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Torta Aurora: la ricetta originale della torta buona sempre

La Cucina Italiana

Leggera e soffice, la torta Aurora è un dolce semplice perfetto per accompagnare sia la colazione che la merenda. Buonissima da sola e adatta ai bambini può essere anche la base per torte più elaborate e dolci al cucchiaio.

Torta Aurora o pan di Spagna

La torta Aurora è molto simile al pan di Spagna e la preparazione di entrambe le torte inizia infatti con la montata delle uova con lo zucchero. Tuttavia se il pan di Spagna è fatto con soli tre ingredienti, la torta Aurora contiene anche burro e fecola di patate che permettono di ottenere una torta più compatta, meno asciutta, più friabile e più scioglievole rispetto al Pan di Spagna. La combinazione degli ingredienti e poche semplici accortezze durante il procedimento vi permetteranno di ottenere una torta versatile e ideale anche per essere farcita.

Torta Aurora: la ricetta originale

La ricetta originale della torta Aurora è molto semplice tuttavia prestate attenzione agli ingredienti e pesate le uova perché faranno la differenza ai fini del risultato.

Ingredienti per una tortiera ø 20 cm

160 g di zucchero semolato
120 g di fecola di patate
110 g di uova a temperatura ambiente
105 g di burro
95 g di farina 00
65 g di tuorli a temperatura ambiente
qualche goccia di estratto di vaniglia
zucchero a velo q.b.

Procedimento 

Fate fondere il burro quindi lasciatelo intiepidire fino alla temperatura di 40°C. In una ciotola rompete le uova, unite lo zucchero semolato e lavorate con uno sbattitore elettrico fino ad ottenere un composto bianco e mediamente spumoso. Aggiungete a filo i tuorli già leggermente sbattuti con una forchetta e l’aroma di vaniglia. Continuate a montare fino a che il composto non sarà gonfio e triplicato in volume.

Aggiungete ora la farina setacciata con la fecola e mescolate delicatamente con una spatola con movimenti dal basso verso l’alto per non smontare il tutto. Quando la farina sarà incorporata aggiungete anche il burro fuso.

Versate il composto in uno stampo a cerniera precedentemente imburrato e infarinato o rivestito con carta forno. Fate cuocere la torta Aurora per 40 minuti in forno preriscaldato in modalità statica alla temperatura di 180°C verificando infine la cottura con uno stecchino. Sfornate e lasciate raffreddare completamente la torta Aurora, quindi toglietela dallo stampo. Prima di servire spolverizzate con tanto zucchero a velo.

Come farcire la torta Aurora e le varianti

Dopo aver provato la ricetta base della torta Aurora vi consigliamo di realizzare anche la golosa variante della torta Aurora alle mele. Se invece avete realizzato la ricetta originale e volete farcirla per farla diventare un dolce al cucchiaio, dovete tagliarla a metà nel senso della larghezza e spalmare la parte inferiore con crema pasticcera, crema al cioccolato, confettura, crema al latte e frutta fresca a seconda dei gusti. Potete anche decidere di ricoprirla con glasse, ganache al caffè e panna montata o di utilizzarla al posto del pan di Spagna per fare la zuppa inglese o come base per la torta mimosa.

Sfogliate la gallery per ulteriori suggerimenti

Torta Aurora: il consiglio in più

Ricerche frequenti:

Cena dei Mille, Parma: la parte più buona dell’Italia

Cena dei Mille, Parma: la parte più buona dell’Italia

Un tavolo di 400 metri tra Piazza Garibaldi e Strada della Repubblica, apparecchiato con 6 mila posate e 5 mila bicchieri, 180 tra cuochi, camerieri e personale di sala, per organizzare la serata. Sono i numeri che raccontano la Cena dei Mille che torna dopo due anni di stop, organizzata ieri 6 settembre, sulla strada principale di Parma, e voluta da Fondazione Parma Unesco City of Gastronomy e il Comune della città con Parma Alimentare

