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Menù di Natale: 50 ricette per il pranzo del 25 dicembre

La Cucina Italiana

Il menù di Natale perfetto crea la giusta atmosfera e coccola tutta la famiglia. Se per tradizione si preferisce un menù di pesce per la Viglia o un menù a base di carne per il pranzo di Natale, che sia ispirato alle tradizioni regionali e impreziosito dagli ingredienti delle Feste o sia all’insegna dell’innovazione, poco importa. Abbiamo messo insieme una selezione mista per accontentare tutti e darvi la giusta ispirazione per creare il vostro menù di Natale.

Tra grandi classici e modernità

Troverete tante ricette sia tradizionali che creative, proprio come siete abituati a trovare nel ricettario de La Cucina Italiana – perché lo sappiamo che la nostra vocazione è portare avanti la cultura regionale, ma anche le rivisitazioni e i nuovi accostamenti per una visione del mondo culinario più attuale. Dal panettone gastronomico all’insalata rinforzata fino al caviale, aprire il menù di Natale con un tocco di sorpresa è fondamentale per la buona riuscita del pranzo e per questo suggeriamo di non dare per scontati gli antipasti. Per i primi, abbiamo pensato di darvi più di una scelta tradizionale, così come per i secondi piatti e i dolci. Certamente trovate gli anolini in brodo, ma anche gli spaghetti così come il baccalà o il panettone farcito fino allo zabaione di Natale. Questa selezione di 50 ricette è ottima da sfogliare per chi deve ancora decidere il menù del pranzo di Natale – forse avete già le idee chiare con la nostra proposta per il menù della Vigilia?

Le nostre 50 ricette per il menù di Natale

Pesce, carne, verdure, impasti, acquisiscono un tocco di magia se cucinati con un po’ di cura e fantasia pensando di regalare un pranzo di Natale indimenticabile – perché alla fine l’ingrediente segreto è sempre lo stesso: l’amore per le persone che ci circondano in questo giorno così speciale. Ecco allora la nostra selezione di 50 ricette tra cui cercare l’ispirazione per il pranzo di Natale perfetto da regalare.

Il ricettario è diviso in antipasti, primi, secondi, contorni e dolci che riempiono gli occhi e lo stomaco, al di là del più classico panettone. Tutti cucinati nella nostra ormai famosa cucina di redazione (e provati in anteprima per voi, ovviamente, che soprattutto a Natale gli scivoloni non sono concessi) Sontuosità fa rima con eleganza e lascia il ricordo di un pranzo memorabile.

Pomodori e glicemia, come regolarsi? Risponde la dietista

La Cucina Italiana

Pomodori e glicemia: è vero che il pomodoro alza la glicemia? Argomenti quali “indice glicemico dei cibi” e “alimenti che causano i picchi glicemici” stuzzicano sempre di più l’interesse, non solo di chi ha necessità di tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue, ma anche di chi vuole mantenersi in forma e in  salute. I picchi glicemici infatti non causano direttamente un aumento di peso o delle malattie, ma con il tempo potrebbero favorire l’invecchiamento precoce e l’infiammazione cronica, una condizione associata a un maggiore rischio di sovrappeso e dei principali disturbi come il diabete di tipo 2.

«La glicemia è la concentrazione di glucosio nel sangue» spiega Nicole De Sario, dietista del Primus Forlì Medical Center. «Quando mangiamo alimenti che contengono al proprio interno carboidrati, quindi zuccheri come il glucosio, questi livelli si alzano. Per controllare i livelli di glucosio, il corpo produce due ormoni essenziali, l’insulina e il glucagone: il primo è prodotto dalle cellule beta del pancreas e viene rilasciato nel sangue quando i livelli ematici di glucosio si alzano. Questo ormone viene riconosciuto da alcuni ricettori che si trovano sulle membrane delle cellule e favorisce l’ingresso di glucosio all’interno delle cellule stesse. Il glucagone invece viene prodotto dalle cellule alpha del pancreas in forma inattiva. Quando i livelli di glucosio nel sangue sono troppo bassi, il glucagone viene rilasciato in modo che i livelli di glucosio aumentino».

Ciò detto, tornando all’ortaggio re dell’estate, vediamo insieme di togliere ogni dubbio in merito alla relazione tra pomodori e glicemia. Ecco le risposte alle domande più frequenti.

Chi ha la glicemia alta può mangiare i pomodori?

«Il pomodoro come tutti gli ortaggi ha un contenuto abbastanza ridotto di carboidrati, quindi può essere consumato anche da chi ha la glicemia alta. Un etto di pomodori maturi forniscono mediamente 3,5 grammi di glucidi. Naturalmente più il pomodoro viene lavorato più questi valori aumentano. Basti pensare alla classica conserva di pomodoro al 30 per cento ne fornisce all’incirca 20 grammi oppure ai pomodori secchi che ne contengono poco più del doppio» spiega la nutrizionista Nicole De Sario.  «I pomodori inoltre hanno un indice glicemico piuttosto basso che si aggira intorno ai 30 per quelli crudi e intorno ai 45 per la salsa, quindi all’incirca quasi meno della metà rispetto a quello del pane, alimento che viene preso di riferimento per calcolare l’indice glicemico dei diversi alimenti».

Meglio il pomodoro cotto oppure crudo?

«In una dieta sana ed equilibrata vanno bene entrambi. La cottura aumenta uno dei carotenoidi presenti nel pomodoro, chiamato licopene. È stato dimostrato in alcuni studi condotti sui topi che il licopene combinato con la metformina, cioè il farmaco usato per abbassare i livelli di glucosio nel sangue nei diabetici, potrebbe aumentare il controllo della glicemia post prandiale (ovvero dopo il pasto). Il pomodoro crudo è invece una buona fonte di vitamina C, un altro antiossidante che con il calore tende a disperdersi».

Quali sono i benefici del pomodoro?

«Il pomodoro è un alimento ricco di composti bioattivi, ovvero sostanze comunemente assunte con la dieta che possono influenzare positivamente la salute, che hanno dimostrato di avere proprietà antiossidanti, quindi proteggono dai radicali liberi che sono dei prodotti di scarto instabili che si formano nel nostro corpo. Il pomodoro contiene poi molte vitamine e minerali, in particolare carotenoidi che danno il tipico colore rosso e che favoriscono la sintesi della vitamina A. Questa ha un ruolo importantissimo nella protezione della retina, aumenta le funzioni immunitarie ed è necessaria per la crescita e il differenziamento di alcuni tessuti come le ossa e per lo sviluppo embrionale» dice l’esperta. « Apporta inoltre acido ascorbico che è un potente antiossidante, le cui funzioni sono quelle della riduzione dei metalli e la sintesi di alcuni ormoni. Le vitamine di questo ortaggio possono avere dunque diversi effetti benefici tra cui quelli cardioprotettivi, antipiastrinici, antiossidanti e addirittura neuroprotettivi».

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