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Bigoli, gli spaghettoni veneti: ricette | La Cucina Italiana

Bigoli, gli spaghettoni veneti: ricette
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Dalla regione del Veneto, ecco i bigoli, i tipici spaghettoni a sezione tonda, la cui pasta, fatta in casa, veniva lavorata al torchio. Da queste parti sono talmente apprezzati che l’espressione “andare per bigoli”, un tempo, significava “andare a un buon pranzo”. Hanno una forma simile a dei grossi spaghetti, anche se più spessi e ruvidi. Infatti, la caratteristica distintiva dei bigoli sta proprio nella consistenza rugosa, che permette di trattenere bene i condimenti.

Che origine hanno i bigoli?

I bigoli sono parte della storia culinaria veneta, tradizionalmente nelle case venivano preparati a mano utilizzando un’apposita macchina detta “bigolaro”. Oggi, la pasta può essere realizzata anche con l’ausilio di macchine per la pasta, anche se può essere facilmente acquistata già pronta.

Formato di pasta molto legato al territorio, vi sono diverse feste e sagre dedicate ai bigoli – ad esempio, la Festa dei Bigoi al Torcio a Limena ogni anno all’ultima settimana di aprile.

Come fare i bigoli in casa?

Per fare i bigoli in casa, la ricetta tradizionale prevede un impasto di farina di grano tenero, acqua e sale. Esiste anche la versione con uova che ne fanno una pasta all’uovo davvero notevole. La proporzione è di 400 grammi di farina 00 per 4 uova e acqua. Se tradizionalmente l’impasto veniva passato al torchio, oggi si possono realizzare i bigoli con un trucco moderno, ovvero passando l’impasto in un tritacarne o schiacciapatate – anche se è deducibile che il risultato non sarà ottimale.

Come condire i bigoli?

I bigoli sono il formato di pasta ideale per gustare un primo piatto dal sapore rustico e tradizionale. Sono spesso accompagnati da salse dense e ricche di sapore, come il ragù di carne, il ragù di anatra o il sugo di pesce.

Le nostre ricette con i bigoli

Ricetta Cicchetti veneti – La Cucina Italiana

Ricetta Cicchetti veneti - La Cucina Italiana

I cicchetti sono piccoli assaggi saporiti serviti nelle osterie venete per accompagnare la classica ombra di vino. Il saor è un trattamento usato un tempo dai naviganti per conservare a lungo il pesce fritto. Sul crostino di polenta, Asiago e radicchio veneti

  • 600 g sarde
  • 50 g pinoli
  • 50 g uvetta
  • 2 cipolle
  • farina
  • aceto
  • olio di arachide
  • sale
  • 300 g 2 cespi di radicchio
  • 250 g farina di mais
  • sale
  • 180 g formaggio Asiago Dop
  • olio extravergine di oliva

PER LE SARDE IN SAOR
Pulite le sarde eliminando teste e lisca, apritele a libro tenendo le codine.
Infarinatele e friggetele in olio di arachide per 2 minuti, scolatele su carta da cucina e salatele.
Pulite le cipolle e tagliatele a fette.
Portate a bollore 200 g di aceto, unitevi la cipolla affettata e riportate a bollore. Aggiungete anche l’uvetta e i pinoli, cuocete ancora per 2 minuti e spegnete.
Disponete le sarde in una pirofila, copritele con la cipolla, quindi bagnatele con il sugo di cottura.
Coprite e ponete a riposare per almeno 12 ore in frigorifero.

PER LA POLENTA CON IL RADICCHIO
Portate a bollore 1 litro di acqua salata. Unitevi la farina di mais e cuocete mescolando di continuo per circa 40 minuti.
Versate la polenta ottenuta in una pirofila, formando uno strato di circa 2 cm. Lasciatela raffreddare in frigorifero per circa 6 ore.
Tagliate la polenta in quadratini di circa 8 cm di lato e abbrustoliteli in una padella con un filo di olio.
Mondate il radicchio, tagliatelo a striscioline e saltatelo in padella con un filo di olio e sale per 2 minuti.
Coprite i quadratini con il formaggio tagliato a fettine e metteteli nel forno a 180 °C per 6-7 minuti.
Sfornateli e guarniteli con il radicchio.

Ricetta: Davide Brovelli, Foto: Riccardo Lettieri, Styling: Beatrice Prada

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