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Boomdabash: orecchiette, disco d’oro e libro nuovo: Intervista

Boomdabash: orecchiette, disco d'oro e libro nuovo: Intervista

Abbiamo intervistato Biggie Bash, il cantante del gruppo musicale Boomdabash. Quattro chiacchiere in libertà su Salento, ricette preferite e luoghi del cuore

Mettetevi comodi, selezionate una compilation dal ritmo in levare e scoprite che cosa c’è dietro Salentu d’Amare, il libro (anche di ricette) dei Boomdabash, il gruppo musicale salentino, protagonista indiscusso della colonna sonora delle nostre estati, da diversi anni. La parola a Biggie Bash!

Boomdabash: da sinistra Payà, Biggie Bash, Blazon e Mr.Ketra
Boomdabash: da sinistra Payà, Biggie Bash, Blazon e Mr.Ketra (ph Flavio&Frank)

«Il libro che avete in mano era nelle nostre teste già un anno fa». Così si legge nella prima riga dell’introduzione. «Ma a ripensarci bene, era nei nostri cuori da molto prima», mi dice il cantante Biggie Bash, che insieme a Payà (l’altro cantante) e a Blazon e Mr. Ketra (gli uomini alle macchine del «sound system») forma il famoso quartetto di Mesagne (BR). Non è un romanzo, ma è pieno di storie appassionanti; non è una guida, ma troverete indicati posti speciali, spesso fuori dalle rotte più note; non è un ricettario, ma state pur sicuri che dosi e procedimenti per preparare il pasticciotto, la focaccia barese o le orecchiette con le cime di rapa non mancheranno. Ecco cosa ci ha raccontato Biggie Bash:

La copertina del libro Salentu d’Amare, DeAgostini

Come mai avete deciso di scrivere un libro come questo, una via di mezzo tra il ricettario e la guida turistica? 

«L’idea è nata spontaneamente. La cucina è una parte importante della nostra cultura, in Salento si parla di qualcosa che ha a che fare con la tavola o il cibo come minimo due volte al giorno. Cucinare non significa solo preparare qualcosa per sfamarsi, per noi è un simbolo identitario, è quello che maggiormente restituisce il senso di appartenenza alla terra. A tutti questi concetti altisonanti aggiungi anche la convivialità, il bello di stare insieme, le famiglie numerose, gli ingredienti genuini (quasi sempre di provenienza domestica), le porzioni generose, il profumo del mare e hai trovato il Salento».

Torre Guaceto

Il patrimonio delle ricette pugliesi è vastissimo, come avete fatto a scegliere quelle da inserire nel vostro racconto?

«Il libro è diviso in quattro parti in cui ciascuno di noi si racconta. Ognuno ha scelto le proprie ricette preferite, quelle a cui è più affezionato, quelle che non mancano mai sulla tavola (in particolare del pranzo della domenica, il momento irrinunciabile per il salentino doc). Per non scontentare nessuno, abbiamo riportato solo le ricette «codificate». Poi si sa che ogni focolare ha la sua versione… Le nostre mamme e le nostre nonne sono custodi di tutte quelle piccole varianti che rendono inimitabile la nostra cultura gastronomica (e con «nostra» intendo quella italiana, mica solo quella salentina!). Per questo il mio consiglio è sempre  di provare lo stesso piatto in posti diversi, per scoprire quelle magiche sfumature».

Orecchiette con le cime di rapa
Orecchiette con le cime di rapa

Qual è allora la ricetta che meglio ti rappresenta?

«Confesso che non c’è nel libro. È una preparazione molto povera, che risale ai tempi antichi. Sincera e saporitissima: Ciceri e tria, pasta e ceci. Premetto che sono un appassionato di cucina e in particolare ho un debole per i legumi, li mangio preparati in tutti i modi, talvolta li sgranocchio anche secchi. La particolarità di questa pasta è che una metà dei maltagliati di pasta fresca viene cotta normalmente, l’altra viene fritta e aggiunta alla fine per dare un tocco croccante e molto gustoso al piatto».

