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» Crumble di ciliegie – Ricetta Crumble di ciliegie di Misya

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Innanzitutto preparate la “frolla”: unite in una ciotola le due farine, zucchero, sale, buccia di limone e il burro, a pezzi, ben freddo di frigo.
Amalgamate velocemente con le dita, fino ad ottenere un composto sbricioloso, quindi fare riposare in frigo per almeno 20 minuti.

Mentre aspettate, potete dedicarvi alla pulizia delle ciliegie: lavatele, quindi eliminate picciolo e foglie e procedere a snocciolarle tutte.
Disponetele quindi in una ciotola e mischiatele con lo zucchero e con cannella a piacere.

Imburrate per bene lo stampo, quindi ricoprite il fondo con le ciliegie.
Riprendete la frolla dal frigo e create uno strato di briciole sopra le ciliegie, in modo da coprirle interamente, senza però compattare troppo tra di loro le briciole.
Cuocete per circa 30 minuti in forno statico preriscaldato a 180°C.

Una volta sfornato, fate almeno intiepidire il vostro crumble di ciliegie prima di servirlo.

Santuario di Oropa: dormire in un santuario

Santuario di Oropa: dormire in un santuario

Un rifugio per il corpo e per lo spirito, ateo o religioso che sia, a 1159 metri di altezza (tutti di straordinaria bellezza). Il Santuario di Oropa, alle pendici delle Prealpi biellesi, in Piemonte, nonostante sia patrimonio Unesco dal 2003, è uno dei tanti, troppi tesori nascosti del nostro Paese. Ve lo raccontiamo qui

Incastonato tra le cime rocciose delle Prealpi biellesi, innevate d’inverno e spesso velate da una misteriosa coltre di nubi nelle altre stagioni, il santuario di Oropa si protende verso l’altopiano del Sacro Monte con il suo lungo colonnato di portici, che sembrano messi lì, pronti ad accogliere come in un abbraccio pellegrini, visitatori ed escursionisti in arrivo.

Oropa si raggiunge comodamente in auto o in autobus partendo da Biella (ecco gli orari), ma per chi non teme le salite la strada si può fare anche a piedi, partendo da quella dei Cappuccini, interamente ricoperta di ciottoli, e proseguendo sulla via vecchia di Oropa, ripida e stretta, ma assai panoramica, che passa anche attraverso i paesini. La tradizione vuole che i biellesi la percorrano una volta l’anno: agli altri basterebbe farlo almeno una volta nella vita.

Se siete amanti dei cammini potrete invece partire da Santhià, in provincia di Vercelli, e arrivare a Oropa in quattro giorni seguendo la Via Francigena, lungo un percorso classificato con la lettera E (difficoltà media).

La tradizione vuole che i biellesi percorrano la salita al Monte Oropa una volta l’anno: agli altri basterebbe una volta nella vita

Che del posto siate habitué o neofiti, all’arrivo rimarrete comunque stupiti, e avrete la netta sensazione di ritrovarvi davanti a qualcosa di unico e speciale. La domanda che sicuramente vi farete sarà: «Come ho fatto a non venirci prima?».

Mettiamolo in chiaro: questo è un luogo turistico, di pellegrinaggio sì, ma molto attrezzato (con bar, negozi e ristoranti al suo interno). Eppure – ed è questa la sua particolarità – riesce a conservare un’anima sacra, a non scadere in una «fiera liturgica».
Oropa è una destinazione suggestiva: per chi viene qui a rifugiarsi nella preghiera, certo, ma anche per chi ha semplicemente il desiderio di rigenerarsi un po’. In un’atmosfera intima e accogliente.

Il consiglio per viverla appieno è di soggiornare almeno una notte nella foresteria adiacente al santuario: a disposizione degli ospiti ci sono circa 500 posti letto, suddivisi in quattro tipologie di camere (suite, junior suite, comfort e turistica), tutte spartane, ma molto confortevoli, con soffitti altissimi e arredate con mobili e oggetti d’epoca. All’aperto, inaugurata da poco, c’è anche un’area camper con 31 piazzole e una vista invidiabile sulla Basilica Superiore.

Il complesso del Santuario si staglia su due grandi cortili e comprende l’Antica basilica, edificata durante la peste del 1599 (vi raccomandiamo di partecipare alla prima funzione della mattina: anche se l’ultima Messa a cui avete preso parte era la vostra Comunione, ne vale la pena), e la maestosa Chiesa nuova con la cupola diventata il simbolo di Oropa. La sua costruzione è stata – anzi: è tuttora – molto travagliata: i lavori cominciati nel 1885 non sono ancora finiti, nonostante la consacrazione e l’apertura nel 1960.

