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US Open 2022: tiramisù in… coppa!

La Cucina Italiana

Un tiramisù in una coppa… speciale, quella degli US Open 2022

La tennista Iga Świątek ha battuto la tennista tunisina Ons Jabeur al USTA Billie Jean King National Tennis Center di New York lo scorso 10 settembre, vincendo gli US Open 2022 e confermandosi la numero 1 del ranking femminile.  La campionessa è stata protagonista di un dolce episodio durante la conferenza stampa, nella quale ha commentato la sua vittoria. 

Invitata ad aprire la coppa del trofeo, ha trovato al suo interno… un tiramisù: la campionessa, un po’ incredula, ma compiaciuta, ha molto gradito la sorpresa: «Grazie ragazzi! È bellissimo!». Ha tolto la pellicola che copriva il cubetto con il dolce contenuto, dimostrandosi intenzionata a mangiarlo subito, anche rischiando di sporcarsi. Soprattutto perché, ha dichiarato, «non ho ancora avuto il tempo di mangiare…».  

Ig Swiatek trova il tiramisù nella coppa degli US Open 2022!

Julian Finney/Getty Images

Iga Świątek ha solo 21 anni, compiuti il 31 maggio scorso, ed è il volto nuovo del tennis mondiale. Con le sue vittorie, come questa prima agli US Open e due volte il Roland Garros nel 2020 e nel 2022, la tennista polacca ha decisamente le carte in regola per essere la prossima grande protagonista del palcoscenico sportivo internazionale – soprattutto ora che il mondo guarda all’uscita della campionessa Serena Williams. Tra i vari record, apprendiamo da La Gazzetta dello Sport, Iga Świątek è anche la più giovane di sempre a vincere nella stessa stagione Indian Wells e Miami e la quarta in tutto a riuscirci dopo Steffi Graf, Kim Clijsters e Viktoria Azarenka.

Una piccola vittoria, questo tiramisù in coppa,  anche per il nostro dolce nazionale, eletto dalla campionessa polacca come suo dolce preferito: evidentemente un toccasana, visti gli strabilianti risultati sportivi della campionessa che è saldamente in testa alla classifica femminile di tennis, con più del doppio dei punti dalla seconda classificata. Un ottimo risultato agli US Open, ma soprattutto… dolcissimo!

Open Kitchen: Davide Oldani e la cipolla caramellata

La Cucina Italiana

Quante volte avete visto gli chef in tv o sui social cucinare nelle attrezzatissime cucine dei loro ristoranti favolosi? E chissà quante altre volte vi siete chiesti se uno chef cucina a casa propria – ma soprattutto com’è la cucina di casa di uno chef? Con Open Kitchen si aprono le porte, si allacciano i grembiuli e si parte a tutta… golosità. 

Nella cucina di casa di Davide Oldani

Il primo padrone di casa ad accoglierci è Davide Oldani, grande amico de la Cucina Italiana, che proprio nelle cucine della nostra testata ha iniziato a muovere i primi passi, divenuti da gigante in breve tempo. A rappresentare tutti noi che vorremmo cucinare bene come lo chef Oldani c’è la nostra direttrice Maddalena Fossati, che si cala nei panni di sous chef per l’occasione.

La cipolla caramellata

La cipolla caramellata è uno dei più famosi signature dish di Davide Oldani, che nel video racconta come è nata la ricetta originale. Nata un po’ per scherzo, non era in mono porzione come oggi, ma come una tarte tatin – “tante cipolle tagliate a metà, burro e zucchero, sotto sfoglia, cotto in forno e girata” racconta il cuoco. Gli ingredienti base sono la cipolla, il Grana Padano 24 mesi, la polvere di sfoglia, il burro e lo zucchero. Nel video, vediamo Davide e Maddalena cucinare insieme fino a piazzare il piatto, come si dice in gergo. Sembra davvero semplice! 

Una favolosa idea portata al D’O 18 anni fa quando ha aperto, evolutasi nel tempo e che resta in menù ancora oggi perché rappresenta in pieno la visione di cucina dello chef fatta di equilibri – caldo / freddo, morbido / croccante, dolce / salato. Oldani lo definisce un piatto democratico perché tocca tutti i punti del palato. “Un’esperienza diversa”, commenta Maddalena, che conclude con la domanda più importante: “Qual è il segreto di una ricetta felice?” La risposta nel video!

