Il limone abbassa la glicemia? La parola alla nutrizionista

La Cucina Italiana

Davvero il limone abbassa la glicemia? Succoso e dal sapore particolarmente aspro, il limone può essere consumato in diversi modi. Si può bere il succo appena spremuto oppure utilizzarlo insieme alla scorza e alla polpa in piatti e pietanze. Grazie al suo aroma particolare questo frutto infatti è un vero e proprio esaltatore di sapidità naturale. «Il limone aggiunge gusto e allo stesso tempo permette di ridurre l’impiego di altri condimenti che, in eccesso, aumentano i rischi per la salute», spiega la nutrizionista Valentina Schirò, specializzata in scienze dell’alimentazione. «Vanta poi un contenuto apprezzabile di acqua, antiossidanti, tra cui i flavonoidi come l’esperidina e di sali minerali, specialmente potassio». Gli acidi organici di cui è ricco, tra cui quello ascorbico e citrico, sono capaci di migliorare l’assimilazione di alcuni nutrienti. «Agevolano per esempio l’assorbimento del ferro eme presente nei cibi di provenienza animale come la carne e il pesce e sono capaci di raddoppiare addirittura quello del ferro “non-eme” che si trova nei cibi di provenienza vegetale come i cereali integrali, i legumi tra cui i fagioli, le verdure, specialmente nella rucola, nei broccoli e nei carciofi». Negli ultimi anni diversi studi si sono concentrati sulle proprietà di questo frutto, in particolare di rallentare l’assimilazione degli zuccheri nel sangue e di conseguenza di avere effetti benefici nella lotta contro l’insorgenza del diabete di tipo 2 e dell’insulina-resistenza. Quindi, tornando alla domanda iniziale: davvero il limone abbassa la glicemia? Ecco cosa c’è di vero.

Cosa dicono gli studi

«Il limone è un frutto che può essere consumato da chi presenta alterazioni del metabolismo degli zuccheri, per esempio in caso di diabete. Ha infatti un contenuto ridotto di zuccheri facilmente assimilabili dall’organismo», spiega la nutrizionista Valentina Schirò. «Gli studi che invece hanno messo in evidenza i benefici di questo frutto nell’abbassamento della glicemia sono stati condotti per lo più in vitro e in relazione al consumo di amidi. In uno studio condotto sull’uomo un team di esperti ha messo in evidenza che il consumo del suo succo sia in grado di ridurre la risposta glicemica dell’organismo al glucosio che viene rilasciato dal consumo dell’amido del pane, abbassando significativamente il picco medio di concentrazione di glucosio nel sangue del 30% e ritardandolo di oltre 35 minuti. Un altro studio ha evidenziato che il consumo del succo di limone è in grado di abbassare la risposta glicemica e aumentare sia le secrezioni gastriche sia la velocità di svuotamento. Sebbene questi studi condotti entrambi sull’uomo abbiano evidenziato benefici del succo di limone, al momento le prove a disposizione nella letteratura scientifica sono ancora poche e quindi insufficienti per poter consigliare il limone per abbassare la glicemia».   

Quali benefici reali ha il limone

Il limone è un frutto alleato della linea e della salute. Va benissimo quindi usarlo nei piatti e nelle pietanze, ma meglio invece evitare di farne scorpacciate. «Il consumo eccessivo di limone è associato all’erosione dello smalto dei denti e in caso di problemi di reflusso e acidità di stomaco può peggiorare i fastidi per via della ricchezza di acidi», dice l’esperta. Il succo di questo frutto così come la scorza e la polpa sono ottimi per ridurre l’impiego di sale e di salse ricche di zuccheri e grassi, il cui consumo è associato a diversi problemi di salute. Ma i benefici dipendono anche da cosa si consuma all’interno del pasto. «Consumare per esempio un’insalata condita con succo di limone in un pasto ricco di carboidrati raffinati e ad alto indice glicemico come il riso, la pizza o le patate bollite non ha effetti miracolosi sulla glicemia. Lo stesso vale se si utilizza il limone nei dolci o in dessert, ricchi di zuccheri a rapido assorbimento. Quindi il limone per quanto ricco di proprietà benefiche non abbassa la glicemia, come spesso si crede».

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