Del complesso fanno parte anche alcune cappelle, il Museo del Tesoro, l’Archivio Storico e della Biblioteca, un osservatorio meteosismico e una stazione radio.

Ma questa è anche, e soprattutto, una meta interessante per gli amanti dello sci e del trekking, visto che tutto il territorio intorno è diventato Riserva Naturale Speciale Sacro Monte di Oropa e alle spalle vi sono impianti sciistici di risalita e un Giardino Botanico.

Da non perdere è l’escursione sulla cima del monte Camino, a 2400 metri di altezza. Per farla, la cosa migliore è prendere la funivia che parte vicino al parcheggio della Chiesa nuova, scendere a Oropa Sport (a 1870 metri di altezza) e poi salire a piedi l’ultimo tratto (491 metri di dislivello, sentiero D21) tra sassaie, tratti sterrati ed erbosi (vi ci vorranno circa un paio d’ore, forse tre). I più allenati potranno affrontare da soli l’intera salita, costeggiando inizialmente il torrente Oropa (dislivello totale 1211 metri); i più pigri proseguire in cestovia anche dopo la funivia (occhio solo alle vertigini). Qualsiasi sia la strada che vi porterà in vetta, però, la vista dal monte Camino non la potrete dimenticare: nonostante sia spesso avvolta dalle nubi, la vista a 360 gradi sulle Alpi – dalle Marittime al Gran Paradiso, dal Monte Bianco al Cervino – è spettacolare e vi sembrerà di volare. In alto, oltre al panorama, potrete gustare anche la polenta concia del rifugio Capanna Renata.

Anche a valle le calorie non mancano: intorno al santuario si possono scegliere ristoranti per tutti i menu e tutte le tasche. Tappa d’obbligo della zona è la Locanda Canal Secco Trucco, immersa nel bosco e raggiungibile con la macchina in 5 minuti. Ad accogliervi all’ingresso ci sarà la signora Orietta (seconda icona del luogo dopo la Madonna Nera) e selvaggina e polenta la faranno bene da padrone. Oppure, proprio all’interno del Santuario, si mangiano gustosi tagliolini al ragù di capriolo Ai Tre Arc. Ambiente decisamente più informale, ma ugualmente consigliato al ristorante Valfré: con 15 euro senza pretese si mangiano ottimi affettati di selvaggina e un buon risotto.

Ricette con anguria

Ricette con anguria

Perfetta per gelati, sorbetti e macedonie, si rivela una piacevole sorpresa grazie a caricai, zuppe e abbinamenti inesplorati. Ecco la nuova anguria

Zuccherina, idratante, fresca ed estiva al massimo: l’anguria è un frutto di cui non si può fare a meno in questa stagione e che sa conquistare tutti con semplicità e gusto.

La tradizione vuole che se ne mangi una fetta triangolare del giusto spessore che consenta di morderla senza doverla porzione ulteriormente. La pianta del cocomero è originaria dell’Africa tropicale, ma la amiamo così tanto da considerarla oramai un prodotto locale a tutti gli effetti. Il frutto, che è una massiccia falsa bacca, è ricco di fruttosio e vitamine A e C. Composto di acqua fino al 90% della sua intera costituzione, il cocomero è utile per dissetarsi e contrastare i cali di zuccheri dovuti al caldo.

Ma in cucina, come trattiamo il frutto? Ideale per la preparazione di frullati, sorbetti, gelati e macedonie, viene solitamente consumato a crudo e relegato alla funzione di leggero dessert, spuntino o merenda. Ma con l’anguria, si può fare di più!
La particolare consistenza acquosa la rende perfetta per donare morbidezza alle cotture e la naturale dolcezza del frutto può regalare piacevoli contrasti nei piatti salati, mettendo in risalto il gusto di pesci come calamari, merluzzo, ricciola e seppie ed erbe come il rosmarino.

Per quanto riguarda i dolci, una buona alternativa a gelati e sorbetti può essere il gelo, da gustare al cucchiaio e ben freddo. E viste le alte temperature, perché non provare il gazpacho di anguria, pomodori e mandorle? Questa ricetta è leggera, idratante e rinfrescante, ma non rinuncia al gusto ed è perfetta per stupire gli ospiti con un piatto sorprendente. Si possono poi preparare la zuppa di anguria, melone e pomodori, il gustoso carpaccio al rosmarino con crema di avocado, i calamari saltati con anguria, il merluzzo fresco all’acqua di pomodoro e anguria, il sorbetto di anguria e pompelmo con ricciola, la squisita gelatina nei pomodori verdi e un finger food saporito: seppia e anguria.

Ecco 9 ricette sorprendenti a base di anguria:

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