Open Table, cucina sociale e anti-sprechi a Melbourne

Open Table, cucina sociale e anti-sprechi a Melbourne

In Australia, a Melbourne, esiste un progetto di cucina sociale e comunitaria chiamata Open Space, che avvicina le persone e riduce gli sprechi di cibo

Ogni anno enormi quantità di cibo, del valore di circa 5 miliardi di euro, vengono sprecate nelle case degli australiani, un dato ufficiale allarmante se si considera che riguarda solo i rifiuti privati e non quelli commerciali. Per far fronte a questo problema, dal 2013 a Melbourne è nata Open Table, un’organizzazione benefica che condivide pranzi gratuiti in diversi quartieri della città, usando solo cibo che altrimenti andrebbe sprecato. La loro attività va quindi ben oltre quella di una qualsiasi mensa gestita da volontari o di una semplice cucina sociale, ma è pensata tanto per ridurre gli sprechi alimentari quanto per accorciare le distanze sociali e culturali tra i membri della comunità.

L’unione fa la forza… e salva il cibo sprecato

Il cibo ha la straordinaria capacità di unirci, non importa chi siamo o quale siano le nostre origini. Questo è uno dei motti dello staff di Open Table, che ogni mese annuncia incontri gastronomici ed eventi sempre gratuiti e sempre aperti a qualunque membro della comunità, senza alcuna distinzione sociale. I pranzi cucinati dai volontari dell’organizzazione si svolgono regolarmente in sette diversi spazi comunitari, sparsi in zone diverse della città di Melbourne, e il cibo utilizzato è quello donato da aziende locali o raccolto dai supermercati dei vari quartieri di riferimento, ovvero tutti prodotti alimentari freschi e in buone condizioni che andrebbero altrimenti gettati via. L’imprevedibilità degli ingredienti di volta in volta “salvati” e cucinati, rende impossibile avere un menu prestabilito, ma rappresenta anche uno stimolo creativo per i volontari ai fornelli. In questo modo il progetto culinario e itinerante di Open Table risulta stimolante e sempre diverso, così come sempre diverse sono anche le ricette preparate e ispirate dalle cucine del mondo, che cambiano in base ai background culturali dei cuochi-volontari. Quella che resta sempre uguale è la volontà di puntare a un menu vegetariano, quindi accessibile a tutti, con proposte e alternative anche vegane e gluten free. Come testimoniano le immagini condivise sui canali social di Open Table, ogni incontro è diverso e ogni incontro è un successo, una vera e propria festa della comunità in cui si ha l’opportunità di conoscere i propri vicini di casa, assaggiare i piatti prelibati cucinati e scoprire qualcosa in più sul problema degli sprechi di cibo.

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Gli obiettivi raggiunti da Open Space

Oltre all’aspetto ambientale, culinario e comunitario delle iniziative, lo staff di Open Space cura infatti, da sempre, anche quello informativo e divulgativo. Sia attraverso i propri canali social sia nel corso di seminari e dibattiti, non perdono occasione per parlare del problema globale dello spreco di cibo e del suo impatto ambientale e per dare suggerimenti pratici su come ridurlo nelle proprie case e nelle attività quotidiane, ad esempio attraverso ricette creative per riutilizzare gli avanzi e buone pratiche da seguire nell’acquisto dei prodotti alimentari. L’organizzazione non-profit ha anche da poco divulgato gli obiettivi raggiunti nel 2019: 88 pranzi gratuiti organizzati con oltre 3mila piatti serviti e la partecipazione di circa 30-70 persone a pasto, 4 tonnellate di cibo salvati e 18 workshop “zero waste”.

Non possiamo che sperare che iniziative come quella di Open Table siano di ispirazione per i cittadini nel mondo per imparare a evitare gli sprechi alimentari e avere un atteggiamento più responsabile e consapevole rispetto a questa problematica, magari trasformando gli avanzi alimentari in occasioni di incontro e confronto.

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