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Santuario di Oropa: dormire in un santuario

Santuario di Oropa: dormire in un santuario

Un rifugio per il corpo e per lo spirito, ateo o religioso che sia, a 1159 metri di altezza (tutti di straordinaria bellezza). Il Santuario di Oropa, alle pendici delle Prealpi biellesi, in Piemonte, nonostante sia patrimonio Unesco dal 2003, è uno dei tanti, troppi tesori nascosti del nostro Paese. Ve lo raccontiamo qui

Incastonato tra le cime rocciose delle Prealpi biellesi, innevate d’inverno e spesso velate da una misteriosa coltre di nubi nelle altre stagioni, il santuario di Oropa si protende verso l’altopiano del Sacro Monte con il suo lungo colonnato di portici, che sembrano messi lì, pronti ad accogliere come in un abbraccio pellegrini, visitatori ed escursionisti in arrivo.

Oropa si raggiunge comodamente in auto o in autobus partendo da Biella (ecco gli orari), ma per chi non teme le salite la strada si può fare anche a piedi, partendo da quella dei Cappuccini, interamente ricoperta di ciottoli, e proseguendo sulla via vecchia di Oropa, ripida e stretta, ma assai panoramica, che passa anche attraverso i paesini. La tradizione vuole che i biellesi la percorrano una volta l’anno: agli altri basterebbe farlo almeno una volta nella vita.

Se siete amanti dei cammini potrete invece partire da Santhià, in provincia di Vercelli, e arrivare a Oropa in quattro giorni seguendo la Via Francigena, lungo un percorso classificato con la lettera E (difficoltà media).

La tradizione vuole che i biellesi percorrano la salita al Monte Oropa una volta l’anno: agli altri basterebbe una volta nella vita

Che del posto siate habitué o neofiti, all’arrivo rimarrete comunque stupiti, e avrete la netta sensazione di ritrovarvi davanti a qualcosa di unico e speciale. La domanda che sicuramente vi farete sarà: «Come ho fatto a non venirci prima?».

Mettiamolo in chiaro: questo è un luogo turistico, di pellegrinaggio sì, ma molto attrezzato (con bar, negozi e ristoranti al suo interno). Eppure – ed è questa la sua particolarità – riesce a conservare un’anima sacra, a non scadere in una «fiera liturgica».
Oropa è una destinazione suggestiva: per chi viene qui a rifugiarsi nella preghiera, certo, ma anche per chi ha semplicemente il desiderio di rigenerarsi un po’. In un’atmosfera intima e accogliente.

Il consiglio per viverla appieno è di soggiornare almeno una notte nella foresteria adiacente al santuario: a disposizione degli ospiti ci sono circa 500 posti letto, suddivisi in quattro tipologie di camere (suite, junior suite, comfort e turistica), tutte spartane, ma molto confortevoli, con soffitti altissimi e arredate con mobili e oggetti d’epoca. All’aperto, inaugurata da poco, c’è anche un’area camper con 31 piazzole e una vista invidiabile sulla Basilica Superiore.

Il complesso del Santuario si staglia su due grandi cortili e comprende l’Antica basilica, edificata durante la peste del 1599 (vi raccomandiamo di partecipare alla prima funzione della mattina: anche se l’ultima Messa a cui avete preso parte era la vostra Comunione, ne vale la pena), e la maestosa Chiesa nuova con la cupola diventata il simbolo di Oropa. La sua costruzione è stata – anzi: è tuttora – molto travagliata: i lavori cominciati nel 1885 non sono ancora finiti, nonostante la consacrazione e l’apertura nel 1960.

Del complesso fanno parte anche alcune cappelle, il Museo del Tesoro, l’Archivio Storico e della Biblioteca, un osservatorio meteosismico e una stazione radio.

Ma questa è anche, e soprattutto, una meta interessante per gli amanti dello sci e del trekking, visto che tutto il territorio intorno è diventato Riserva Naturale Speciale Sacro Monte di Oropa e alle spalle vi sono impianti sciistici di risalita e un Giardino Botanico.

Da non perdere è l’escursione sulla cima del monte Camino, a 2400 metri di altezza. Per farla, la cosa migliore è prendere la funivia che parte vicino al parcheggio della Chiesa nuova, scendere a Oropa Sport (a 1870 metri di altezza) e poi salire a piedi l’ultimo tratto (491 metri di dislivello, sentiero D21) tra sassaie, tratti sterrati ed erbosi (vi ci vorranno circa un paio d’ore, forse tre). I più allenati potranno affrontare da soli l’intera salita, costeggiando inizialmente il torrente Oropa (dislivello totale 1211 metri); i più pigri proseguire in cestovia anche dopo la funivia (occhio solo alle vertigini). Qualsiasi sia la strada che vi porterà in vetta, però, la vista dal monte Camino non la potrete dimenticare: nonostante sia spesso avvolta dalle nubi, la vista a 360 gradi sulle Alpi – dalle Marittime al Gran Paradiso, dal Monte Bianco al Cervino – è spettacolare e vi sembrerà di volare. In alto, oltre al panorama, potrete gustare anche la polenta concia del rifugio Capanna Renata.