Ciceri e tria
Ciceri e tria

Mi sembra che tu sia più di un semplice appassionato…

«In effetti mi piace cucinare, purtroppo non sono molte le occasioni in cui riesco a farlo per via del nostro lavoro, ma quando posso ritagliarmi un momento ai fornelli mi sento a mio agio, come quando sono su un palco. Io sono uno che osserva molto, che ripete i gesti che ha visto eseguire da altri. Molte delle cose che conosco, cucinare è una di queste, le ho imparate guardando chi le sa fare (mia mamma e mia nonna, ovviamente). Questi mesi di pandemia sono stati difficili, però ci hanno dato l’occasione per fermarci e per vivere momenti di quotidianità preziosi. Siccome poi cucinare solo per me non mi dà soddisfazione, per proseguire nel filone salentino della convivialità, il massimo è trovarsi con gli amici nelle sere d’estate per mangiare tutti insieme un bel piatto di orecchiette (per me senza acciuga e senza pane tostato, eh!) oppure una grigliata di carne».

Ti ricordi di un pranzo o di una cena memorabili per i Boomdabash?

«Complicato rispondere, perché il 99,9% delle nostre scelte vengono prese intorno alla tavola del pranzo o della cena. Di sicuro posso dirti che quando abbiamo stabilito di collaborare con Loredana Bertè stavamo mangiando. E questa è stata una delle decisioni che ha condizionato maggiormente la nostra carriera (Non ti dico no, singolo, quattro volte disco di platino, pubblicato il 4 maggio 2018 come secondo estratto dall’album Barracuda, ndr.)».

 

Loredana Bertè e Boomdabash

E invece ricordi gastronomici di quando eri bambino?

«I profumi che riempivano le stanze di casa, quelli sono indelebili nella memoria e ancora presenti nella quotidianità. Però da piccoli, la domenica d’estate, si tornava dal mare non più tardi delle 11.30 perché la nonna doveva finire di preparare (a cucinare il grosso del pranzo ci si era messa già alle 7, dopo doveva solo completare le ultime cose). Il menù subiva poche variazioni ma immancabile, cascasse il mondo, c’era il vassoio delle crudità: finocchio, sedano e cicoria. Freschissimi e dissetanti».

Non abbiamo ancora parlato di dolci, possibile?

«Non si offenda nessuno dei salentini all’ascolto: io al pasticciotto leccese (meraviglia della pasticceria, ndr.) preferisco il bocconotto. Si assomigliano abbastanza, ma mentre il primo è un guscio di frolla di forma ovale farcito di crema, il secondo sembra un funghetto ed è ripieno di confettura di albicocca, di fichi o di mela cotogna (questa è la mia versione preferita)».

pasticciotto
Il pasticciotto alla crema

E dove consigli di assaggiarlo?

«A casa mia. Non credo di averne mai mangiato uno che non fosse fatto dalla mamma, dalla nonna o dalla zia. Se non li fai tu, te li porta il vicino di casa… Non ne ho mai comprato uno. Questa «comunione dei beni» è una caratteristica del Salento, al pari del mare cristallino e della musica reggae, c’è sempre stata e sempre ci sarà. Ti faccio un esempio con uno dei prodotti che meglio identificano il nostro territorio: l’olio. Tutti ne producono un po’ e diventa regalo pregiato o prodotto di scambio. Blazon per esempio ha un piccolo appezzamento e ce ne porta sempre qualche bottiglia in regalo. Per noi l’olio è una cosa sacra, non si acquista al supermercato».

Più racconti e più mi viene voglia di partire seguendo le indicazioni del vostro libro!

«In queste pagine abbiamo cercato di raccogliere oltre ai ricordi e alle ricette, anche qualche dritta per visitare e scoprire i posti meno noti, non turistici, quelli che hanno conservato la loro autenticità. Sono i posti dove siamo sempre andati e dove continueremo ad andare, per una festa in spiaggia con gli amici, la musica e una bella scorta di purpetti (polpette) e fucazza chena (focaccia ripiena). Venite, vi aspettiamo!».

 

“Parte la musica e mi carico
Questo qui è un momento magico
Dal Tirreno all’Adriatico
Io sto bene solamente quando sto con te”
Boomdabash e Baby K, Mohicani, la hit dell’estate 2021, già disco di platino

 

Anna in Casa: ricette e non solo: Nuvola d’oro di Natale

Anna in Casa: ricette e non solo: Nuvola d'oro di Natale

Per la ricetta della nuvola d’oro è necessario che il lievito madre sia molto in forza e rinfrescato per tre volte il giorno dell’utilizzo, con ultimo rinfresco fatto almeno tre ore prima dell’inizio della preparazione.

