Tag: ricette dolci semplici

» Insalata di ceci con feta e spinaci

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Insalata di ceci con feta e spinaci sono un contorno sfizioso che a dire il vero potete preparare in 2 diversi modi. Potete, come ho fatto io, sbollentare molto brevemente gli spinaci oppure potete invece usarli a crudo. L’importante è che, in un caso o nell’altro, laviate bene le foglie di spinacio prima di usarle, in quanto altrimenti possono restare tracce di terriccio e direi che non è il caso.
Il procedimento è davvero super facile e più che rapido, in 15 minuti avrete infatti un’insalata saporita pronta da servire do ve l’abbinamento di spinaci e feta si arricchisce con i ceci creando una combinazione di sapori stupenda.
A seconda della porzione, con queste dosi potete preparare un piatto per 2 o 4 persone, dipende da se vogliate un contorno o piuttosto un piatto unico: in questo caso dovrete aggiungere solo un po’ di pane per avere un pasto completo.

Lavate bene gli spinaci sotto acqua corrente, quindi fateli appassire leggermente in una padella antiaderente, aggiungendo un pizzico di sale.

Una volta evaporata tutta l’acqua, fateli intiepidire e unite ceci e feta sbriciolata.

Gli spinaci con ceci e feta sono pronti, aggiungete un filo d’olio e un po’ di glassa di aceto balsamico e serviteli.

La cucina schietta di Cristoforo Trapani e una sua ricetta

La cucina schietta di Cristoforo Trapani e una sua ricetta

Ingredienti di altissima qualità, sapori riconoscibili e lavorazione rispettosa della materia prima: sono i segreti della cucina stellata di questo chef napoletano che ha conquistato anche la Versilia

Un ragazzo dall’entusiasmo contagioso: è questa l’impressione che subito si ha conoscendo Cristoforo Trapani, executive chef del ristorante La Magnolia dell’Hotel Byron a Forte dei Marmi, una Stella Michelin. Nonostante la sua giovanissima età (classe ’88), ha messo in fila collaborazioni con alcuni tra i nomi più importanti del panorama gastronomico nazionale e no, tra cui Heinz Beck, Antonino Cannavacciuolo, Moreno Cedroni, Davide Scabin, Mauro Colagreco e recentemente Yannik Alléno le roi del Pavillon Ledoyen di Parigi.

Un percorso tra le stelle che lo ha convinto dell’importanza di valorizzare le materie prime del territorio, interpretandole secondo le tecniche acquisite dell’alta cucina, senza mai ricorrere ai fuochi d’artificio. Il suo è infatti un menu che spazia tra la tradizione napoletana e gli influssi della terra che lo ha accolto, la Toscana, in un equilibrio di consistenze e di sapori che lascia sempre senza parole chi lo assaggia, in una sorta di estasi gustativa.

«Per me la cucina è un’esperienza di grande piacere, in cui il cliente deve esaltarsi per i sapori e i profumi di un piatto, potendo però riconoscere gli ingredienti di cui è composta la ricetta. La mia è una cucina pulita, senza voli pindarici. Le spume, come dico sempre, rimangono quelle per la barba, che utilizzo la mattina».

Nella cucina di Cristoforo entrano materie prime fornite da piccoli produttori locali, le verdure arrivano direttamente dall’orto di mamma Felicia, tutto è scelto con cura maniacale, con grande rispetto delle piccole realtà produttive.

Tra gli ingredienti preferiti di Cristoforo Trapani non poteva mancare la pasta, un amore nato in culla per lui originario di Piano di Sorrento, cittadina sul mare della Costiera Sorrentina. Tanto amata che ha dedicato al genere un intero menu, dall’antipasto al dolce: un rigatone croccante, al pomodoro, con cremoso di bufala e basilico e soufflé di pastiera. Un viaggio della memoria ai sapori ancestrali.

Per “La Cucina Italiana” Cristoforo ha svelato la ricetta del suo Fiore di zucca croccante con ricotta della Garfagnana, acciughe di Viareggio e provolone del Monaco.

Ingredienti

200g ricotta della Garfagnana, 10 fiori di zucca, 5 acciughe sott’olio, 5 pomodorini, sale, basilico, olio di semi di girasole per friggere.