Anche a valle le calorie non mancano: intorno al santuario si possono scegliere ristoranti per tutti i menu e tutte le tasche. Tappa d’obbligo della zona è la Locanda Canal Secco Trucco, immersa nel bosco e raggiungibile con la macchina in 5 minuti. Ad accogliervi all’ingresso ci sarà la signora Orietta (seconda icona del luogo dopo la Madonna Nera) e selvaggina e polenta la faranno bene da padrone. Oppure, proprio all’interno del Santuario, si mangiano gustosi tagliolini al ragù di capriolo Ai Tre Arc. Ambiente decisamente più informale, ma ugualmente consigliato al ristorante Valfré: con 15 euro senza pretese si mangiano ottimi affettati di selvaggina e un buon risotto.

Aperitivo sfizioso? Vai di ciambelline al formaggio!

Aperitivo sfizioso? Vai di ciambelline al formaggio!

Al posto di focaccette, bruschette o taralli, provate a proporre per l’happy hour queste gustose ciambelline al formaggio. Da abbinare a salumi e a un buon calice di vino!

L’aperitivo è un momento irrinunciabile della giornata, soprattutto in vista del weekend, quando si chiude la settimana lavorativa. Ora che abbiamo imparato a prepararlo anche in casa, ci siamo cimentati in ricette sempre diverse per offrire ogni volta nuove golosità.Che ne dite allora di provare a preparare anche queste ciambelline al formaggio?

La ricetta viene dall’Umbria e la trovate qui di seguito. Nella nostra gallery, invece, potete leggere qualche consiglio su come abbinare le ciambelline al formaggio e su come conservarle.

La ricetta delle ciambelline al formaggio

Ingredienti

Per preparare le ciambelline al formaggio vi occorrono: 500 gr di farina 0, 25 g di lievito di birra, 250 g di formaggi misti, 1 cucchiaino di zucchero, 2 cucchiai d’olio evo, 1 tuorlo d’uovo, acqua tiepida, sale e pepe qb.

Procedimento

In una ciotola capiente, ponete 100 gr di farina. Nel mentre, sciogliete il lievito nell’acqua tiepida con lo zucchero, poi unitelo alla farina, versandolo pian piano e lavorando l’impasto con la forchetta. Dovete ottenere un composto appiccicoso ma morbido. Coprite con la pellicola la ciotola e fate riposare l’impasto per un’ora.

Poi, in un’altra ciotola capiente, versate la farina restante, aggiustate di sale e unite l’impasto lievitato. Lavorate il tutto con le mani, aggiungendo mano mano dell’acqua tiepida. Trasferite l’impasto sulla spianatoia e lavoratelo con le mani fino a che non diventa liscio e compatto. Fate la palla, adagiatela in una ciotola unta d’olio, coprite ancora con la pellicola e lasciate riposare in luogo tiepido per un’altra ora.

Nel mentre, preparate i formaggi misti: vanno bene emmental, pecorino, ma anche parmigiano. Grattugiateli, lasciando qualche pezzetto più grosso.

Ora che l’impasto è lievitato, ponetelo sulla spianatoia e lavoratela ancora pochi minuti, aggiungendo i 2 cucchiai di olio evo e poi poco alla volta i formaggi grattugiati. L’impasto alla fine deve risultare uniforme e compatto.

Ora staccate dall’impasto delle palline e con l’aiuto delle mani, lavorateli a forma di filoncino. Date loro la forma di un anello e poneteli su una teglia unta d’olio, distanziati e spennellati con il tuorlo d’uovo.

Mentre preriscaldate il forno a 200° C, lasciate riposare ancora qualche minuto le ciambelline. Poi infornatele e fatele cuocere per circa 20 minuti. Sfornatele quando sono dorate e servitele calde.

» Frittelle di ananas – Ricetta Frittelle di ananas di Misya

Misya.info

Ciao Misya!! Interessanti queste frittelle!! Magari le provo!! Ti chiedo di nuovo perfavore dove hai trovato ( su quale sito) il testo in ghisa per fare la pizza perché é da molto che lo cerco ma lo trovo o in pietra o in alluminio antiaderente!! Lo vorrei come il tuo in ghisa dato che ormai faccio solo la tua pizza come in pizzeria!! Fantastica!! Ti prego se puoi aiutami!! Grazie!! Ciaoooo!!

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