Mentre camminavo per andare all’aperitivo, si sentivano le voci di chi diceva “vai alla Cena dei Mille? Ci si vede là?”. I biglietti sono finiti in un lampo anche perché in cucina nel ristorante di strada più buono del mondo c’erano i grandi Chicco Cerea di Da Vittorio da Bergamo ed Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba, entrambe città Unesco insieme agli chef di Parma Quality Restaurants e una rappresentanza di ChefToChef Emilia-Romagna Cuochi, con gli stellati Massimo Spigaroli, Isa Mazzocchi e Andrea Incerti Vezzani

Prima l’aperitivo in piazza ad assaggiare le venti cantine del territorio con i prodotti della Food Valley, poi seduti a gustare la tartare di tonno con bagna cauda e crumble di pistacchi ormai classico del ristorante Da Vittorio, il cilindro alle ortiche glassato con tartufo nero candito e Parmigiano Reggiano affumicato di Parma Quality Restaurant e ancora il tenero di vitello su purea di patte dolci e fiore di zucchine ripieno di ortaggi di Cheftochef Emilia Romagna Cuochi. 

E poi ecco la pioggia. Mentre si è seduti a parlare di futuro e fare sistema (Italia) che qui da queste parti riesce benissimo, arriva una pioggia prima debole e poi più insistente. E a questo punto si va tutti sotto i portici ad assaggiare una bella  torta di nocciole d’Alba e zabaione al moscato di Crippa. 

Tanta felicità, tanta voglia di stare insieme e una partecipazione della città straordinaria, con la presenza dei consorzi come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma, e la grande imprenditoria italiana che guarda caso qui ha tanti rappresentanti, da Barilla, a Mutti, Zarotti ma anche le associazioni come «Parma, io ci sto!» e Alma – Scuola internazionale di Cucina italiana. 

La Cena dei Mille non è solo una cena, ma anche il desco simbolo di come l’Italia sappia fare sistema, con semplicità e cuore. Infatti, parte del ricavato andrà a favore di Emporio Solidale Parma che aiuta attualmente 1.600 nuclei familiari nel territorio.

La ricetta più buona, l’editoriale di aprile 2022

La Cucina Italiana

La Cucina Italiana di aprile è ora in edicola: idee per il Pranzo di Pasqua da tutta Italia, la pastiera napoletana in versione classica e in tante varianti (persino con i pomodori, come ci ha suggerito un amico cuoco), come si fa l’uovo pasquale in casa, e tante ricette buonissime da fare subito.

«Anni fa, i miei genitori ospitarono a casa una signora proveniente da un Paese con una situazione a dir poco difficile e molto povero. Ricordo che la mattina metteva tanto latte nel tè – per nutrirsi di più, diceva – e andava in giro per la città a piedi per risparmiare i soldi del tram. La sera era stanca ma visibilmente felice di stare con noi. Quando partì ci regalò delle piccole tovagliette confezionate con le sue mani per ripagare la nostra generosità. E furono sulla nostra tavola e nei nostri ricordi per tanto tempo. Proveniva da un Paese in piena dittatura e non abbiamo mai più saputo nulla di lei. Pochi giorni fa, Brendan Allthorpe, il nostro art director australiano che ha vissuto per tanti anni in giro per il mondo (sua moglie è milanese), mi ha detto che sta ospitando delle persone scappate dalla guerra. Così, me lo ha riferito in corridoio. Come se fosse la cosa più normale del mondo, ha aperto la sua casa e ogni giorno cucina insieme a loro e per loro, con la semplicità di una famiglia più estesa e le difficoltà della convivenza in un ambiente ristretto. È proprio vero: quando stendiamo la tovaglia per il pranzo e la cena non stiamo solo sedendoci a tavola ma aprendo le trattative a una reale condivisione, dove la parola pace è il piatto principale. Se ci fosse una ricetta, direi che l’ingrediente generosità non potrebbe mancare e neanche un po’ di cuore. E più di tutto, l’amore.»—@MaddalenaFossati

P.S. La Condé Nast, la casa editrice che pubblica La Cucina Italiana, sta raccogliendo fondi per aiutare la popolazione ucraina mediante il sito della Croce Rossa Internazionale > icrc.org

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