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Le regole per servire in modo perfetto il tè delle cinque

Temperatura dell’acqua, tempi di infusione, teiere smaltate o in porcellana, bustine o foglie sciolte: il servizio del tè sembra cosa semplice e invece, come per ogni rito, nasconde piccoli segreti. Scopriteli con noi

Nulla più di una tazza di tè alle cinque del pomeriggio dà l’idea di cosa sia un rito. Un momento tutto a sé, fatto di gesti e di regole sempre uguali derivanti dalla tradizione british. Sì, perché si fa presto a dire “Facciamoci una tazza di tè”, senza però avere l’idea esatta di un atto all’apparenza così semplice, come quello di immergere delle foglie essicate in acqua bollente, che in realtà richiede attenzioni particolarissime. Che siate tè addicted o soltanto estimatori, leggete e mettete in pratica!

George Orwell docet

Persino il romanziere inglese George Orwell si prese la briga di scrivere un piccolo libello come “A Nice cup of tea”, in cui spiegava, da amante vero, l’importanza di alcuni gesti per poter sorseggiare un’intensa e persistente tazza di tè, invece di un semplice infuso in acqua calda. Orwell raccomandava, tra le altre cose, di scegliere soltanto tè indiano o di Ceylon, perché, diceva, quello cinese non faceva sentire più saggio, più coraggioso o più ottimista, dopo averlo bevuto; di utilizzare una teiera in porcellana invece di una in argento o, peggio, in latta, per non snaturare il gusto dell’acqua; di adoperare tè sciolto invece delle più comuni bustine, perché le foglie devono essere lasciate libere e non imprigionate in filtri e infine di versare il latte nella tazza, dopo aver versato il tè e non prima, per evitare che se ne metta troppo.

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I 7 step per un perfect tea tasting secondo gli esperti di Dammann Frères

A Milano esiste un angolo delizioso dove poter soddisfare qualunque curiosità in merito a miscele di tè, profumi e fragranze provenienti da Giappone, Corea, Africa e Ceylon, oltre alle più caratteristiche teiere: è Dammann Frères, il luogo per gli amanti del tè, dove poter degustare le miscele più prelibate e dove scoprire i segreti per un servizio perfetto. A partire dalla temperatura dell’acqua, che cambia a seconda della tipologia di tè e dai tempi di infusione. Vediamo insieme.

TEMPERATURE E INFUSIONE. Per il tè verde, la temperatura dell’acqua deve essere di 70-80° e l’infusione delle foglie deve durare almeno 4 minuti. Il tè nero ha invece bisogno di una temperatura dell’acqua di 90° e di 4-5 minuti di infusione. Il tè bianco vuole acqua a 80° e dai 4 ai 7 minuti di infusione. Il tè Oolong se puro vuole acqua a 100° e 5 minuti di infusione, se miscelato con altri tè, l’acqua può arrivare a 90° e 3 minuti di infusione. Il Rooibos invece ha bisogno di acqua a 90° e di 5 minuti di infusione per dare il meglio di sè.

ACQUA DEL TE’. Lasciate stare l’acqua del rubinetto, senza dubbio perfetta da portare in tavola ma troppo dura, cioè ricca di calcare, per una semplice tazza di tè. Optate quindi per una minerale naturale e scegliete quella con il residuo fisso più basso. Sarà più leggera ed esalterà maggiormente il gusto del vostro tè.

BOLLITORE SI’, PENTOLINO NO. Come abbiamo visto ogni tè ha una propria temperatura dell’acqua per consentire a tutti gli aromi e oli essenziali di sprigionarsi al meglio. Con il bollitore sarete sicuri di aver raggiunto la giusta temperatura, con il pentolino sarà tutto più impreciso.

ACQUA BOLLENTE SULLE FOGLIE, NON IL CONTRARIO. Il servizio perfetto prevede che l’acqua caldissima si versi sulle foglie del tè. Il conto del tempo di infusione deve partire da questo momento. Vietato quindi versare prima l’acqua nella teiera e poi immergervi il tè, che deve essere rigorosamente sfuso (consentiti soltanto i sacchettini di garza, ma mai le bustine).

LE DOSI. Per un tè non troppo carico o troppo leggero, oltre ai tempi di infusione occorre considerare anche la quantità. Il giusto rapporto è di 2 g di tè in 15 cl di acqua a persona. In questo modo sarete certi di sorseggiare la vostra tazza di tè nel migliore dei modi.

LATTE, LIMONE O ZUCCHERO? Per i puristi della tazza di tè l’unico elemento che si possa aggiungere è il latte. Niente da fare per zucchero o limone, che altererebbero troppo il gusto. E il latte ricordatevi di mettetelo dopo aver versato il tè, non prima.

