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Lo Speck Alto Adige IGP il 7 maggio è protagonista a Naturno

La Cucina Italiana

Domenica 7 maggio a Naturno, cittadina della Val Venosta, si accendono i riflettori sullo Speck Alto Adige IGP. Per il secondo anno consecutivo, infatti, torna l’appuntamento con la Giornata dello Speck Alto Adige IGP, in cui il gusto intenso e speziato dell’iconico prodotto locale sarà il protagonista di un evento straordinario. Musica dal vivo, un mercato gastronomico e tante proposte sfiziose esalteranno il prodotto eccellenza del territorio.

Punto di ritrovo, piazza Municipio a Naturno, dove, dalle 10 alle 18 di domenica 7 maggio 2023, si potranno scoprire le tante caratteristiche dello Speck Alto Adige IGP e i numerosi segreti – ma non tutti! – dietro questo straordinario prodotto. La cittadina di Naturno non è stata scelta a caso. Paese in Val Venosta a pochi chilometri da Merano, Naturno è famosa per le sue bellezze naturali quanto per una singolare caratteristica: il vento che soffia tra le sue vie, definito perfetto per la stagionatura dello Speck Alto Adige IGP. Non poteva quindi che essere di nuovo questa la location per la Giornata dello Speck Alto Adige.

Giornata dello Speck Alto Adige: il programma

La Giornata dello Speck Alto Adige IGP prenderà il via alle 10, con accoglienza nel mercato gastronomico, in cui passeggiare e, allo stesso tempo, gustare la bontà del salume altoatesino. Seguirà l’intrattenimento musicale, immancabile, con la banda di Naturno, fino alle 11.15, quando le melodie altoatesine lasceranno il posto alla cerimonia con discorso inaugurale, presieduta dalla moderatrice della giornata Silvia Fontanive, personalità di spicco dell’Alto Adige. A partire dalle 11.45, poi, l’intrattenimento musicale curato da Simon Rabanser si alternerà fino alle 15 a sessioni di live showcooking di Thomas Ortler, divertenti e molto coinvolgenti. In seguito, fino alle 18.00 sarà possibile assistere all’esibizione della band altoatesina Pamstiddn Kings.

La Giornata dello Speck Alto Adige IGP di Naturno è un evento pensato davvero per tutti, dai più piccoli ai più maturi, e saprà esaltare al meglio non solo il prodotto, ma anche il suo territorio di riferimento.

“I mille volti di un simbolo”

“Siamo molto felici che anche quest’anno si rinnovi l’appuntamento primaverile di Naturno” commenta Paul Recla, Presidente Consorzio Tutela Speck Alto Adige. “Per noi, la Giornata dello Speck Alto Adige IGP è molto importante, perché ci permette di raccontare i mille volti di un simbolo del nostro territorio e, allo stesso tempo, di accogliere curiosi e appassionati in una valle unica, fiore all’occhiello del turismo italiano”.

Visitare Naturno sarà quindi una buonissima idea per gustare lo Speck Alto Adige IGP in occasione della Giornata a lui dedicata ma anche per esplorare i dintorni e lasciarsi stupire dai castelli e le fortezze della zona, dalle chiese e, in generale, dal paesaggio che abbraccia tutta la valle. Numerose anche le escursioni che si possono fare a piedi o in bicicletta e che regaleranno momenti di contatto vero e autentico con la natura altoatesina.

la ricetta verace di Tommaso Cannata | La Cucina Italiana

la ricetta verace di Tommaso Cannata
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Quando mordi la focaccia messinese, mordi la Sicilia. È semplice, buonissima, ricchissima, proprio come questa isola nel cuore del Mediterraneo che è anche un paradiso dell’enogastronomia. È nata come ricetta di recupero per riutilizzare il pane raffermo, e dal dopoguerra si è diffusa diventando il lievitato che conosciamo oggi: un impasto alto e soffice condito con scarole, pomodori, tuma e alici che non manca in nessuna rosticceria isolana che si rispetti.

