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Quadrotti ricotta e cioccolato senza burro e senza uova

Mi piace avere tutto sotto controllo, soprattutto in cucina. Aprire la dispensa e vedere tutto allineato secondo un mio codice; poter prendere le cose senza neanche guardare dove metto le mani.
Un esempio? Quando mi serve il barattolo della farina 00 so che si trova al centro di tre barattoli: alla sua destra c’è quello della farina 0, mentre a sinistra quello della farina per le lunghe lievitazioni.
Anche in frigorifero, ogni cosa ha il suo posto e tutto è posizionato in base alla scadenza, proprio come nella dispensa.
Lo so , probabilmente è da paranoica, ma a me va bene così.
Ieri però qualcosa è andato storto e una confezione di ricotta in scadenza è finita in fondo alla mensola, dietro il contenitore dell’insalata. Urgeva uso immediato e dato che il pranzo era già impostato ma il dolce no, ho improvvisato questi quadrotti con il cioccolato, che ne dite vi piacciono.

Ingredienti

250 g di farina 00
50 g di farina di mandorle
40 g di cacao amaro
120 g di zucchero
250 g di ricotta
40 ml di olio di riso o a piacere di semi
1 bustina di lievito per dolci
12 bicchiere di latte
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
3 cucchiai di gocce di cioccolato

Preparazione

Preparare tutti gli ingredienti, scaldare il forno a 180°C e foderare una tortiera rettangolare o quadrata con carta forno.

In una ciotola setacciare la farina, il lievito, il cacao

mescolare e aggiungere la farina di mandorle.

In una ciotola a parte versare la ricotta e l’estratto di vaniglia, mescolare.

Aggiungere l’olio riso,

lo zucchero e mescolare  ancora 

fino ad ottenere una crema.

Sempre mescolando unire un terzo degli ingredienti secchi

 un po’ del latte, ancora i secchi, latte ed infine l’ultima parte della farina.

Il latte potrebbe non servite tutto, l’impasto deve risultare omogeneo e cremoso.

Unire le gocce di cioccolato, amalgamare il tutto

stendere il composto in una teglia, infornare e 

cuocere per circa 30 minuti, vale la prova stecchino.

Il panettone Fiasconaro è il più buono d’Italia

L’azienda Fiasconaro di Castelbuono da quasi vent’anni sforna il più settentrionale dei dolci natalizi e nel 2018 il suo panettone è stato giudicato il migliore d’Italia al Sigep, il Salone internazionale del dolciario di Rimini

Nel mezzo del Parco delle Madonie, in un paesaggio naturale rigoglioso e indomito, c’è un luogo in cui un profumo intenso di vaniglia e di burro aleggia nell’aria, notte e giorno, penetrando ogni vicolo: è Castelbuono, il paese dove Nicola Fiasconaro ha deciso di creare i panettoni più buoni non soltanto della Sicilia, ma di tutta Italia. Riuscendoci.

La storia di una famiglia pervicace

La fortuna dei Fiasconaro, oggi alla terza generazione, inizia con Mario, che nel 1953 decise di aprire un piccolo laboratorio di gelateria e pasticceria a Castelbuono, suo paese natale. In un momento storico in cui i frigoriferi non erano così diffusi, per preparare i gelati Mario si faceva mandare la neve dall’Etna o dai Nebrodi e poi con i limoni e le arance ricchi di succo e di profumi creava i gusti tanto caratteristici della sua Sicilia. Il successo fu immediato. Ai gelati si affiancarono poi cassate, cannoli, sfincioni alla ricotta e tutti i dolci tipici siciliani. La produzione continuò a essere nel piccolo laboratorio sino alla fine degli anni 90, quando ad aiutare Mario arrivarono i suoi tre figli, Nicola, Martino e Fausto. Le competenze, la voglia di fare e l’intuito dei tre ragazzi fecero spiccare il volo all’azienda che divenne una realtà conosciuta in tutto il mondo. Da allora è cambiata anche la produzione: Nicola, che dei tre fratelli è quello che si è dedicato alla pasticceria, durante i suoi viaggi alla scoperta di prodotti e di tecniche di pasticceria, si è innamorato della pasta acida, di Gioacchino Alemagna e del suo panettone, e ha deciso di provare a farne uno anche in Sicilia, nella sua Castelbuono. Il risultato sono stati 10mila kg di panettoni sfornati al giorno, che oggi, grazie all’intraprendenza e alla capacità dei figli di Nicola, sono assaggiati in tutto il mondo.

L’alchimia dell’impasto

Il panettone Fiasconaro per diventare il dolce soffice e morbido apprezzato da tutti (tra cui molti volti famosi come Bruce Springsteen e Madonna) ha bisogno di tre giorni di lavorazione. Tutto ha inizio da una pasta madre portata in Sicilia 20 anni fa che viene rigenerata ogni giorno alle prime ore del mattino. Dopo una prima lavorazione, l’impasto viene messo nel bricchetto di cartone e poi lievita per 15 ore. Dopo la cottura viene lasciato in una camera refrigerata a riposare altre 15 ore, in modo che perda parte dell’umidità. Questo passaggio gli consente di poter restare soffice e morbido per circa 3 mesi, senza l’uso di alcun conservante. Infine viene imbustato, confezionato e spedito in ogni parte del mondo. Lavorazione artigianale, materie prime e personalizzazione delle confezioni sono le chiavi del successo che fanno del panettone Fiasconaro un prodotto di altissima qualità.

Una liason d’autore

Per Natale poi è nato un grande sodalizio con altri due nomi del made in Sicily: i due stilisti Dolce & Gabbana hanno infatti firmato il packaging del nuovo panettone Fiasconaro Zafferano e agrumi, fatto, come al solito, con materie prime locali di altissima qualità. Agrumi e carretti siciliani coloratissimi per un packaging di latta da collezionare e per un panettone che ancora una volta esalta i prodotti di Sicilia. Perché è isolano anche lo zafferano utilizzato nell’impasto, che viene coltivato nella provincia di Enna dove la cultura di questo oro rosso fa parte della tradizione. Tradizione ora riscoperta grazie al lavoro certosino di alcuni giovani imprenditori agricoli innamorati della propria terra. Lo stesso amore che porta Nicola a rimanere e a investire nel suo paese d’origine, impiegando nella sua azienda soltanto giovani di Castelbuono. Un modo, come dice il maestro pasticciere, di restituire un poco della grande fortuna e del successo che lui e tutta la sua famiglia hanno guadagnato nel mondo e soprattutto in Sicilia. Grazie a una passione, una intraprendenza e a una visione illuminata tipica dei grandi uomini.

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