DIVERSI TE’ PER DIVERSI MOMENTI DELLA GIORNATA. Ogni tè ha un momento dedicato nel corso della giornata. Per il mattino è perfetto un tè nero, più forte, adatto a dare una carica di energia. Per il pranzo, ottimo un tè nero o uno verde. Al pomeriggio invece è più adatto un tè aromatico e delicato come può essere un tè bianco. Se desiderate qualcosa di caldo anche alla sera, meglio preferire una tisana, senza teina e quindi senza rischi di non prendere sonno.

tutti i motivi per cui fa bene all’organismo

Gustosi e versatili in cucina, i suoi chicchi sono ricchi di nutrienti preziosi per la salute e per la linea. Scoprite quali sono e in che modo sfruttarli al meglio a tavola. E tante ricette per piatti squisiti

Sugli scaffali dei supermercati oltre ai chicchi bianchi classici se ne trovano oramai di diversi tipi, tra cui il riso nero, conosciuto anche come riso Venere. Originario della Cina, è coltivato da tempo anche in Italia, specialmente nella zona della Pianura Padana, in particolare in Lombardia e in Piemonte. Profumato e saporito, è una varietà di riso integrale molto pregiata ricca di tante proprietà benefiche. Viste le sue virtù, può essere considerato un vero e proprio integratore naturale. È ricco, infatti, di vitamine, minerali, antiossidanti e altri nutrienti, utili per il buon funzionamento dell’organismo. Con l’aiuto della dottoressa Valentina Schirò, biologa nutrizionista specializzata in Scienza dell’alimentazione, vediamo quali sono e perché conviene portarlo in tavola.

Cosa contiene

Il riso nero è uno scrigno di benessere. «Dopo la cottura e il suo raffreddamento fornisce “amido resistente” che si comporta in maniera simile alle fibre: aiuta a mantenere e sviluppare la flora batterica intestinale, favorendo la crescita dei batteri “buoni”. Ha, poi, il vantaggio di non contenere glutine, quindi può essere consumato tranquillamente anche da chi soffre di intolleranze», ci spiega. Inoltre, è amico del buonumore. «Grazie alla sua ricchezza di vitamine del gruppo B, di minerali come il magnesio e il potassio e di triptofano, contrasta la stanchezza e lo stress, favorendo il benessere psicofisico».

Riso Venere: 20 ricette che vi ispireranno

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Cos’ha di diverso rispetto alle altre varietà

«Rispetto a quelli bianchi e a quelli semintegrali, i suoi chicchi neri dalla forma allungata e tondeggiante, racchiudono per esempio una maggiore percentuale di antiossidanti, tra cui gli antociani e gli acidi grassi essenziali, che hanno proprietà antinfiammatorie. Rispetto ai chicchi bianchi, hanno poi meno zuccheri e più fibre, che aiutano a stabilizzare i livelli di glicemia nel sangue e a evitare i picchi di insulina, responsabili degli attacchi di fame, favorendo il mantenimento del peso forma. Inoltre, assicurano quantità superiori di ferro, un minerale prezioso per contrastare debolezza e anemia» spiega l’esperta.

Come prepararlo

Versatile in cucina, può essere mangiato sia caldo che freddo, prestandosi a tante ricette gourmet. Dai risotti alle insalate, passando per le torte salate e per quelle dolci. Per lasciare intatto il sapore e tutte le sue proprietà benefiche, l’ideale suggerisce l’esperta «è non risciacquarlo sotto l’acqua e cuocerlo al vapore. In questo modo si preservano minerali e vitamine idrosolubili come quelle del gruppo B, che in acqua si disperderebbero».

Volete saperne di più? Scoprite nella gallery gli altri benefici del riso nero

Cotto e Mangiato | Ricetta sbrisolona mele mandorle e cannella

Tessa Gelisio, al termine di questa settimana della nuova stagione di Cotto e mangiato, propone la ricetta di una torta golosa e semplicissima, dal profumo delle feste… Ecco la sbrisolona mele mandorle. Cotta e mangiata!

Ingredienti sbrisolona mele mandorle

  • 3 mele a dadini, 80 g di zucchero di canna, 1 cucchiaio di cannella, succo di 1 limone
  • 200 g di farina 00, 100 g di farina di mandorle, 1 uovo intero, 120 g burro, 100 g zucchero di canna, la scorza grattugiata di un limone

Procedimento sbrisolona mele mandorle

Partiamo dal ripieno. In un tegame, mettiamo 3 mele a dadini. Uniamo 80 g di zucchero di canna, 1 cucchiaio di cannella ed il succo di 1 limone. Lasciamo caramellare a fiamma vivace per almeno 5 minuti. Quando sono morbide, togliamo dal fuoco e lasciamo raffreddare completamente.

Per l’impasto, mettiamo in un mixer 200 g di farina 00, 100 g di farina di mandorle, 1 uovo intero, 120 g burro, 100 g zucchero di canna, la scorza grattugiata di un limone. Azioniamo il mixer e lasciamo andare finchè si forma l’impasto.

Mettiamo circa 3/4 di impasto all’interno di una tortiera di 24 cm imburrata ed infarinata. Schiacciamo con le mani sul fondo e sui bordi, uniformemente. Mettiamo sopra le mele, evitando di trasferire anche il liquido di cottura. Sbricioliamo sopra l’impasto rimasto. Inforniamo a 180° per 30 minuti.

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