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Ricetta Spaghettoni cacio, pepe e bottarga

Ricetta Spaghettoni cacio, pepe e bottarga
  • 350 g spaghettoni
  • 200 g Pecorino Romano Dop
  • 40 g bottarga di muggine
  • lime
  • burro
  • sale
  • pepe

Per la ricetta degli spaghettoni cacio, pepe e bottarga, cuocete gli spaghettoni in abbondante acqua bollente salata, scolandoli 2 minuti prima rispetto al tempo riportato sulla confezione.
Grattugiate il pecorino. Tagliate la bottarga a fettine sottili. Stemperate il pecorino con 2 mestoli di acqua di cottura della pasta mescolando con una frusta.
Fondete una noce di burro in una padella, aggiungete una generosa macinata di pepe e mezzo mestolo di acqua di cottura della pasta; unite quindi gli spaghettoni e finite di cuocerli in altri 2 minuti, mescolando di tanto in tanto. Allontanate la padella dalla fiamma, aggiungete la crema di pecorino e mantecate bene. Distribuite gli spaghettoni nei piatti, guarnite con le fettine di bottarga, la scorza grattugiata di un lime e qualche fettina tagliata sottile. Servite subito.

Ricerche frequenti:

Panini soffici all’olio di Bonci

Panini soffici all'olio di Bonci

Cosa ne dite di preparare insieme i panini all’olio?

Hanno con una crosticina esterna come quelli del panificio sotto casa e internamente sono soffici e mollicosi, pronta da tagliare e farcire o per fare scarpetta.
La ricetta è quella di G. Bonci, è facile ma con tempi di preparazione un po’ lunghi, 
.
La preparazione può essere fatta sia con la planetaria che a mano, ovviamente scegliendo di farlo a mano la lavorazione dell’impasto richiederà tempo e forza. Personalmente ho provato in tutti e due i modi.

Ingredienti

500 g di farina 0 setacciata
275 ml di acqua a temperatura ambiente
35 ml di olio extravergine d’oliva
4 g di lievito di birra
10 g di zucchero
12 g di sale

Preparazione

Versare in un recipiente metà bicchiere dell’acqua prevista in ricetta, unire il lievito e lo zucchero e mescolare.
Sempre dalla dose di acqua prevista in ricetta (che sarà ovviamente meno dato che abbiamo già tolto il mezzo bicchiere per il lievito), togliere 2 cucchiai di acqua e utilizzarla per sciogliere il sale.
Nella ciotola della planetaria inserire la farina, versare l’acqua, iniziare ad impastare con l’inserto a gancio, unire l’acqua con il lievito e , dopo qualche secondo, il sale sciolto. 
Infine, con la planetaria in azione, a filo aggiungere l’olio.
Continuare ad impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo, liscio e sodo.
trasferire l’impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e formare un panetto.
Mettere il panetto in una ciotola capiente, appena appena infarinata e lasciare lievitare fino al raddoppio del volume.
Trascorso il tempo di lievitazione, rovesciare il panetto sulla spianatoia infarinata e, prima con le dita, poi con il matterello, formare un rettangolo.
Con un coltello ben affilato o con il tagliapizza ricavare 8 strisce della stessa larghezza.
Arrotolare le strisce a formare dei rotoli da adagiare distanziati in una teglia foderata con carta forno.
Lasciare lievitare i panini per un’ora

Una volta lievitati, scaldare il forno alla massima temperatura.

Delicatamente con una lametta incidere i panini, ma volendo potete anche saltare questo passaggio.
Con le setole di un pennello bagnate con acqua tiepida, spruzzate leggermente la superficie dei panini, questo trucchetto consentirà di ottenere una crosticina croccante.

Infornare e dopo 2 minuti abbassare la temperatura a 180°C.
Cuocere per circa 20 minuti o fino a doratura.