I piatti della rosticceria siciliana

«Sì, la focaccia messinese è un emblema della Sicilia: un piatto semplice, saporito, nutriente, come del resto tutti quelli della grande famiglia della rosticceria di cui fanno parte, tra i tanti, sfincioni, arancini, la scaccia», nota Tommaso Cannata, maestro dei maestri della focaccia messinese, e non solo. Panificatore figlio d’arte, messinese doc, è arrivato dalla Sicilia a Milano con il suo Cannata Sicilian Bakery, portando tutte le sue specialità fatte con grani antichi e prodotti sostenibili rigorosamente siciliani.

Siciliaday

Insomma, Tommaso Cannata proprio non poteva mancare al Siciliaday: un giorno intero in cui sul palco di Eataly Smeraldo, a Milano, si alterneranno cuochi, ma anche musicisti e artisti. Dall’«oste» Filippo La Mantia che con lui, alle 13, inaugurerà la giornata, alla giornalista Giusi Battaglia (per molti «Giusina in Cucina» dal nome del programma che conduce su Food Network). E poi, tra i tanti, lo scrittore Gaetano Savatteri e i musicisti Mario Venuti e Lello Analfino. Si va avanti fino alle 20 e oltre per parlare di cultura, bellezza, e ovviamente di cibo (l’intero programma è sulla pagina Facebook dell’Assessorato al Turismo della Regione che promuove la giornata e tutti gli incontri sono gratuiti).

La focaccia messinese perfetta

Le ricette tipiche saranno centrali. E di certo non mancherà la focaccia messinese: cibo di strada e popolare, ma non solo. «Lo street food è un patrimonio, un ambasciatore: noi che lo prepariamo abbiamo il compito di farlo al meglio», nota infatti Cannata. «Servono ottime materie prime anche per preparare una semplice focaccia: dalle farine di grani antichi e macinate a pietra che sono le più sostenibili e le più digeribili, ai condimenti. Io, per esempio, uso la tuma con il latte crudo, e per il mio “arancinu” prendo il riso che arriva da un produttore di Catania che ha ripreso in mano questa coltura cominciata in Sicilia molto prima che arrivasse in Piemonte e poi per lungo tempo abbandonata. È anche così che si fanno conoscere una terra e i suoi sapori».

La ricchezza della Sicilia

E quelli della Sicilia sono tanti, perché è un’isola che ha tutto, non solo perché è nel cuore del Mediterraneo. «Siamo fortunati, perché siamo una terra che accoglie e che ereditato anche tante culture culinarie. Poi abbiamo il mare, le colline, le montagne, i venti e pure il vulcano, che ci hanno regalato una ricchezza e una varietà di prodotti incredibili», dice Cannata. «Ora dobbiamo tutelare questa ricchezza: valorizzare in Sicilia, ma anche altrove, i produttori che producono nel rispetto della terra e della tradizione, e i loro grandi prodotti. Sono il futuro della cucina e dell’alimentazione, i più genuini e i più duraturi. Ne parleremo al Siciliaday, e ci diverteremo». Del resto, la cucina italiana è anche questo: felicità.

A seguire la ricetta della focaccia messinese di Tommaso Cannata:

Ricerche frequenti:

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L’aceto balsamico di Modena è un condimento molto diffuso e amato in tutto il mondo, protetto da una denominazione geografica (IGP) che ne garantisce la provenienza e la qualità. La sua produzione prevede l’utilizzo di diverse ricette, purché rientrino all’interno delle concessioni del rigido disciplinare.

Spesso ci si chiede come viene prodotto, quali sono i suoi ingredienti e come lo possiamo utilizzare: per questo abbiamo deciso di dare una risposta a tutti i vostri dubbi, così potrete diventare anche voi esperti di questo condimento unico nel suo genere.

