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» Biscotti alle clementine – Ricetta Biscotti alle clementine di Misya

Biscotti alle clementine

Premete le clementine, ricavate il succo e filtratelo con un colino per eliminare eventuali semi.

In una ciotola capiente mettete la farina con il lievito, lo zucchero, il burro freddo tagliato a pezzetti, l’uovo, la scorza grattugiata di una clementina ed il succo delle clementine.
Lavorate bene il tutto fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo. Formate poi una palla, avvolgetela con la pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per un’ora.


Nel frattempo tagliate le clementine a fettine sottili di circa 2-3 millimentri.
Trascorso il tempo riprendete la pasta, ricavate delle palline grandi come una noce.
Prendete le palline che avete formato, schiacciatele leggermente e posizionate sopra ad ognuna una fettina di clementina premendo leggermente.

Poggiate i biscotti ottenuti su una teglia rivestita di carta da forno.
Cospargete i biscotti con lo zucchero a velo poi cuocete in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 10/15 minuti. Una volta cotti, sfornateli e lasciateli raffreddare su una gratella.

Poi servite i biscotti alle clementine.

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La rivincita del cibo brutto su Instagram

In questi ultimi anni l’attenzione per l’estetica del cibo, per la bellezza fotogenica dei piatti, per la ricercatezza dei dettagli, dell’impiattamento o delle scelte cromatiche alimentari, sono andati di pari passo con la dipendenza dai social network e con l’esigenza di condividere virtualmente le foto delle proprie passioni culinarie. La bellezza visiva dei piatti ha invaso le bacheche di milioni di utenti del mondo, diventando un trend globale inarrestabile. Recentemente, però, si sta assistendo a un nuovo movimento che sostiene il valore della genuinità e dell’autenticità del cibo brutto, strano, inusuale.
Che sia la fine dell’epoca del cibo costruito ad arte per il set fotografico degli utenti di Instagram e l’inizio di una riscoperta di ingredienti e alimenti naturali, più sani e reali?

Quanto il food porn abbia condizionato gusto e mode

Per comprendere questo nuovo fenomeno in controtendenza, è necessario fare un passo indietro e analizzare il trend del food porn e del foodography. In questi anni Instagram, social network visivo per eccellenza, si è imposto come strumento in grado di condizionare tanto le abitudini dei consumatori, sempre più concentrati sulla bellezza del cibo e sull’importanza di questo rituale a tavola, quanto quelle dei ristoratori, costretti a puntare su proposte gastronomiche sempre più costruite, patinate e sensazionali. Non a caso, soprattutto dal 2015 in poi, tante sono state le mode più o meno passeggere che si sono succedute, tra cui il noto rainbow food o i ristoranti Instagram-friendly, alimentate da studi scientifici ed esperimenti che sostenevano che l’aspetto visivo di quello mangiamo può influenzare notevolmente il modo di percepire i sapori.

Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che è brutto

Eppure la mania del food porn, ovvero l’utilizzo dell’hashtag su Instagram che da anni accompagna gli scatti social di cibo impeccabile, sembra iniziare a vacillare, mentre cresce un riscoperto desiderio di focalizzarsi di più su naturalezza, qualità e gusto, tanto di ricette quanto di materie prime. Dopo anni di bombardamento di “cibo fotogenico” su Instagram, il brutto si sta dunque facendo strada, lentamente, attraverso un movimento detto ugly food. Negli ultimi mesi sono stati tanti gli scatti condivisi sul social network che hanno ritratto strambe ricette casalinghe, improbabili esperimenti culinari, brutte portate al ristorante e, non ultimi, piatti belli ma fotografati male. Questo hashtag sta finalmente portando con sé una ventata di coraggio, quello di mostrare con orgoglio un piatto più o meno buono ma certamente fuori dai canoni di bellezza convenzionale.

Il grande ritorno della frutta e della verdura brutta

Al di là della guerra dichiarata al food shaming, il fenomeno virtuale anti-food porn nasce anche con il nobile obiettivo di ridare dignità a frutta e verdura brutta, imperfetta e irregolare. Non dimentichiamo, infatti, che le materie prime che non soddisfano i canoni di bellezza del mercato alimentare e dei consumatori finiscono con l’essere gettati via, perché etichettati come merce di serie B.
Cavalcando quindi la viralità del nuovo trend dell’ugly food su Instagram, molti utenti e associazioni ambientaliste hanno usato questa opportunità in modo creativo e socialmente utile per sensibilizzare le persone al problema degli sprechi alimentari. Questa causa è stata anche sposata in pieno, a partire dal 2015, da una startup di San Francisco chiamata Imperfect Producer. La startup, infatti, raccoglie i prodotti sani ma “brutti” direttamente dalle fattorie e li consegna a domicilio ai clienti, offrendo un risparmio del 30% rispetto ai prezzi dei negozi di alimentari.

Insomma, quando vedete foto di carote storte o di mele deformate condivise su Instagram provate ad andare oltre le apparenze e provate a pensare che non tutto quel che è bello è anche buono, salutare, sostenibile e accessibile.