Per i rinfreschi del vostro lievito madre è meglio utilizzare la farina che poi utilizzerete per preparare il panettone.

Il giorno della preparazione del primo impasto procedere con tre rinfreschi consecutivi. 

Questi sono stati i miei orari per poter iniziare il primo impasto intorno alle 20:30.

   . ore 08:00 primo rinfresco lievito: 60g lievito madre, 60 g farina per panettoni, 30 ml acqua

   . ore 12:00 secondo rinfresco lievito: 80g lievito madre, 80 g farina per panettoni, 40 ml acqua

   . ore 16:00 terzo rinfresco lievito: 150g lievito madre, 150 g farina per panettoni, 75 ml acqua

   . ore 20:00-20:30 inizio primo impasto.

 Per la lavorazione sarà necessaria un’impastatrice, un piano di lavoro che non sia di legno ( io ultimamente sto utilizzando un piano in polipropilene), un termometro da cucina, ferri da calza o stecchi lunghi per spiedini e un spatola. 

– Prima di iniziare ad impastare, mettere almeno un’ora la ciotola della planetaria, l’inserto a foglia e il gancio in frigorifero.

– Durante la lavorazione dell’impasto fare attenzione che lo stesso non si scaldi troppo (non deve superare i 26-27°, nel caso raffreddarlo ponendolo una decina di minuti in frigorifero.

– Per la pezzatura servirà 1 stampo basso (o a piacere alto) da 1 kg e uno o due pirottini per l’avanzo di impasto: nello stampo da un kg sarà sufficiente il 75% dell’impasto finito, il resto potrete suddividerlo a piacere nei pirottini.

– Per la cottura scaldare il forno a 160°C statico.

    . La nuvola d’oro da 1 kg cuocerà in 45 minuti circa, con temperatura al cuore di 94°C.

  

 

-Per raffreddare il panettone a testa in giù, io ho capovolto una sedia e ho messo i panettoni in sospensione sul poggia piedi, in modo che la cupola non tocchi alcuna superficie.

 Per la conservazione: io ho utilizzato sacchetti alimentari professionali ma comunque potete utilizzare anche quelli alimentari da supermercato, prendendo il tipo più resistente. In ogni caso prima di confezionare il panettone nel sacchetto, vaporizzare o passare l’interno con un foglio di carta cucina imbevuto di alcool alimentare e lasciato evaporare.

Il panettone conservato previa nebulizzazione di alcool si conserverà per una quarantina di giorni, senza questo procedimento per una decina di giorni.

– Prima di gustare il prodotto attendere 3-5 giorni.

–  La sera in cui iniziate il primo impasto preparate anche il mix aromatico.

Procedimento

Mix aromatico

Per il mix aromatico unire gli ingredienti e mescolarli bene. Coprire e tenere a temperatura ambiente.

Primo impasto ore 20:30

Nella ciotola della planetaria (con l’inserto a foglia montato), spezzettare nell’acqua il lievito madre, aggiungere la farina ed iniziare ad impastare. Ottenuto un composto omogeneo, unire lo zucchero poco per volta alternandolo ai tuorli: io procedo con un cucchiaio raso di zucchero, un cucchiaio raso di tuorli e così via fino ad esaurimento dei due ingredienti, attendendo il completo assorbimento del precedente prima di inserire il successivo.

Inseriti completamente zucchero e tuorli, montare l’inserto a gancio e cominciare ad aggiungere il burro poco per volta, sempre attendendo il completo assorbimento della quantità precedente prima di unire la successiva. A burro unito, l’impasto sarà ben incordato e attaccato al gancio e le pareti della ciotola ben pulite.

Trasferire l’impasto in un contenitore che possa contenere il triplo del suo volume finale, segnare la partenza prima della lievitazione e il punto in cui dovrebbe arrivare a lievitazione triplicata. Coprire il contenitore e lasciarlo a temperatura costante per circa 13 ore (io nel forno tutta la notte).

Secondo impasto ore 9:30-10:00 (orario indicativo)

Nella ciotola della planetaria con l’inserto a gancio, mettere tutto il primo impasto con la farina e portare ad incordatura, senza forzare la velocità di lavorazione, io utilizzo medio bassa velocità.

Ad incordatura avvenuta, inserire zuccheri e tuorli procedendo come fatto per il primo impasto.