Una volta pronti, sfornare e mettere i panini a raffreddare su una gratella.

piccola guida per bere gluten free

piccola guida per bere gluten free

Grappa, whisky, gin e vodka sono gluten free? E i liquori? Quali cocktail sono sicuri e quali no? Come può un celiaco orientarsi nell’acquisto di spirits e distillati? Lo scopriamo con la guida degli esperti

Un bicchierino di grappa dopo cena, un amaro, un limoncello fresco d’estate, oppure un cocktail a base di gin. Gli alcolici (sempre responsabilmente e con misura) sono un piacere, anche per chi soffre di celiachia: ma come in molti settori del gusto, chi non può consumare glutine deve sempre tenere gli occhi bene aperti. «Tra gli alcolici dobbiamo fare un distinguo» spiega Laura Diodovich, Professionista Progetto AFC – AiC (Associazione Italiana Celiachia) Marche, che precisa: «occorre infatti distinguere tra i distillati che vanno sempre bene, e che non devono necessariamente riportare la scritta “senza glutine”, purché privi di aromi o altre sostanze, e i liquori. Questi ultimi sono considerati a rischio: ciò significa che sono idonei solo se hanno la scritta “senza glutine”». Da AiC dunque, si ha un semaforo verde per quanto riguarda grappa, gin, whiskey, tequila, vodka eccetera, anche quando provengono da materie prime contenenti glutine. Come è possibile? Lo abbiamo chiesto a chi di distillati si occupa per lavoro.

Alcolici senza glutine: distillati, sicuri al 100 per 100

Luca Sala Trade Marketing Manager di Meregalli Spirits, azienda leader in Italia nella distribuzione di vini e spirits nazionali e internazionali, spiega come il glutine contenuto nella materia prima di gin, whiskey, vodka, ottenuti a partire da cereali, non passa nel distillato perché: «la distillazione serve proprio a separare le parti pesanti da quelle leggere, lasciando tutti i residui come scarto di produzione. Inoltre ciò che viene chiamato “testa e coda” ovvero la parte iniziale e finale del distillato (dove potrebbe risultare traccia) viene buttata. Attenzione particolare va prestata al Gin perché alcune aromatizzazioni vengono fatte per macerazione, quindi potrebbero avere glutine». Del resto, la lista degli aromi che possono contenere glutine «è infinita, ma non sono solo gli aromi ad essere a rischio. Per avere la certezza di un prodotto gluten free bisognerebbe lavorare in un laboratorio asettico, ambiente che quasi nessuno ha in distilleria o in liquorificio».

Maggiori spiegazioni sul Gin arrivano dalla distilleria Mazzetti d’Altavilla: «Il Gin, se è ottenuto attraverso processo di distillazione, è da ritenersi senza glutine. In particolare il Gin Mazzetti, trattandosi di “London Dry”, è ottenuto proprio dalla distillazione di un macerato con alambicchi tradizionali, il che lo rende gluten free». Assolutamente sicura è la grappa, come dimostrano gli esperti di Mazzetti d’Altavilla: «In primis, trattandosi di un distillato che utilizza come materia prima la sola vinaccia dunque le buccette e i semini (detti vinaccioli) degli acini d’uva, il glutine non è contenuto nella materia prima. In secondo luogo, lo stesso processo di distillazione previsto in alambicchi a vapore diretto fa sì che il distillato finale, derivante dalla condensazione del vapore proveniente dagli alambicchi, non possa – seppur vi fosse presenza -acquisire alcuna traccia di glutine attraverso questo metodo di lavorazione».

Liquori senza contaminazioni

Più complicato è il discorso per quanto riguarda i liquori: la contaminazione, spiega Luca Sala di Meregalli, «avviene per presenza in materia prima o per contaminazione da agenti esterni. Vale lo stesso discorso di laboratorio asettico». Per essere certi dell’assenza di contaminazioni, occorre avere a disposizioni delle certificazioni. È quello che fanno in Mazzetti d’Altavilla: «i nostri liquori sono tutti consumabili anche da chi ha intolleranze al glutine. Non essendo distillati in purezza, in questo caso occorre la certificazione che la materia prima non contenga glutine e non preveda la possibilità di contaminazione con materie contenenti invece glutine. Per i miscelati buona cosa sarebbe indicare il simbolo di assenza di glutine sulla bottiglia o sul packaging proprio per assicurare la sua consumabilità da parte di chi presenta intolleranze. Ci stiamo attrezzando in tal senso!» Un marchio o una dicitura leggibile in etichetta renderebbe sicuramente più facile la vita a chi soffre di celiachia, almeno per quanto riguarda la scelta di cosa bere.

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