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100% pasta: viaggio dentro la pasta al pomodoro, per davvero

La Cucina Italiana

Avete mai pensato di fare un viaggio all’interno della pasta al pomodoro? L’occasione per un’esperienza tra design, arte e cucina ve la offrono Eataly Milano Smeraldo e Paola Navone – fondatrice di OTTO Studio – con 100% pasta, un’installazione aerea che si declinerà in un’esperienza immersiva fruibile dal pubblico dal 17 aprile al 1° maggio.

La personalissima ricetta di Paola Navone della pasta al pomodoro, quella che le preparava la nonna con amore, diventa lo strumento per un viaggio nello spazio e nel tempo a partire dai suoi ricordi di infanzia.

100 pasta: come sarà l’installazione

Pomodori, stoviglie, aglio, peperoncino e spaghetti realizzati dalla Fondazione Carnevale di Viareggio, diventano i protagonisti saranno sospesi all’interno di Eataly Smeraldo. A fare da ponte con lo store, il palco al centro di Eataly Smeraldo – per l’occasione vestito di rosso pomodoro -, sul quale tavoli e sedute dal design contemporaneo di colore bianco, rosso e verde, rievocano gli ingredienti del piatto simbolo della tradizione gastronomica italiana.

A incorniciare l’installazione, un montaggio di spezzoni cinematografici e citazioni pop dedicate a questo piatto iconico scorrerà in loop sui grandi ledwall ai lati del palco, accompagnato dalle “Note di cibo”, una speciale playlist a tema realizzata da OTTO Studio.

L’apertura al pubblico: giorni, orari e degustazioni

L’installazione 100% Pasta sarà presentata al pubblico giovedì 20 aprile, alle ore 18:00, sul palco di Eataly Smeraldo, con una food performance durante la quale Paola Navone racconterà l’installazione e il legame tra cibo e design, condividendo la storia della sua “Pasta Paola”, accompagnata da uno chef di Eataly che la realizzerà per i presenti.

Le degustazioni proseguiranno da venerdì 21 a martedì 25 aprile: ogni giorno alle 17:00, gli chef di Eataly realizzeranno la ricetta di Paola Navone per il pubblico dello store milanese. Negli stessi giorni il piatto sarà presente come speciale fuori menù nei ristoranti di Eataly Milano Smeraldo.

“Provengo da una cultura alimentare piemontese e anche minimalista – dichiara Paola Navone – che privilegia la qualità della materia prima, i sapori veri e la semplicità. Ho scelto quindi di mettere letteralmente in scena un piatto che rievoca l’Italia e il Mediterraneo. Il rapporto tra il mio design e il cibo è molto stretto. Per me realizzare un progetto è come preparare una frittata. Devi scegliere gli ingredienti con cura speciale. La preparazione va fatta con attenzione e rigore, ma anche fantasia e flessibilità”.

L’obiettivo

100% pasta ha un grande obiettivo: porre l’accento sull’importanza della materia prima, valore imprescindibile nella cucina così come nel design. Grazie alla conformazione dello store, da tutti i piani e in tutti i punti di affaccio si avrà una prospettiva diversa sull’installazione di Paola Navone OTTO Studio. Un percorso che si completa con l’assaggio della “Pasta Paola” per un ulteriore livello esperienziale utile a far capire quanto una ricetta semplice possa essere a suo modo
perfetta se gli ingredienti sono di qualità.

L’opera di Paola Navone OTTO Studio è stata selezionata per far parte della mostra-evento “INTERNI Design Re-volution” che, nell’ambito del Fuorisalone, coinvolgerà l’intera città con installazioni in sei diverse location, tra cui appunto quella di Eataly Smeraldo. La speciale iniziativa testimonia la spiccata sensibilità di Eataly verso il mondo dell’arte, che trova conferma nell’attività di Eataly Art House – E.ART.H., la fondazione nata presso Eataly Verona, dove dal 22 aprile al 17 settembre 2023 sarà possibile visitare la mostra Photo&Food. Il cibo nelle fotografie Magnum dagli anni Quaranta ad oggi. Un’esposizione collettiva, a cura di Walter Guadagnini in collaborazione con Costanza Vilizzi e realizzata insieme a Magnum Photos, legata al tema del cibo e della sua rappresentazione nella fotografia degli ultimi ottant’anni.

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La Pizzeria dell’Impossibile, che sopravvive esclusivamente grazie ai Fratelli La Bufala e ad alcuni suoi fornitori, per statuto accetta solo giovani i cui reati – seppure gravi – non coinvolgono donne e bambini. Ma per le lezioni interne al carcere di Finché c’è pizza… c’è speranza la selezione spetta all’Istituto Penitenziario. A Nisida si svolgono ogni giovedì, in una cucina che si affaccia su una stanza luminosa dai tavoli allineati lungo le pareti. Intorno, la vegetazione mediterranea si arrampica sull’isola vulcanica oltre la collina di Posillipo fino a cento metri di altitudine. In basso luccica il Golfo di Napoli.

«Ospitiamo tra i 50 e 55 ragazzi con un’età media di 18-19 anni, italiani nel 65% dei casi, molti dei quali con condanne pesanti», spiega Gianluca Guida, che dirige la struttura da un quarto di secolo. Nell’ottica di ridare un senso a vite piegate sul nascere spesso dalle stesse famiglie – attanagliate dalla miseria, dall’incuria e dalla criminalità in aree “a rischio” come i Quartieri Spagnoli o rione Sanità – i laboratori sono diversi. Si va da quelli destinati all’alfabetizzazione ai corsi per recuperare il senso di sé e per educare alla genitorialità, «perché qui i ragazzi, a 17 anni, vogliono già diventare padri. Un po’ per replicare la storia familiare e un po’ con l’idea infantile di costruire qualcosa». Poi ci sono le attività sportive e i progetti per imparare un mestiere, «prevalentemente nel campo edile e in quello del food che oggi aprono maggiori possibilità». Ecco dunque, oltre alla pizza, le lezioni di pasticceria, di catering e di street food napoletano.

Ma, una volta usciti, quanti riescono a imboccare una nuova vita? «Alcuni ce la fanno, altri possono avere un inciampo e ritornare. Ma non è mai una sconfitta. Il nostro compito, ogni volta, è fornire tutti gli strumenti possibili, poi tocca a loro: nella mia carriera, ho visto trionfare molti su cui non avrei scommesso un centesimo».

I fan di Mare Fuori probabilmente saranno delusi dal sapere che, no, le ragazze a Nisida non ci sono più da anni: erano rimaste in due, troppo poche per giustificare una sezione. «Ovviamente ci sono altri “dettagli” poco veritieri. Una certa assenza o inefficacia delle figure adulte del carcere, per esempio», aggiunge il direttore Gianluca Guida. «Ma va bene così, la fiction funziona e ha avuto il merito di portare sotto i riflettori un problema su cui c’è davvero ancora molto da lavorare». Cosa ne pensano, invece, i ragazzi di questo modo nuovo di raccontare anche gli aspetti fragili dei criminali in erba? «A loro piace Gomorra, citano a memoria le battute de Il camorrista, mentre in Mare Fuori faticano a identificarsi. Ma io sospetto che questo avvenga per un meccanismo di difesa».

(in foto, da sinistra a destra: Francesca Marotta e Lelia Castellano, rispettivamente figlia e moglie del fondatore di Fratelli la Bufala Geppy Marotta, con il presidente dell’associazione Scugnizzi Antonio Franco)

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