Foto: Frutta strana_ugly food porn COVER_Wikipedia commons.jpg

Anna in Casa: ricette e non solo: Panbrioche dal cuore goloso

Non è mai un problema per me accendere il forno, non importa quale sia la temperatura dentro e fuori casa, lo accendo e basta.
Domenica scorsa ho preparato questo soffice e goloso panbrioche di Carmen di Ricettecongusto, una amica blogger che seguo da tanto.
Ho variato leggermente la ricetta che prevedeva l’uso del cocco ma che qui non piace a tutti.
Ovviamente, contentissima del risultato l’ho rifatto:l a prima che ho impastato ho utilizzato il lievito madre e successivamente ho provato anche con il lievito di birra, seguendo i consigli di Carmen.

Per ottimizzare i tempi io ho iniziato a preparare l’impasto per la prima lievitazione verso le 5 del pomeriggio. La lievitazione in frigorifero è stata durante la notte e il mattino presto (io verso le 6 per avere poi il dolce pronto a mezzogiorno) ho lasciato a temperatura ambiente l’impasto prima di formare il panbrioche.

Ingredienti

preparazione con il lievito di birra
260 ml di latte a temperatura ambiente
60 g di burro sciolto
16 g di lievito di birra
570 g farina Manitoba
1 uovo
1 tuorlo
120 g di zucchero
1 pizzico di sale
1 tavoletta da 100 g di cioccolato fondente

per la preparazione con il lievito madre
180 g di lievito madre attivo
200 ml di latte a temperatura ambiente
60 g di burro sciolto
480 g farina Manitoba
1 uovo
1 tuorlo
120 g di zucchero
1 pizzico di sale
1 tavoletta da 100 g di cioccolato fondente


per spennellare prima di infornare
1 tuorlo e 1 cucchiaio di panna o latte
zucchero a velo

Preparazione con il lievito di birra

In una ciotola preparare il lievitino. Impastare, togliendo il necessario dal totale in ricetta, 50 g di farina, con 20 g di zucchero, 25 ml di latte e i 16 g di lievito. Coprire l’impasto e lasciarlo riposare per 30 minuti.
Trascorso il tempo di riposo riprendere il lievitino, metterlo in una ciotola se lo lavorate a mano o nella planetaria ed iniziare a preparare l’impasto del pan brioche. Aggiungere il resto del latte, lo zucchero e la vaniglia, mescolare con un forchetta.
Aggiungere anche la farina e mescolare velocemente con la forchetta.
Unire l’uovo e successivamente il tuorlo.
Iniziare ad impastare.
Poco per volta unire il burro sciolto e quando unite l’ultima parte aggiungere anche il pizzico di sale.
Continuare a lavorare l’impasto fino a quando diventa liscio ed omogeneo.

Preparazione con lievito madre

In una ciotola se lavorate a mano o nella planetaria, sciogliere il lievito nel latte, aggiungere lo zucchero e la vaniglia.
Aggiungere anche la farina e mescolare velocemente con la forchetta.
Unire l’uovo e successivamente il tuorlo.
Iniziare ad impastare.
Poco per volta unire il burro sciolto e quando unite l’ultima parte aggiungere anche il pizzico di sale.
Continuare a lavorare l’impasto fino a quando diventa liscio ed omogeneo.

Trasferire il composto sulla spianatoia leggermente infarinata, lavorare ancora qualche secondo a mano, formare una palla e metterla in una ciotola a lievitare coperta da pellicola trasparente fino al raddoppio.
A questo punto conservare l’impasto coperto in frigorifero per 6-8 ore.
Il mattino dopo togliere l’impasto dal frigorifero (dovrebbe essere lievitato, nel caso coprirlo con un canovaccio e lasciare lievitare ancora) e lasciarlo a temperatura ambiente.

Una volta che l’impasto e ben lievitato, 

rovesciarlo sulla spianatoia leggermente infarinata 

e con le mani stenderlo fino ad ottenere un rettangolo.

Ricavare dalla sfoglia tanti rettangoli, io ne ho ottenuti 16, 

e nel mezzo di ognuno appoggiare un quadratino di cioccolato fondente.

Chiudere ogni quadratino inglobando il cioccolato,

formare delle palline 

e adagiarle in una teglia foderata con carta forno

formando uno strato unico.

Coprire con pellicola trasparente e rimettere a lievitare

fino a quando le palline sono lievitate e ben unite.

Nel frattempo scaldare il forno a 180°C e 

mescolare in una ciotolina 1 tuorlo d’uovo con un cucchiaio di latte o panna.

Spennellare il panbrioche con l’uovo sbattuto e

spolverizzare con zucchero a velo.

A forno caldo infornare per 30 minuti circa.

Una volta pronto, sfornare il dolce, trasferirlo, 

aiutandovi con la carta forno, su una gratella a raffreddare. 

Servire cosparso di zucchero a velo.

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