Inserito zucchero e tuorli, unire il sale e poco alla volta ( io un cucchiaino da caffe per volta) l’acqua

Infine unire il burro come descritto nel primo impasto.

A burro completamente assorbito, unire il mix aromatico.

Per controllare se l’impasto è ben incordato fate la prova velo.

Trasferire il composto sul piano leggermente imburrato e lasciatelo puntare all’aria per 2 ore e mezza.

A puntatura terminata fate la pezzatura e pirlate l’impasto per due volte lasciando passare 30 minuti tra una pirlatura e l’altra.

Infine mettere l’impasto nel pirottino da panettone basso ( io l’ho appoggiato su una griglia per poterlo trasportare poi meglio) e lasciare lievitare fino a quando non raggiunge due cm dal bordo.

Quando l’impasto ha raggiunto i due cm dal bordo, scoprirlo e porlo in frigorifero per una trentina di minuti.

Scaldare il forno statico a 160°C.

Fare la scarpatura tagliando delicatamente la superficie a croce e sotto ogni lembo porre una noce di burro.

Infornare nel piano più basso del forno e cuocere per circa 45 minuti, controllando la cottura con il termometro che deve segnare 94°C. 

N.B. se durante la cottura la cupola si dovesse scurire troppo, coprirla con un foglio di alluminio.

Appena sfornata la nuvola d’oro infilzare subito la base con i ferri e capovolgerla immediatamente a testa in giù. Lasciare raffreddare capovolta per 10-12 ore.

Una volta freddi capovolgere i panettoni, togliere i ferri e lasciarli all’aria ancora per qualche ora.

Dopo circa 20 ore confezionare  come descritto all’inizio.

Fusilli con pomodoro, mozzarella e basilico? Un piatto da medaglia d’oro!

Fusilli con pomodoro, mozzarella e basilico? Un piatto da medaglia d’oro!

Atleta di punta della nazionale statunitense di sci alpino, Mikaela Shiffrin è campionessa olimpica e mondiale, vittoriosa in tutte le specialità. Tra i suoi piatti di pasta preferiti, fusilli integrali conditi semplicemente con pomodoro, aglio, basilico e mozzarella.

Mangiare sano, per uno sportivo, è essenziale, per la salute e per le performance in gara. Lo sa bene la Shiffrin, scelta da Barilla per il suo nuovo spot global, che di gare ne ha vinte parecchie, conquistando due titoli olimpici e cinque titoli mondiali ai campionati di sci.
Sport e alimentazione sono un connubio sempre più inscindibile: prendersi cura del proprio corpo, preferire ingredienti di stagione, controllare le quantità senza eccessi, controllarsi. Come in una gara, come quando con gli sci sfrecci in slalom per conquistare la prossima medaglia.

Mangiare sano, però, non significa rinunciare al gusto. Questo vale per tutti, anche per gli sportivi. La vera sfida, in cucina stavolta, diventa quella di scegliere piatti sani, equilibrati ma ricchi di sapore. Come il piatto preferito da Mikaela Shiffrin che la sfida la stravince, portando in tavola ingredienti semplici, freschi e che insieme danno vita a un piatto ricco di gusto.

“Se è fatta bene posso mangiarla tutti i giorni. Anche ad ogni pasto!” ecco cosa ci ha risposto quando le abbiamo chiesto un commento sulla sua grande passione per la pasta.
Medaglia vinta anche stavolta, Mikaela, sei decisamente degna del titolo di Masters of Pasta!

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Ricetta Fusilli con pomodoro, mozzarella, aglio e basilico

Impegno Facile
Tempo 25 minuti
Vegetariana

Ingredienti per 4 persone

320 g fusilli integrali
300 g passata di pomodoro (fresca, in stagione)
50 g mozzarella
basilico
sale
aglio nero invecchiato
olio extravergine di oliva

Procedimento

Lessate i fusilli in abbondante acqua bollente salata.
Cuocete la passata di pomodoro in una padella antiaderente per circa 10 minuti. Spegnete e completate con una presa di sale e circa 40 g di olio.
Scolate la pasta e versatela nella padella con la salsa. Fatela insaporire saltandola per 1 minuto, quindi servitela completando con la mozzarella a tocchetti, l’aglio schiacciato in crema e foglioline di basilico.

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