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Miglio: 6 motivi per portarlo in tavola più spesso

La Cucina Italiana

Sapete perché dobbiamo consumare più miglio e perché fa bene a noi e all’ambiente? Ecco 6 motivi. Il miglio comprende un gruppo eterogeneo di cereali a grana piccola e di terraferma, tra cui la coda di volpe, l’aia e il fonio. In quanto cereali integrali, sono una buona fonte di nutrienti essenziali. Sono quindi tanti diversi cereali, sotto lo stesso nome: miglio, appunto.

Coltivati principalmente in Asia e in Africa, l’India è il primo produttore, seguita da Nigeria, Niger e Cina. Sono stati tra le prime piante a essere addomesticate e sono ancora oggi una coltura tradizionale di base in alcune zone dell’Africa subsahariana e dell’Asia. Queste colture, radicate in antiche culture e tradizioni ancestrali, sono sopravvissute a lungo a condizioni di coltivazione difficili. La loro resilienza e adattabilità al clima offrono opportunità per rafforzare la sicurezza alimentare e la crescita economica.

In occasione dell’Anno internazionale del miglio 2023, la FAO sta lavorando per sbloccare il grande potenziale del miglio come alimento accessibile che può contribuire a diete sane e a un ambiente sano.

Il fiore del miglio

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6 ragioni per cui dovremmo portare il miglio a tavola

1. Il miglio è presente quando gli altri non lo sono

Una popolazione mondiale in costante crescita ha bisogno di cibo sano e sufficiente, in un contesto di emergenza climatica e di esaurimento delle risorse naturali. Il miglio può essere parte della soluzione. Questi cereali possono sopravvivere a condizioni climatiche difficili, offrendo soluzioni alla scarsità di cibo. Poiché spesso sono le uniche colture che possono essere raccolte nelle stagioni secche, il miglio può essere una fonte di cibo vitale per le popolazioni vulnerabili all’insicurezza alimentare.

Non solo il miglio fornisce nutrienti essenziali per una dieta sana, ma è anche resistente al clima e richiede input e manutenzione minimi per essere coltivato, qualità favorevoli per i piccoli agricoltori.

2. Il miglio può contribuire a una dieta sana  

Il miglio fornisce infatti antiossidanti, minerali e proteine. In quanto cereali integrali, ogni varietà di miglio offre anche diversi tipi e quantità di fibre, che svolgono un ruolo nella regolazione della funzione intestinale, della glicemia e dei lipidi.

Bambù in cucina: perché è buono per noi e l’ambiente

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È il giunto il momento di portare il bambù in cucina, anche in Occidente Comune sulle tavole di tutto l’Oriente, il bambù sta piano piano conquistando anche le tavole del resto del mondo, grazie al sapore delicato e al fatto che, in qualsiasi stato di cottura, il bambù rimane croccante e quindi particolarmente adatto come ingrediente di ogni tipo di piatto

Tante sono le varietà di bambù gigante esistenti. Il bambù si presta a svariati utilizzi, dagli utensili all’alimentazione. Alcune varietà come Moso sono commestibili e si prestano a diversi tipi di cucina.

Il sapore del bambù commestibile può essere paragonato, in base al tipo di cottura e alla provenienza, a una via di mezzo tra l’asparago bianco e il carciofo. Il bambù in cucina è una specialità tutta da scoprire, sana e gustosa se saputa cucinare.

Come consumarlo

Il germoglio del bambù emerge in primavera ed è caratterizzato da un sapore delicato e una consistenza croccante

I tipi di preparazione di questo particolare e gustoso piatto sono molteplici. In generale, i germogli di bambù dovrebbero essere consumati e utilizzati nelle diverse preparazioni solo dopo essere stati accuratamente lavati e bolliti (almeno 10 minuti ogni 100 g di prodotto) al fine di eliminare gli effetti nocivi di alcune tossine naturali in esso contenute (i glicosidi cianogenici, presenti anche nella manioca). È consigliabile aggiungere all’acqua di cottura amido di riso al fine di eliminare quel retrogusto amarognolo che caratterizza i germogli di quasi tutte le tipologie di bambù commestibile e conferirgli così un sapore più dolce e gradevole. L’altra caratteristica di questo particolare alimento è la sua croccantezza che si mantiene anche dopo la cottura.

