinata soprattutto per utilizzare il pane raffermo avanzato; questo, infatti, veniva ammollato nel latte, sbattuto poi con uova, zucchero e strutto, e infine cotto insieme agli ingredienti stagionali che si aveva a disposizione.

Una torta, tante varianti

Come molti altri piatti poveri di origine contadina, del bustrengo non esiste una versione ufficiale, in quanto la ricetta varia di famiglia in famiglia e di città in città. Una delle varianti più note è però quella della città di Borghi, un paesino situato sulle colline del cesenate, dove ogni anno viene celebrato con una sagra che si tiene la seconda domenica di maggio. La ricetta tipica di Borghi prevede addirittura l’utilizzo di 32 ingredienti, di cui 12 sono un segreto gastronomico gelosamente custodito dai locali. Tra gli ingredienti base del bustrengo non mancano mai la farina bianca e la farina gialla (ovvero l’equivalente moderno del pane raffermo), il latte, le uova, il miele e la frutta secca (ad esempio noci, mandorle, pinoli o fichi), mentre tra quelli facoltativi troviamo il pane grattugiato, il burro, la mela sbucciata, l’uva passa, la scorza grattugiata di limone o d’arancia e il vino. Esistono, inoltre, anche varianti speziate, al cacao o realizzate con farine di tipo diverso, quali ad esempio quella di castagne.

Foto: bustrengo torta 32 ingredienti_Basswulf_Flickr.jpg

Ricerche frequenti:

PEPERONCINI SOTT’ OLIO alla RICOTTA

Ingredienti: 500g peperoncini rossi, 400g ricotta, 300g caprino, 250ml aceto di vino bianco, 2 foglie di alloro, capperi, olio extra vergine di oliva, sale

Tagliare la calotta ai peperoncini, svuotarli facendo attenzione a non romperli, eliminando i semini e sciacquarli. Portare ad ebollizione in una pentola l’aceto con 300ml di acqua, tuffare i peperoncini, unirvi le foglie di alloro e cuocere per 4 minuti. Scolare i peperoncini, metterli a testa in giù e lasciarli asciugare per 12 ore. Mescolare a crema la ricotta con il caprino e un pizzico di sale, farcire i peperoncini e porvi al centro 1 cappero, facendolo leggermente affondare; adagiare man mano i peperoncini ripieni con l’apertura verso l’alto, in vasetti di vetro sterilizzati. Riempire i vasetti con l’olio, colmandoli, in modo che i peperoncini siano completamente ricoperti. Chiudere ermeticamente i vasetti e riporli al buio in dispensa; attendere almeno 1 mese prima di consumarli.

Proudly powered by WordPress