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Uova: ricette, consigli e falsi miti

Uova: ricette, consigli e falsi miti

Primordiale, perfetto e completo, le uova sono un alimento che l’uomo mangia da sempre, una riserva di energia e una fonte di nutrimento preziosissima. Si conservano a lungo (circa 28 giorni), sono ricche di sapore e molto versatili in cucina: si possono mangiare crude, bollite, scottate, cotte, e trasformate in infiniti modi. 

Perché allora l’uovo è spesso additato come alimento poco sano, responsabile di patologie, allergie o squilibri nutrizionali? Come sempre, esistono alcune verità alla base di pregiudizi eccessivi: è vero, per esempio, che le uova non sono consigliabili a chi soffre di calcoli biliari, perché possono causare coliche, ma ciò non signifi ca che siano dannose per il fegato. Possono causare intossicazioni se consumate crude, ma non più della carne o del pesce crudi… 

Insomma, se non si è proprio intolleranti (le uova contengono elementi allergenici, soprattutto nell’albume), ci si può concedere il piacere di assaporarle, lasciandosi guidare da buon senso e misura. E ricavandone anche molti salutari benefici.

5 buoni motivi per gustare le uova

1 Per la formazione dei muscoli 

Le proteine sono fondamentali per costruire e ricambiare i tessuti: 2 uova medie ne contengono circa 17 g, quasi come una porzione di carne; quelle delle uova, inoltre, sono di qualità più alta, perché il nostro organismo riesce a utilizzarle con più facilità.

2 Per l’energia e per gli occhi 

Le uova sono ricche di vitamine del complesso B, che migliorano la capacità del nostro organismo di produrre energia. Buona la presenza anche di vitamina A, resistente alla cottura, che aiuta a mantenere sana la vista.

3 Per combattere l’anemia 

Spesso la nostra dieta è carente di ferro: le uova ne forniscono più della carne di vitello, in una forma più facilmente assimilabile.

4 Per sostituire altri grassi 

Due uova contengono circa 11 g di grassi: più della carne, ma meno dei salumi. Quelli delle uova, però, pur essendo di origine animale, sono in maggioranza grassi buoni (mono e polinsaturi), ricchi per di più di altre sostanze come i fosfolipidi, importanti nella costituzione del sistema nervoso.

5 Per la sicurezza 

Le uova italiane sono prive di residui di farmaci: per legge, se la gallina ha bisogno di cure farmacologiche, le sue uova non vengono avviate al commercio, per un periodo adeguato, più o meno lungo a seconda del farmaco. La loro freschezza, poi, è garantita dalle sigle sui gusci, obbligatorie, che identifi cano anche la categoria e la provenienza.

5 cosa da sapere sulle uova

Le uova alzano il colesterolo?

Chi ne soffre deve limitare il consumo di uova: un uovo contiene circa 220 mg di colesterolo, una quantità che si avvicina al limite giornaliero consigliato dai nutrizionisti (300 mg). Tuttavia, il colesterolo è concentrato nel tuorlo.

Meglio cuocere le uova?

Non è vero che le uova danno il massimo da crude: sono anzi meno digeribili. Inoltre, da crude contengono avidina, una “antivitamina” che ostacola l’assorbimento della biotina, una vitamina del gruppo B. Con la cottura l’avidina si distrugge, insieme a eventuali batteri che, dal guscio, possono essere penetrati all’interno.

Quante calorie ha un uovo?

Un uovo medio (circa 60 g) fornisce circa 70 calorie, di cui 55 sono nel tuorlo e 15 nell’albume.

Quante uova mangiare alla settimana?

Fino a 4 uova fresche alla settimana (oltre a quelle contenute negli altri ingredienti, come paste e biscotti) sono concesse dai nutrizionisti. Meno limiti se si mangiano solo albumi, privi di grassi.

Quali abbinamenti?

Se si abbinano le uova ad altri grassi, come il bacon, o ad altre proteine anche vegetali come i fagioli (accostamenti tipici delle colazioni inglesi), è necessaria una maggiore moderazione. Più equilibrato è l’accostamento con carboidrati come pane o altri cereali.

In collaborazione con il dottor Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare, Esperto di nutrizione ed educazione alimentare, Divulgatore scientifico

30 ricette con le uova

Cappello del prete: le migliori ricette

Cappello del prete: le migliori ricette

Il cappello del prete è un taglio di carne molto utilizzato nella cucina italiana tradizionale. La parte del bovino che viene identificata con questo nome è la spalla.
Perché si chiama così? Merito della sua forma triangolare, che ricorda proprio il tricorno, caratteristico copricapo utilizzato dai preti.

I nomi del cappello del prete

Da non confondere con l’omonimo insaccato tipico della bassa parmense, antenato di zampone e cotechino, il cappello del prete è conosciuto in tutta Italia con nomi diversi. Lo stesso identico taglio di vitello, vitellone o manzo, si può trovare a Milano come fesone di spalla, a Bari, Napoli e Torino come semplice spalla, al centro Italia come polpa di spalla. Scendendo verso Sud, a Reggio Calabria potreste trovarlo col nome di scorza di spalla, mentre in Sicilia è diffuso come paliciata e copertura di spalla a Catania, spallone a Messina o piano di spalla a Palermo.

Cosa cucinare con il cappello del prete: tutte le ricette

Il cappello del prete è un taglio di carne magro, caratterizzato da uno strato di tessuto connettivo che lo attraversa e che, sciogliendosi durante la cottura, lo rende gustoso e morbido.

Le sue caratteristiche lo rendono particolarmente adatto alle lunghe cotture, come tutte quelle a fuoco lento o a bassa temperatura. Il cappello del prete è quindi la scelta migliore per preparare secondi come arrosti, brasati, stufati, spezzatini e bolliti. Resta comunque un taglio valido anche per altri piatti, ad esempio le scaloppine. 

Qui sotto trovate tutte le nostre ricette che prevedono il cappello del prete, dai più classici secondi di carne fino alle nuove idee da sperimentare.

Ricerche frequenti:

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