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Come fare in casa la panna (da cucina e montata)

La Cucina Italiana

Forse non avete mai pensato di fare la panna da cucina in casa dato che è così facile trovarla in qualunque supermercato. Provate, invece, perché la differenza nel gusto è strabiliante.

Ma cos’è la panna?

La panna altro non è che la parte grassa del latte. Esistono diversi tipi di panna: quella da cucina che si utilizza in genere per le preparazioni salate ha il 30% di grassi, mentre quella che viene montata per preparare mousse e decorare torte, gelati e dessert vari ha dentro la colla di pesce che le dà consistenza e incamera più aria. Preparare in casa la panna da cucina è facilissimo perché bastano tre ingredienti e solo pochi minuti. Non avete bisogno di attrezzature particolari, né di tecniche di cottura da grandi chef.

Come fare la panna da cucina

Ingredienti

100 ml di latte intero
150 ml di olio di semi di arachidi
sale

Procedimento

La panna da cucina si prepara come una maionese semplicemente con un frullatore a immersione. Aggiungete l’olio a filo nel latte e frullate fino a raggiungere la consistenza di una crema. Salate a piacere e lasciate riposare il composto coperto con la pellicola per circa un’ora in frigorifero.

Come conservare la panna fatta in casa

Trattandosi di un prodotto fresco, potete conservarlo in frigorifero per due giorni al massimo, ma nel frattempo potete utilizzarlo in tanti modi, sia per rendere più ricchi e gustosi i vostri primi piatti e le zuppe, sia per creare un condimento avvolgente a carni e verdure.

Varianti saporite e vegane

Proprio come la panna da cucina che trovate in commercio, potete aromatizzare anche quella fatta in casa aggiungendo spezie o erbe aromatiche come rosmarino, salvia, curry e paprika oppure il salmone affumicato frullato per preparare delle tagliatelle di mare o una pasta al forno con gamberetti e zucchine per esempio. Ovviamente potete utilizzare il latte che preferite, anche un latte vegetale se siete vegani o intolleranti al lattosio. Considerate, però, che non tutti i tipi di latte vegetale mantengono la consistenza cremosa. Quello che funziona meglio e che può sostituirsi degnamente al latte intero vaccino per un risultato praticamente identico alla ricetta base è senza dubbio il latte di soia.

Panna montata dolce

Questa panna è diversa perché monta incamerando molta aria. È sempre molto facile da fare, ma avete bisogno di un ingrediente in più: la colla di pesce.

Ingredienti

120 ml di latte
5 g di colla di pesce
5 g di zucchero a velo 
5 g di estratto di vaniglia

Procedimento

Mettete i fogli di gelatina in ammollo in acqua fredda. In un pentolino riscaldate il latte e aggiungete la gelatina strizzata per farla sciogliere. Aggiungete lo zucchero a velo e l’estratto di vaniglia e trasferite tutto in frigorifero a raffreddare, mescolando ogni 10 minuti. Dopo un paio d’ore potrete montare la panna.

Sorbetto alla fragola facilissimo | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Sorbetto alla fragola facilissimo

Con le fragole dolci e succose che popolano i banchi del mercato in questi giorni potete fare davvero di tutto in cucina, ma nulla è più facile di un sorbetto. Sembra una preparazione complicatissima, in realtà il sorbetto altro non è che un gelato di sola frutta e zucchero da fare anche senza attrezzature particolari. Non avete la gelatiera? Non importa, basta avere un po’ di pazienza e il risultato sarò comunque delizioso.

Come fare il sorbetto alla fragola

Ingredienti

500 g di fragole 
160 ml di acqua 
70 g di zucchero 
1 limone

Procedimento

La prima cosa da fare è preparare uno sciroppo di zucchero sciogliendo in un pentolino a fuoco basso lo zucchero nell’acqua. Lasciatelo poi raffreddare e frullate tutto con le fragole ben lavate e asciugate e il succo di mezzo limone. Mettete il composto all’interno di un contenitore per surgelati e riponetelo in freezer. Mescolate ogni 30 minuti per circa tre ore e otterrete un sorbetto cremosissimo.

Versione facilissima con un solo ingrediente

Dato che siamo sempre pronti a semplificarvi la vita in cucina, ci sembra doveroso proporvi anche la soluzione con un solo ingrediente, ovviamente le fragole. Lavatele, tamponatele e tagliatele a pezzi non troppo piccoli, basta anche a metà. Mettetele in un sacchetto e riponetele in freezer. Dopo tre ore frullatele. Sorbetto pronto!

