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Ricetta Crostata senza forno ai due cioccolati

Ricetta Crostata senza forno ai due cioccolati
  • 250 g cioccolato fondente
  • 250 g cioccolato gianduia
  • 200 g panna fresca
  • 50 g riso soffiato
  • 25 g granella di nocciole

PER LA BASE
Fate fondere il cioccolato fondente spezzettato e mescolatelo con il riso soffiato e la granella di nocciole, ottenendo una specie di impasto.
Foderate uno stampo ad anello (ø 22 cm) con la carta da forno, sul fondo e sui bordi, quindi distribuite il composto di riso soffiato in modo da coprire il fondo dello stampo e il bordo, per un’altezza di 2 cm, come fosse un guscio di pasta frolla. Mettetelo a riposare in frigorifero per 30 minuti.

PER LA GANACHE
Tritate il cioccolato gianduia e raccoglietelo in una ciotola.
Scaldate la panna, versatela sul cioccolato e mescolate finché non si sarà sciolto. Attendete che la ganache ottenuta scenda sotto i 30 °C, quindi versatela nel guscio di riso soffiato.
Mettete la torta a consolidare in frigorifero per una notte.
Servitela completando a piacere con nocciole pralinate, intere e spezzettate.

I 13 dessert di Natale della Provenza

I 13 dessert di Natale della Provenza

In Provenza il Natale si festeggia con 13 dolci che hanno significati religiosi ben precisi. Fra questi anche le Oreillettes e la Pompe à l’huile. Ecco le ricette

Per la vigilia di Natale in Provenza si mangiano i 13 dessert. Un numero non a caso, ma con un significato religioso ben preciso: è legato, infatti, a Cristo e ai dodici apostoli durante l’Ultima Cena, anche se alcuni, come il poeta Frederic Mistral, ne cita solo 11. Per l’occasione, il 24 dicembre sera, avviene un vero e proprio rito: si apparecchia la tavola con tre tovaglie rigorosamente bianche, in modo da dare più rilevanza ai colori dei tredici dolci; poi si dispongono tutti i dessert insieme nello stesso momento, secondo un ordine preciso che cambia da famiglia a famiglia; e infine si lasciano sul tavolo anche dopo la Messa di mezzanotte, in modo che ognuno possa consumarli quando preferisce. Ma come tutte le tradizioni di rispetto, cambiano anche da una casa all’altro dello stesso paese, per cui ci si trova sempre di fronte a scenari differenti, anche se ci sono delle costanti. Noi abbiamo deciso di affidarci a Monique Dumonteaux Brunel di Saint-Victor, cuoca provenzale doc.

Quali cosa sono i 13 dessert

Il primo dolce sempre presente è la Pompe à l’huile o Gibassie, una focaccia dolce all’olio, profumata con acqua di fiori d’arancio e scorza di agrumi, di cui vi daremo la ricetta di Monique. Poi ci sono i “quattro mendicanti”: fichi secchi, uva passa, mandorle e noci o nocciole; questo numero si riferisce nell’ordine citato ai quattro ordini religiosi che hanno fatto voto di povertà, cioè Francescani, Agostiniani, Domenicani e Carmelitani. Sesto e settimo dolce sono il torrone bianco e il torrone nero, riservati ai penitenti: il bianco, di solito dolce e liscio, rappresenta il bene e la purezza; il nero, invece, duro e croccante, evoca le forze del male e il peccato. Ottavo dessert sono i datteri, che sono il simbolo di Cristo e dei re Magi venuti da Oriente, mentre il nono le Oreillettes, chiamate anche meraviglie, di cui vi sveleremo sempre la ricetta di Monique. Il decimo dolce sono le Calissons, una pasta di frutta candita e mandorle, ricoperta da uno strato sottile e liscio di glassa, che ricorda un po’ il marzapane, ma con un sapore più fruttato. Infine, i tre frutti invernali: arance, mandarini e uva, quella che è stata conservata appesa nei fienili in grappoli, proprio per i 13 dessert.

Ricetta della Pompe à l’huile

In Provenza a Natale questa fouace dolce non manca mai, anche senza gli altri dodici dessert. Pochi ingredienti semplici, come farina, zucchero e olio extravergine d’oliva, profumati all’acqua di fiori d’arancio e scorze di agrumi vari (che cambiano da una ricetta all’altra), che ricordano un po’ la Stroscia ligure di Pietrabruna.