Per apprezzarne appieno il sapore, soprattutto se non lo si conosce, si può consumare il bambù da solo, tagliato a fette molto sottili, oppure a rondelle e condito con un filo d’olio e una leggera spruzzata di limone. Altrimenti, i germogli di bambù possono essere saltati in padella, meglio ancora se in un wok, e abbinati a diverse verdure. I cuori di bambù sono ottimi anche marinati e conditi con spezie a piacimento.

Proprietà e benefici del bambù

Oggi il bambù è considerato uno dei cibi del futuro grazie alle sue proprietà benefiche. Infatti è considerato un vero e proprio superfood, grazie alle innumerevoli sostanze nutritive che contiene e alle sue particolari caratteristiche. Ipocalorico, povero di grassi e ricco di fibre, il bambù rappresenta un ingrediente prezioso per chi vuole un’alimentazione sana e nutriente.

Inoltre, il bambù è un’ottima fonte di potassio, che abbassa la pressione sanguigna e contrasta gli effetti negativi del sodio all’interno del nostro organismo.  

Nel bambù troviamo poi anche altri minerali importanti per le ossa e dall’effetto anti-aging. Infine ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. A ciò si aggiunge la fibra alimentare di primissima qualità che abbonda nei germogli di bambù, perfetta per prevenire e combattere il colesterolo.

La sua crescita è considerata al momento tra le più veloci al mondo e si sta affermando tra i consumatori che cercano di seguire un’alimentazione sostenibile dall’alto valore nutritivo.

Cosa significa essere donna in cucina oggi

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Nei 54 stati dell’Africa c’è un detto: «La donna è colei che educa i popoli». Non può essere più forte, d’impatto e attuale la frase con cui Victoire Gouloubi termina il suo racconto. La sua voce solenne traspare quell’impavida forza dell’essere donna. Victoire abbraccia due culture, quella italiana e africana, creando una cucina di integrazione che porta con sé i trionfi di una donna che si è fatta largo nel mondo della cucina, vincendo, con orgoglio, lotte di genere e di etnia. Nata in Congo, Victoire arriva in Italia all’età di 21 anni. Il sogno? Seguire la sua passione e diventare cuoca. Muove i primi passi a Cortina, ma è l’esperienza da Sadler ad aprirle le porte dell’alta ristorazione, e non solo, anche quelle della solidarietà.

Victoire, hai qualche consiglio in cucina tramandato da una figura femminile per te significativa?

Mia mamma non è mai stata una grande cuoca. Poco tempo fa è venuta in Italia per un lungo periodo e mi ha detto ‘sarebbe stato bello che tuo padre fosse stato qui per congratularsi con te’. E io ‘guarda che sono diventata cuoca non per merito tuo’. Lei si mette a ridere. 
Ho il ricordo di mia mamma quando ero piccola come una donna forte che comandava a casa, ma il ricordo di quando cucinava è nullo, non era lei la cuoca di casa. In famiglia però abbiamo una ricetta tramandata, il Saka Saka, piatto tradizionale del Congo, che oggi prepariamo io e le mie sorelle. Si tratta di un piatto tipico congolese ma appartenente a culture africane. Anche se è un piatto tipicamente cucinato dalle donne, papà lo cucinava molto bene. Il ricordo di mio padre con un mortaio molto grande che pestava le foglie di manioca è tutt’ora estremamente vivido. È così che la ricetta che oggi conosco mi è stata tramandata da mio padre e dalle sue sorelle. Con questo piatto, anche rivisitato, ho conquistato la critica gastronomica. 

Come nasce la tua passione per la cucina?

Ricerche frequenti:

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