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Insalata palermitana: freschezza e bontà

Insalata palermitana: freschezza e bontà

Dalla Sicilia una ricetta tipicamente estiva per affrontare il caldo senza rinunciare al gusto. E i consigli di una produttrice d’olio

Direttamente dalla Sicilia, una ricetta facile e gustosa per l’estate: insalata di pomodori, fagiolini, patate e cipolle. Per servire in tavola questo piatto occorrono pochi e semplici ingredienti di stagione. La soluzione ideale per affrontare il caldo intenso che ci attanaglia e appagare la vista con i colori della bella stagione. Abbiamo chiesto a Natalia Ravidà, lady siciliana dell’olio, la sua personale ricetta pubblicata nel volume Season of Sicily – Recipes from the south of Italy.

«Per preparare questo piatto estivo, tipico di Palermo, si comprano gli ingredienti già pronti dai fruttivendoli che nel pomeriggio cuociono in grandi pentoloni di rame le patate e i fagiolini. Una volta arrivati a casa si compone il tutto con cipolle al forno e pomodori tagliati in quarti e si condisce con origano, sale marino, aceto di vino e abbondante olio extravergine d’oliva». Da consumare freddo, è ideale per vegetariani e vegani o per chi, semplicemente, vuole limitare il consumo di proteine animali.

Il segreto per un risultato eccellente è la scelta dell’olio – oro verde di Sicilia e ingrediente principe della dieta mediterranea – che deve essere di altissima qualità come quello prodotto da 250 anni da Ravida nei 45 ettari della tenuta di Menfi, in provincia di Agrigento: selezionato tra i migliori al mondo (ultimo premio in ordine di tempo la medaglia d’oro al prestigioso concorso internazionale NYIOOC) è un blend naturale ottenuto dalle tre cultivar tipiche della Sicilia occidentale: Biancolilla, Cerasuola e Nocellara del Belice.

La ricetta di Natalia Ravidà

Ingredienti per 4 persone

2 grandi cipolle rosa o bianche
400g patate
500g fagiolini
400g pomodori maturi
Origano in polvere
Sale di mare con origano Ravida
Aceto di vino e mosto d’uva Ravida
Olio extra vergine d’oliva Ravida

Procedimento

Preriscaldare il forno a 200° C. Disporre le cipolle su una teglia e cuocere per circa 30 minuti. In alternativa, sbucciare e far bollire in acqua con un bicchiere di vino fino a quando saranno morbide (circa 40 minuti). Scolare e tagliare a fettine sottili. Lessare le patate in acqua salata fino a cottura ultimata, circa 10 minuti a seconda della grandezza. Scolare, raffreddare, sbucciare e tagliare a cubetti. Portare a bollore un’altra pentola di media grandezza di acqua salata e cuocere i fagiolini finché sono teneri (circa 7 minuti). Scolare, sciacquare sotto l’acqua corrente fredda e tagliarli a metà se sono troppo lunghi. Tritare i pomodori e mescolarli in una ciotola da portata con le patate, i fagiolini e le cipolle affettate. Condire con origano, olive e aceto e servire a temperatura ambiente.

Le sarde protagoniste nella pasta alla palermitana

Le sarde protagoniste nella pasta alla palermitana

Il pesce azzurro è l’ingrediente principe di uno dei piatti simbolo della cucina siciliana, fatta di ingredienti poveri e di tanto gusto

Le sarde appartengono alla famiglia del pesce azzurro, una tipologia di pesce molto gustosa e ricca di acidi grassi Omega 3, quelli insaturi, più semplici da digerire e per questo più leggeri. I grassi insaturi, inoltre, sono molto importanti per la salute, perché regolano i livelli di colesterolo e hanno un effetto elasticizzante sulle arterie, proteggendo da importanti patologie l’apparato cardiocircolatorio. Non bastasse questa ragione per portare più spesso in tavola questo alimento, va detto che le sarde sono estremamente saporite, e che sono tra i pesci meno cari presenti sul mercato.

Le origini della pasta alla palermitana

Con le sarde si può cucinare, ad esempio, la pasta alla palermitana. Si narra che questa ricetta venne inventata da un cuoco arabo al servizio del generale Eufemio da Messina che, durante la campagna araba in Sicilia, dovendo sfamare le truppe e avendo poche risorse, riuscì a creare un piatto gustoso unendo il pesce ad altri prodotti della terra, come i pinoli e il finocchietto selvatico. Una sorta di “mare e monti” ante litteram! Il successo fu immediato e da allora non si è mai smesso di cucinare questo piatto che, come per ogni ricetta familiare, ha svariate versioni, a seconda della zona in cui viene preparata.

La ricetta

Per prima cosa pulite le sarde, ve ne serviranno 500 g: togliete via la testa, apritele a libro dalla parte del ventre, spinatele, infarinatene la metà e friggetele in abbondante olio extravergine di oliva. In un tegame fate soffriggere in poco olio uno spicchio di aglio, unite qualche ciuffo di prezzemolo, le altre sarde e lasciatele cuocere per 10 minuti, aggiungendo mezzo bicchiere di acqua. Aggiungete una busta di zafferano sciolta in poca acqua, mescolate bene, aggiustate di sale, pepe e tenete da parte. Lessate per dieci minuti in abbondante acqua salata le foglie del finocchietto selvatico, scolatele, tritatele, mettetele in una padella con olio extravergine di oliva e una cipolla tritata finemente. Unite alle cipolle una manciata di uvetta sultanina ammollata e strizzata, tre cucchiai di pinoli e fate cuocere per 15 minuti. Unite a questo sugo le sarde cotte precedentemente e mescolate bene. Fate lessare nella stessa acqua che avrete usato per il finocchietto 500 g di spaghetti o di bucatini, scolateli al dente e conditeli con il sugo di sarde.  Guarnite ogni piatto con qualche sarda fritta e portate in tavola la pasta alla palermitana.

Scoprite nel tutorial i segreti per una pasta alla palermitana perfetta!

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