Ingredienti

½ kg di farina di mais
90 g di zucchero a velo
25 g di lievito per il pane
25 cl di olio di oliva
2 cl acqua di fiori d’arancio
25 cl di acqua tiepida
1 arancio non trattato
un pizzico di sale

Procedimento

Diluite il lievito nell’acqua tiepida e aggiungete della scorza d’arancio grattugiata. Mescolate la farina, un pizzico di sale e lo zucchero. Aggiungete il lievito, l’olio di oliva, i fiori e la scorza di arancio. Impastate fino a ottenere un composto omogeneo e poi formare una palla. Coprite con un panno umido e lasciate riposare per 2 ore a temperatura ambiente fino a che la pasta non raddoppi il suo volume. Distendete la pasta per formare una specie di crêpe rotonda di circa 1 cm su cui fare dei tagli a intervalli regolari e scartare quello che avete tolto per creare come delle fessure, in modo da ottenere una crêpe aperta.
Lasciate riposare nuovamente per un’ora.
Preriscaldate il forno a 180° C e cuocete per 20 minuti. Una volta estratto dal forno, pennellate di nuovo con dell’olio e servite.

Ricetta delle Oreillettes ou Merveilles

Seguendo il procedimento, vi accorgerete che questo dolce molto è simile alle nostre chiacchiere di Carnevale. Anche in questo caso, la ricetta ci è stata data da Monique, che per prepararla segue la tradizione di casa, tramandata da generazioni e generazioni nella sua famiglia.

Ingredienti

250 g di farina
1 uovo
75 g di burro
1/2 bicchiere d’acqua
un pizzico di sale
un cucchiaino da caffè di acqua di fiori d’arancio

Procedimento

Mescolate tutti gli ingredienti fino a formare una palla. Lasciate riposare per una o due ore. Appiattite molto fino a circa 2 mm. Tagliate con l’aiuto di una rotella da pasticceria delle strisce molto strette da 4 o 5 cm e create delle strisce di 10 centimetri. Friggete pezzo per pezzo dentro a una friggitrice finché non sono dorate al punto giusto. Togliete l’olio in eccesso e fate raffreddare su un foglio di carta assorbente. Cospargete di zucchero a velo e servitele croccanti. Le Oreillettes si conservano anche a lungo nel tempo.

Infine, non ci resta che augurarvi buon Natale.

 

Anna in Casa: ricette e non solo: Ricciarelli fatti in casa

Anna in Casa: ricette e non solo: Ricciarelli fatti in casa

                                       

Continuamente si sente parlare di come sarà questo Natale, in quanti potremo essere a tavola e con chi. Scusate ma io non riesco a ridurre tutto solo a questo. Proviamo un attimo a pensare a chi a Natale non avrà vicino i proprio cari perché la pandemia se li è portati via. Pensiamo alle persone che  lo trascorreranno in un letto di ospedale e a quelle si impegnano giorno e notte per aiutare chi sta lottando per avere un Natale. Non tralasciamo poi tutti quelli per cui il Natale e tutto ciò che gira intorno ad esso è fonte di lavoro. Con questo, lungi da me il sottovalutare tutto il resto, come abbracciare i familiari o tornare a casa. 

Come sarà il vostro Natale? 

Qui saremo noi quattro e mia mamma. Se sarà possibile si uniranno mia sorella e mio cognato. Sarà una festa senza la solita tavolata e senza il pomeriggio di parenti che vanno e vengono per gli auguri, ma sarà comunque un giorno fortunato.

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Intanto vi offro un pochino di dolcezza con dei ricciarelli fatti in casa.

Ingredienti

250 g di farina di mandorle

200 g di zucchero semolato

1 cucchiaino di essenza di mandorle amare

1 cucchiaino di pasta di arancia candita  

           (in alternativa scorza d’arancia grattugiata)

3 albumi leggermente sbattuti

q.b. zucchero a velo

Procedimento

Io ho preparato l’impasto la sera verso le 20:00 (deve riposare qualche ora in frigorifero) e ho formato i ricciarelli il giorno dopo (volevo cuocerli al mattino ma non ho potuto e quindi ho rimandato al pomeriggio).

In una ciotola versare la farina di mandorle e mescolarla con lo zucchero. Unire l’essenza di mandorle amare, la pasta d’arancia candita ed infine aggiungere gli albumi poco alla volta, in questo modo potrete dosarne la giusta quantità necessaria ad ottenere un composto omogeneo.

Formare un panetto, avvolgerlo nella pellicola trasparente e metterlo in frigorifero a riposare per tutta la notte.

Il giorno dopo, foderare una teglia con carta forno e versare in una ciotola lo zucchero a velo.

Togliere l’impasto dal frigorifero, e ricavare dei biscotti da 25 g spessi circa 1 cm. Dare una forma a chicco di riso, tipica dei ricciarelli, passarli in abbondante zucchero a velo (coprendoli perfettamente) e allinearli sulla teglia.

Lasciare essiccare all’aria per una ventina di minuti.

Nel frattempo scaldare il forno a 160°C.

Trascorso il tempo di riposo, infornare per 10-12 minuti, saranno pronti quando sulla superficie si formeranno delle piccole crepe, rimanendo però bianchi e morbidi. Sfornarli e lasciarli sulla teglia, nel raffreddarsi si induriranno leggermente.

Una volta raffreddati, riporli in una scatola di latta o un barattolo di vetro, dove si conserveranno anche fino a 7 giorni.

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