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Fegato alla veneziana: 5 regole per farlo perfetto

La Cucina Italiana

Il fegato alla veneziana è una ricetta tipica della tradizione culinaria veneta. La caratteristica principale di questo piatto è il contrasto tra il gusto dolce delle cipolle e il gusto intenso del fegato. Il segreto sta nella cottura lenta delle cipolle, che devono quasi diventare una crema, e nell’aggiunta di limone, vino o aceto, ovvero di un ingrediente acido a smorzare il sapore del fegato. L’accompagnamento ideale a questo secondo piatto molto gustoso è un purè di patate.

Fegato alla veneziana: origini della ricetta 

Si dice che il fegato alla veneziana abbia una storia molto antica e che arrivi addirittura dall’epoca romana. Il nome fegato, infatti, deriva da ficatum perché i romani usavano cuocerlo con i fichi che erano dolci per coprirne il sapore e il forte odore. I fichi poi nel tempo sono stati sostituiti dalla cipolla e ancora oggi questa ricetta è tra le più famose nel nostro paese e nel mondo.

La ricetta del fegato alla veneziana

Lavate 500 g di fegato di vitello sotto acqua corrente e poi asciugatelo accuratamente con carta da cucina. Affettate sottilmente due cipolle bianche e stufatele a fuoco leggero con olio e una noce di burro in padella. Aggiungete anche un trito di salvia e poi, quando le cipolle saranno diventate molto morbide, sfumate con vino bianco o succo di limone o aceto bianco e poi aggiungete il fegato tagliato a fette o a listarelle. Salate a fine cottura e servite il piatto caldo con patate al forno o purè. In alcune ricette le patate vengono cotte insieme alle cipolle per creare un condimento al fegato ancora più ricco e gustoso.

Come avete visto, preparare in casa questo piatto è davvero molto semplice, ma ricordate di seguire queste regole facili, tuttavia indispensabili.-

Le 5 regole base  per fare un fegato alla veneziana perfetto

Fegato alla veneziana

Fegato alla veneziana: 5 regole per farlo perfetto

Sicilia: alla Rocca delle Tre Contrade, la magica cucina di Dora

Sicilia: alla Rocca delle Tre Contrade, la magica cucina di Dora

Ha l’entusiasmo di una bambina la signora Isidora Maugeri, detta Dora, cuoca siciliana di Rocca delle Tre Contrade, magnifica villa-relais di dodici camere a Santa Venerina, nel Catanese. La dimora domina, dalla sua collina, la costa orientale della Sicilia. Dalla Rocca delle Tre Contrade la vista spazia dal mar Ionio alle fertili pendici dell’Etna. C’è una piscina a sfioro lunga 25 metri con vista mozzafiato su agrumeti e natura selvaggia, resa tale dal nero terreno lavico. Ma la vera attrazione è lei, Dora, classe 1953, nata a Giarre, che crea i menù per chi soggiorna in questa ex tenuta nobiliare dai fasti mai dimenticati. E sempre lei introduce gli ospiti, spesso internazionali, alle delizie della cucina autentica siciliana, quella di casa, tramandata da generazioni.

Qui gli ingredienti si dosano «con le mani e con l’esperienza», racconta, e cambiano «come le nuvole», perché «le galline non fanno sempre le stesse uova, dipende da che cosa mangiano. E così la farina non sarà mai uguale a se stessa, come le verdure del nostro orto e la frutta del nostro frutteto». Proprio quelle che arrivano, arrostite, sulla tavola imbandita sotto le volte secolari, splendidamente arredate dai padroni di casa, lo scandinavo Jon Moslet e l’italiano Marco Scirè, che hanno contribuito, con le proprie tradizioni, al ricettario della villa. Il menù, stagionale, racconta prima di tutto di questa signora che ha appreso i segreti della cucina dalla madre, «una donna intelligentissima e con il senso per gli affari, rimasta vedova con sei figli ed emigrata in Australia quando io avevo otto anni. A Giarre, al ritorno dall’Australia, aveva aperto un rinomato ristorante in cui lavorai fino ai 35 anni, apprendendone ogni segreto. Ma fu mia nonna», prosegue Dora, «con cui ho vissuto dai tre mesi, a insegnarmi molte cose; mia madre ritornò dall’Australia quando io avevo già diciassette anni».

Ecco i manicaretti tratti dal ricettario di famiglia di Dora, ciascuno con un abbinamento che lo rende speciale. Come le salsicce al Marsala e arancia, che «vanno a braccetto con la stagione invernale e si cucinano fino a marzo. Sono un piatto dal sapore cangiante: il Marsala esalta e stempera la sapidità delle salsicce. Gli agrumi rendono i sapori sontuosi». Gli arancini qui sono piccoli come il palmo della mano di Dora e gustosissimi, «merito del riso, cotto a poco a poco, col brodo buono». Infine i cannoli, anche questi di dimensioni minute, irresistibili: «La pasta è resa croccante dallo strutto e dall’aceto. Vanno farciti rigorosamente con la ricotta di pecora». Nel mix di ortaggi e pesce «tra mare e montagna» c’è invece il tocco di Marco Scirè, che scambia con Dora pareri e memorie e ha suggerito di aggiungere i gamberi a questa insalata tiepida e opulenta, dove la carnosità dei porcini e dei calamari si confondono. Un’armonia di opposti che qui abbraccia ogni cosa.

Ricerche frequenti:

Cuori intrecciati di pasta sfoglia

Cuori intrecciati di pasta sfoglia

Iniziamo dai cuori di sfoglia salati: srotolate il rotolo di pasta sfoglia e farcitene metà con lo speck, quindi ripiegate l’altra metà sulla farcitura.
Con un coltello a lama liscia o una rotella tagliapizza ricavate delle strisce large circa 1 cm partendo dall’estremità in cui la sfoglia è piegata.
Attorcigliate ogni striscia su se stessa per creare un torciglione (non una girella).

Ripiegate i torciglioni a forma di cuore e fissateli con degli stuzzicadenti, quindi disponeteli sulla teglia rivestita di carta forno, un po’ distanziati tra loro, e spennellateli con il tuorlo leggermente sbattuto.

Passiamo ai cuori di sfoglia dolci: stesso procedimento, ma con la marmellata al posto dello speck.
Quindi: srotolate la sfoglia, spennellate la marmellata su metà di essa, ripiegate la sfoglia per ricoprire la farcitura; ritagliate le strisce, attorcigliatele e ricavate i cuori; usate gli stuzzicadenti, disponete sulla teglia e spennellate con il tuorlo.

In entrambi i casi, cuocete per circa 10 minuti o fino a doratura in forno statico preriscaldato a 200°C, quindi lasciate intiepidire ed eliminate gli stuzzicadenti.

I cuori intrecciati di pasta sfoglia dolci sono pronti, lasciateli raffreddare e serviteli con abbondante zucchero a velo.

I cuori intrecciati di pasta sfoglia dolci sono pronti, potete servirli tiepidi o anche freddi.

 

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