Variante multifrutta

Se alla ricetta più veloce aggiungete anche delle banane frullate e otterrete un sorbetto molto più denso e cremoso, simile ad un gelato. In alternativa potete anche arricchirlo con altri frutti rossi come lamponi e fragoline oppure con frutti di bosco come more e mirtilli, sempre surgelati. Se non amate le fragole, potete fare il sorbetto allo stesso modo con kiwi, mango, papaia, pesche, albicocche, prugne o quello che volete.

Come servire il sorbetto alla fragola

Semplicemente a merenda o dopo i pasti, in una coppetta con della panna montata e qualche cialda. È un dessert fresco e leggero, che come avete visto si può fare anche senza zucchero, ed è una proposta ideale per gli intolleranti alle uova e al lattosio e anche per i vegani. Un dolce non dolce perfetto anche per chi è attento alla linea!

Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Oggi consumare carne necessita consapevolezza e molta attenzione. In Italia ci sono ancora tanti produttori che tutelano l’alta qualità preservando la sostenibilità. Tra questi, alcuni piccoli produttori portano avanti la loro storia e una filosofia produttiva (e di vita) che oggi va preservata. Un esempio è Gaia di Stefano dell’Azienda Agricola delle Vacche Erranti, che, insieme al marito Alex portano avanti una realtà a conduzione familiare, in provincia di Novara. Inizio a parlarle e noto che l’accento non è locale. Originaria della provincia di Viterbo, infatti, Gaia arriva nella zona Verbania come ingegnere per insegnare elettrotecnica alle superiori per poi innamorarsi di un nuovo mondo: quello degli animali.

Chi siete?

“Io, il mio compagno e le nostre tre bambine siamo l’Azienda Agricola familare Vacche Erranti. Partiamo da storie personali differenti, io sono un ingegnere, mentre Alex sin da quando è ragazzino è sempre stato innamorato degli animali. Di famiglia nessuno di noi è agricoltore. Quando abbiamo iniziato avevamo solo un gregge di pecore e qualche bovino. Nel tempo la situazione si è ribaltata: oggi abbiamo due pecore e una centinaia di bovini”.

La particolarità della vostra realtà?

“Abbiamo una gestione particolare dell’allevamento: non c’è una stalla e non abbiamo una base fissa. Quello che facciamo si chiama pascolo vagante: ciò significa che siamo transumanti. In questo modo gli animali si nutrono solamente di erba, senza alcuna integrazione di mangimi o foraggi insilati. In alcuni luoghi in Italia esiste ancora una transumanza orizzontale (ad esempio: in inverno dall’interno dell’Abruzzo si portano gli animali verso la costa per poi invertire il cammino in primavera). Nel Nord dell’Italia, invece, esiste una forma di transumanza chiamata verticale: di inverno sei in pianura, e invece d’estate si sale negli alpeggi. Per quanto riguarda noi durante il periodo autunnale le vacche si muovono dalle rive del fiume Toce in val d’Ossola fino quasi a sfiorare il fiume Po, per tornare poi indietro in primavera.
Questo metodo garantisce una vita sana e felice agli animali, e condizioni di vita più naturali possibili. La nostra è quindi una transumanza quotidiana: partiamo dall’alpeggio ad ottobre, scendiamo con la mandria di animali (più di 200 vacche) e giorno per giorno ci spostiamo. Alcuni giorni ci muoviamo poco (2km) altri 20/30 km per raggiungere pascoli più lontani. Per far capire quanto i nostri animali mangiano sano e naturale basti vedere che quando nevica qualche volta gli portiamo del fieno ma loro ci dormono sopra invece di mangiarlo”.

Cosa significa per te consumare carne sostenibile?

Consumarne meno, purtroppo negli ultimi anni si è riscontrato un eccessivo consumo di carne. Neanche noi, che siamo produttori, la mangiamo tutti i giorni, bisogna essere consapevoli di quale e quanta mangiarne”.

Come funziona la vostra vendita?

“Noi vendiamo quasi solo a clienti privati e a pochi ristoranti, facendo loro un pacchetto con un assortimento misto di tagli. Educhiamo quindi il consumatore a mangiarne tutti i tagli. Prima di tutto per una ragione pratica in quanto non macelliamo. Quindi ogni volta che sezioniamo un animale, va sezionato e venduto tutto, non possiamo permetterci di vendere solo alcuni tagli. Il secondo motivo è etico. Noi viviamo e siamo parte della nostra mandria, per cui l’animale che sacrifichiamo ha una una dignità nel complesso: dalle frattaglie al filetto è tutto parte di uno stesso animale che per noi noi ha lo stesso valore. Il nostro compito è anche quello di educare il cliente a non consumare solo la bistecca, ma anche il bollito, lo spezzatino, insomma tutte le parti che compongono l’animale”.

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