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Millefoglie di verdure – Ricetta di Misya

Millefoglie di verdure - Ricetta di Misya

Innanzitutto lavate e mondate le verdure, quindi tagliatele a fette non troppo sottili (circa 1 cm per zucchina e melanzana, anche 1,5 cm per i pomodori, listarelle da 2-3 cm per i peperoni).

Fate scaldare una bistecchiera o una padella antiaderente e cuocete le verdure 2-3 minuti per lato (dipende dalla potenza della fiamma: quando saranno ben grigliate, con il segno della bistecchiera, potete girarle e fare lo stesso dal secondo lato), senza accavallarle.

Rivestite lo stampo con della pellicola per alimenti (lasciandola un po’ lunga oltre i bordi)e componete la millefoglie: alternando strati di verdure condite con un po’ di pesto, finendo con uno strato di verdure senza pesto.

Richiudete la pellicola sulle verdure e lasciate riposare in frigo per almeno 2 ore, in modo da far insaporire e compattare il tutto.
Prima di servirla aprite la pellicola, capovolgete su un vassoio, un tagliere o un piatto da portata e sfilate delicatamente stampo e pellicola.

La millefoglie di verdure è pronta, lasciatela riposare almeno 10-15 minuti a temperatura ambiente se non volete servirla proprio fredda di frigo.

Spiaggia: 5 attività green | La Cucina Italiana

Spiaggia: 5 attività green | La Cucina Italiana

Vacane, estate, mare. È tempo di ricaricare le batterie con un po’ di brezza marina e tintarella; infatti Una delle mete sempre scelte dagli italiani è il mare. Cosa c’è di meglio della brezza marina, del buon cibo e quella tintarella invidiabile da tutti? Ecco, oggigiorno sempre di più, trascorrere le vacanze al mare ha un valore aggiunto: rispettare la natura circostante. C’è chi è già in vacanza e chi no, in qualunque momento andiate l’importante è andare al mare con consapevolezza. Non importa dove sarete né con chi andrete, basta trattare il mare e le spiagge con rispetto e cura. A volte capita di non pensarci o non notarlo ma anche il semplice gesto dell’andare al mare cela un grande atto di responsabilità verso l’ambiente che viviamo. Perchè sempre di più oggigiorno bisogna guardare alla quotidianità, ma anche ai momenti di relax, con un occhio di riguardo verso la sostenibilità. Il rispetto per la terra e l’ambiente che ci circonda è ormai un aspetto che non possiamo più trascurare, bensì va fatto crescere grazie alla conoscenza e ad alcuni piccoli gesti quotidiani che nel grande spettro possono fare la differenza. Ecco che andare al mare può trasformarsi in un piccolo (grande) gesto di responsabilità nei confronti della natura e dei nostri mari. Quali sono i gesti e le attività che potete fare sotto l’ombrellone, nel rispetto della natura e della sostenibilità? Partiamo dal cibo e dalla spesa di tutti i giorni, mangiando sano, risparmiando sulle emissioni e contribuendo a rilanciare l’economia del territorio: questi sono alcuni dei tanti motivi per consumare cibo di produzione locale.

Ecco 5 gesti sostenibili da fare sotto l’ombrellone

10 ricette di pesce e formaggio. È ora di sfatare il tabù

10 ricette di pesce e formaggio. È ora di sfatare il tabù

Nessuno sa bene il motivo per il quale abbinare il formaggio e pesce sia un tabù così severo, ma tutti sanno che non va assolutamente fatto. Perché? La tradizione e cultura gastronomica italiana ha origini antiche e complesse, molteplici sono i fattori che nell’arco della storia hanno influenzato non solo quello che mangiamo, ma come mangiamo

Siete al ristorante, i turisti stranieri al tavolo di fianco chiedono al cameriere di portargli del parmigiano, che poi a cospargono sopra gli spaghetti alle vongole. Osservate, sbalorditi, e vi piange il cuore. 

Perché non si mette il formaggio sul pesce?

In realtà, non ci sono fonti storiche che citano la nascita di questo abbinamento discutibile, nessuno storico gastronomico è riuscito a scovarne l’origine. Il motivo è principalmente legato al fatto che il tabù nasce come identità gastronomica culturale condivisa, di un paese che, distrutto da una guerra mondiale, cerca di mantenere le proprie tradizioni per salvaguardare la propria storia. L’Italia è l’unico fra i paesi al mondo con una forte tradizione sia casearia che ittica che non abbina tradizionalmente i due prodotti. 

Esistono varie scuole di pensiero per giustificare l’esistenza del tabù, tutte facili da sfatare, come racconta Dan Nosowitz, giornalista gastronomico statunitense. La prima giustificazione condivisa da molte persone è che il formaggio, con il suo sapore forte, andrebbe a coprire il sapore delicato del pesce o dei frutti di mare. Questa teoria può essere applicata se si parla di un abbinamento di gorgonzola piccante e gamberi crudi, ma esistono moltissimi formaggi delicati (come il primo sale e la burrata) e altrettanti prodotti di mare dal sapore deciso, come le sarde e le ostriche. 

La seconda teoria sul perché l’abbinamento del formaggio al pesce sia proibito è legato alla geografia: le regioni in cui viene prodotta la maggiore quantità di formaggio sono zone montane, prive del mare e dei suoi prodotti. L’idea che il formaggio sia solamente prodotto nell’entroterra, e che quindi non si mescoli assieme al pesce, è facile da sfatare: è sufficiente pensare a tutti quei formaggi prodotti poco lontano dalla costa, dal fior di latte al pecorino romano e caciocavallo ragusano. 

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