Come si fa l’aceto balsamico di Modena IGP?

L’aceto balsamico di Modena IGP deve essere prodotto seguendo le regole del Disciplinare di Produzione. Queste regole stabiliscono che l’aceto deve essere fatto solo nelle acetaie delle province di Modena e Reggio Emilia, usando mosti di sette vitigni che sono comuni in Emilia Romagna. Questi mosti, che possono essere cotti o concentrati, devono avere la giusta quantità di acidità e zuccheri, e vengono miscelati con aceto di vino e aceto di vino invecchiato per almeno 10 anni. L’aceto balsamico di Modena IGP deve maturare in recipienti di legno di alta qualità all’interno delle acetaie, che offrono l’ambiente ideale di temperatura e aerazione.

L’Aceto Balsamico di Modena IGP Ponti, che ne produce ogni anno 4 milioni e mezzo di litri, viene prodotto mediante la lenta maturazione di aceto di vino di alta qualità e di mosto d’uva cotto e concentrato in tini, botti e barrique di legni diversi, in base alle ricette specifiche.

Che differenza c’è tra mosto cotto e mosto concentrato?

Il mosto cotto e il mosto concentrato sono entrambi prodotti a partire dall’uva, ma attraverso processi differenti.
Il mosto cotto è ottenuto facendo bollire il succo d’uva fresca a fuoco vivo per un lungo periodo di tempo, fino a che non si riduce a una densità molto elevata. In questo modo, l’acqua presente nell’uva evapora, concentrando il mosto. Il mosto cotto ha un sapore intenso e dolce.
Il mosto concentrato, invece, è ottenuto facendo evaporare l’acqua dal mosto d’uva fresco o parzialmente fermentato, utilizzando un processo di concentrazione sottovuoto o a membrana. In questo modo, il mosto viene concentrato senza subire il processo di cottura. Il mosto concentrato ha sentori più freschi e fruttati.

Che differenza c’è tra fermentazione alcolica e fermentazione acetica?

La produzione dell’aceto è il risultato di due distinti processi di fermentazione, una prima fermentazione alcolica seguita da una fermentazione acetica. La fermentazione alcolica è un processo di trasformazione che produce alcol etilico e anidride carbonica. La fermentazione acetica, invece, rappresenta un processo secondario alla fermentazione alcolica. In questo processo, gli acetobatteri trasformano l’alcol in acido acetico, combinandolo con l’ossigeno. La fermentazione avviene sulla superficie del liquido, dove i batteri acetici producono una pellicola, conosciuta come madre, assieme ad altri microrganismi.

La fermentazione alcolica che avviene all’inizio della produzione dell’aceto balsamico di Modena IGP coinvolge solo parte degli zuccheri del mosto, che si trasformano in alcol etilico con un risultato simile a quello del vino. Il risultato è però estremamente differente, soprattutto nel residuo zuccherino.

Perché le botti sono fatte con legni diversi?

Il tipo di legno incide molto sul risultato finale del prodotto. Gli aceti balsamici di Modena IGP più pregiati maturano in barrique di tre differenti essenze, che conferiscono ognuna caratteristiche peculiari all’aceto: il rovere un profumo gentile e vanigliato, il castagno la ruvidezza aromatica del tannino e il ciliegio il dolce aroma della frutta. Le barrique sono mantenute a temperatura naturale nell’acetaia così da trarre il massimo beneficio dalle variazioni climatiche delle stagioni. Il caldo favorisce la fermentazione e la concentrazione, il freddo la sedimentazione.

Cos’è l’invecchiamento dell’aceto balsamico di Modena IGP?

L’invecchiamento è il periodo non inferiore ai tre anni durante il quale l’aceto balsamico di Modena IGP è contenuto all’interno di tini, botti o barrique e può essere definito invecchiato l’unico aggettivo che il disciplinare di produzione consente di utilizzare per l’aceto balsamico di Modena IGP.

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