Per la tempura
150 g maizena, 150 g farina 00, 150g farina di riso, acqua gassata, ghiaccio.

Per la fonduta di provolone del Monaco
150 g panna, 150 g provolone del Monaco.

Procedimento

Aprite i fiori eliminando i piccioli interni. In una bastardella, unite le tre farine con acqua frizzante e ghiaccio, mescolando lentamente con un cucchiaio di legno. In un pentolino intanto versate la panna e aggiungete il provolone grattugiato. Nel frattempo portate l’olio per friggere a temperatura (160°C).

Immergete i fiori aperti nella tempura, eliminandone con le dita la parte in eccesso. Dopo di che mettete i fiori nell’olio e fateli dorare, poi toglieteli dall’olio e asciugateli. Mantecate la ricotta con sale, pepe e basilico. Sbollentate i pomodorini e fatene dei petali.

Componete il piatto alternando i fiori di zucca con la ricotta aggiungendo i pomodorini, i filetti di acciuga e basilico. Versate la fonduta e mangiate i fiori con le mani.

Una Scicli tutta da mangiare! E non solo con gli occhi

Una Scicli tutta da mangiare! E non solo con gli occhi

Viaggio nel triangolo d’oro del barocco siciliano alla scoperta di Scicli. Cannoli, granite e cucciddati: gli indirizzi per foodies nella città patrimonio Unesco resa celebre dal commissario Montalbano

La bella stagione è ormai alle porte e dopo mesi di confinamento è tornata di nuovo la voglia di viaggiare e riscoprire l’Italia. Secondo le stime degli esperti sarà un’estate di prossimità, dal ritmo lento, che vedrà protagonisti borghi, piccoli centri e itinerari meno battuti dal turismo di massa, in particolare del Sud Italia. Facciamo quindi rotta verso la Sicilia sudorientale per scoprire in chiave enogastronomica Scicli, una delle città gioiello del barocco siciliano.

Situata sull’altopiano ibleo, a pochi chilometri dal mare, per raggiungerla occorre attraversare la campagna aspra e dolce della provincia di Ragusa, con il labirinto di bianchi muretti a secco che conduce fino al centro abitato, reso celebre dalla fortunata serie televisiva Il commissario Montalbano.

Scicli è stata una delle città più colpite dal terribile terremoto del 1693. Nello stesso anno, dalle macerie e dal sangue di quella catastrofe naturale, gli abitanti non si persero d’animo e si dedicarono alla ricostruzione, che durò per tre secoli. Lo stile architettonico mescola insieme forme del tardobarocco, la cultura dominante nel Settecento, con gli edifici in stile rococò, liberty e neoclassico costruiti fra l’Ottocento e il Novecento.

Insieme a Catania, Caltagirone, Militello, Modica, Ragusa Ibla, Noto e Palazzolo Acreide, Scicli è stata riconosciuta nel 2002 dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità per il suo straordinario contesto artistico e urbanistico, e in particolare per la via Mormina Penna, strada scenografica del centro storico da cui parte il nostro food tour nella “città merletto”.

Macelleria Trovato

A pochi passi dal Municipio, l’ufficio del commissario Montalbano della tv, si trova la Macelleria Trovato gestita da Franco e Salvina insieme al figlio Alex. Una tappa imperdibile per i veri foodies che qui potranno assaporare alcune delle antiche ricette della tradizione sciclitana come il cucciddatu scaniatu (ciambella di pane), un impasto di strutto e formaggio ragusano arricchito con salsiccia e ricotta. La particolarità sta nel fatto che Salvina utilizza farina Russello (antico grano autoctono), lievito madre e lo strutto preparato direttamente dalla macelleria. Altra specialità è poi il pane di pasta dura (il pane di casa di Scicli) che gli abitanti chiamano il pistolu per la sua curiosa forma allungata.
Via Nazionale 24 – Scicli
Orari di apertura: 8/13:30 – 16:30/20:30 tutti i giorni (chiuso la domenica)    

Nivera – il gelato di natura

Elisabetta e Sofia sono due vere artigiane del gusto. Il loro delizioso locale è segnalato nelle principali guide per i buonissimi gelati, sorbetti e granite, considerati tra i più buoni di Sicilia. Il processo di lavorazione è rigorosamente artigianale e in cucina sono banditi grassi idrogenati, conservanti, aromi artificiali e coloranti. I gusti variano in base alla stagionalità e le materie prime utilizzate valorizzano la filiera corta dei produttori virtuosi siciliani: mandorla pizzuta di Avola, ricotta ragusana, nocciole dei Nebrodi, pesca tabacchiera dell’Etna, fragola di Maletto, sesamo di Ispica e limoni di Siracusa.
Via Francesco Mormina Penna 14 – Scicli
Orari di apertura: sempre aperti da giugno a ottobre

Cannolia, il cannolo caldo n.1 in Sicilia

Tra le nuove aperture segnaliamo Cannolia, un laboratorio artigianale di pasticceria inaugurato lo scorso 13 giugno in via San Bartolomeo, a pochi passi dall’omonima chiesa che custodisce un pregevole presepe ligneo. Si tratta di un format originale, interamente dedicato al dolce simbolo della Sicilia, la cui novità sta nel nuovo modo di gustarlo: la cialda viene fritta sul momento e il cliente può scegliere tra sette diverse varianti di crema per la farcitura. Il cannolo viene quindi servito caldo e croccante in soli tre minuti. L’idea nasce da un vecchio ricettario di famiglia rinvenuto da Davide Roccasalva, giovane pasticciere del territorio, particolarmente attento alle materie prime utilizzate (grani antichi per la cialda e niente semi lavorati, additivi e conservanti nella preparazione) e alla frittura, vero segreto per la buona riuscita di questo dolce (i cannoli vengono fritti a una temperatura di 175 gradi in olio di girasole ad alto oleico arricchito di vitamine e antiossidanti).
Via San Bartolomeo 10 – Scicli
Orari di apertura: 9/13 – 16/21 tutti i giorni (chiuso la domenica)    

Dove dormire

Scicli Albergo Diffuso
Una formula di ospitalità diffusa per vivere un’esperienza autentica e non convenzionale, ma con tutti i comfort di un hotel. Le camere e gli appartamenti indipendenti sono tutti dislocati nel cuore storico di Scicli mentre la reception con la sala colazione si trova nella centralissima via Mormina Penna.  

Da visitare

Antica Farmacia Cartìa
Fondata nel 1902, la Farmacia Cartìa conserva ancora intatti negli scaffali i barattoli con le essenze naturali, ampolle, boccette, bilancini e un antico registratore di cassa. Per gli appassionati della serie televisiva, questo sito storico è uno dei “luoghi di Montalbano”.
Via Mormina Penna 24 – Scicli
Per le visite guidate contattare l’associazione culturale Tanit Scicli al numero di telefono 338 8614973

Palazzo Bonelli-Patanè
Ultima testimonianza di un mondo aristocratico-borghese, questo palazzo conserva ancora gli arredi originari. Varcata la soglia di ingresso sulla via Mormina Penna, si sale lungo lo scalone per immergersi nelle magiche atmosfere gattopardesche.
Via Francesco Mormina Penna 53 – Scicli
Per le visite guidate contattare il numero di telefono 340 4756053

Pranzo al mare

PataPata
Per un pranzo vista mare si va a Sampieri, frazione marinara del comune di Scicli, a soli dieci minuti d’auto dal centro storico. Nella lunga spiaggia di sabbia dorata troverete il PataPata, buon ristorante con servizio di noleggio sdraio e ombrelloni. Il luogo ideale per un rigenerante bagno nelle acque cristalline del Mediterraneo.
Via Miramare – Sampieri

Visita in cantina

Riofavara
L’azienda vitivinicola di Massimo Padova si trova a Ispica e produce una delle migliori espressioni enologiche di Nero d’Avola e Moscato di Noto, i due vitigni tipici della zona. Tra i vini da provare le bollicine del nuovo metodo classico. Dal mese di giugno sono ripartite le attività di enoturismo. Per gli appassionati ci sono poi tre wine suite circondate dalle vigne, tutte con cantina di degustazione in camera.

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