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Chi è Gianluca Fusto, il pasticciere ospite a MasterChef | La Cucina Italiana

Chi è Gianluca Fusto, il pasticciere ospite a MasterChef
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Cioccolatiere e pasticciere, Gianluca Fusto è stato scelto come ospite d’eccezione per condurre l’Invention Test nella puntata di Masterchef del 2 febbraio. Il maestro ha messo alla prova i concorrenti sulla preparazione di un dolce a base di pasta frolla, l’ingrediente a cui Fusto ha dichiarato il suo amore e con cui il pasticciere prepara le sue crostate moderne. Destrutturate e create con diverse tecniche, consistenze e momenti di degustazione, le sue torte sono opere d’arte di frutta e cioccolato eseguite con tecnica francese e spirito italiano.

Gianluca Fusto: chi è il pasticcere ospite a Masterchef

Ma chi è Gianluca Fusto? Milanese, classe 1975, da giovane si forma all’alberghiero Carlo Porta di Milano, poi colleziona esperienze professionali con Alain Ducasse, Gualtiero Marchesi e Aimo Moroni, suo padre putativo.

Nel 2003, a 28 anni, diventa il primo pasticcere straniero a poter accedere all’Ecole du Grand Chocolat Valrhona e qui viene in contatto con chimici, fisici e ingegneri alimentari, acquisendo un approccio metodico al dolce che reinterpreta con creatività e personalità.

Si butta quindi nel mondo dei corsi e delle consulenze (annoverando tra i suoi clienti il Bulgari Hotel di Londra e la famiglia reale dell’Arabia Saudita). Da qualche anno lo trovate nel suo laboratorio FustoMilano, in zona Corso Buenos Aires – dove dà vita alle sue creazioni e le rende disponibili per la consegna e l’asporto.

Ha scritto diversi libri e ha collaborato anche con noi de La Cucina Italiana regalandoci numerose ricette da replicare per merende golose e dessert di fine pasto.

Dolci: le ricette di Gianluca Fusto

Del suo Strudel di mele dice: “Mi fa pensare alla mamma, friulana di origine; me lo ha insegnato lei, anche se io ho rielaborato la pasta. Il ripieno invece è il suo, con 3 tipi di mele che diventano una crema”; mentre sulla Cake al limone e limoncello rivela: “Durante un viaggio nella Costiera Amalfitana, dove ho conosciuto mia moglie Linda, mi sono innamorato anche del limone e del limoncello. Eccoli in questo cake: ricorda la torta di limoncello, ma è più morbido e ricco”.

Il Tiramisù lo propone in coppa: “Cerco di restituirgli il sapore al caffè che è fisso nella mia memoria e che spesso oggi viene trascurato. Lo ripropongo con una crema molto leggera, per poterne mangiare a sazietà”. Al cucchiaio ci sono poi la Mousse al cioccolato fondente e il Budino alla vaniglia con un twist croccante.

Da provare per la colazione e la merenda la Torta di carote, la Mattonella al latte, i Biscotti alle arachidi. Infine, non potevano mancare le crostate: Crostata di mandorle, rosmarino e albicocche e Crostatine con confettura di albicocche.

Ricerche frequenti:

10 dolci per Capodanno, per chiudere in bellezza

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Avete in mente di organizzare un bel cenone casalingo? Non può mancare il gran finale: vi proponiamo questi 10 dolci per Capodanno che grazie ai loro profumi e a quel tocco di rosso immancabile (porta fortuna, dicono, no?) saprà stupire anche gli ospiti più critici.

I cibi portafortuna di Capodanno

Prima di addentrarci nelle proposte per il dessert, concediamoci una piccola divagazione sulla superstizione tipica che accompagna il Capodanno. Come ben saprete, infatti, ci sono tanti cibi portafortuna che non possono mancare sulla tavola dell’ultimo giorno dell’anno. Li conoscete tutti? Vediamoli insieme.

  • Cotechino e zampone: il maiale è da sempre simbolo di prosperità. Solitamente lo si mangia accompagnato dalle lenticchie una volta scoccata la mezzanotte.
  • Lenticchie: ricordano nella forma delle piccole monete, per questo mangiarle porterebbe prosperità economica.
  • Uva: come le lenticchie, si mangia nell’augurio di prosperità economica. C’è chi consiglia di mangiarne solo 3 acini, chi di più… ogni famiglia ha la sua abitudine portafortuna.
  • Melagrana: è considerata simbolo di fecondità e di prosperità. Viene spesso utilizzata anche perché la sua polpa è rossa, e il rosso è il colore della fortuna.
  • Frutta secca: noci, nocciole, pistacchi propiziano per il nuovo anno sicurezza, prosperità, forza e protezione da problemi e malasorte.
  • Marzapane: il nome deriva dall’arabo “mauthaban”, che significa moneta. Facile immaginare perché il marzapane sia simbolo di ricchezza e si mangi per augurarsi soddisfazioni economiche.
  • Spumante: lo spumante è sempre simbolo della festa. Stapparne una bottiglia è quasi un obbligo!

Che dolci si mangiano a Capodanno?

Sicuramente è ancora un buon momento per mangiare il pandoro o il panettone ma anche, perché no, un classico tronchetto natalizio. Noi però vogliamo proporvi dei dolci che possano stupire gli ospiti, belli scenografici oltre che buonissimi. Ecco perché vi lasciamo le ricette di 10 dolci per Capodanno che sono:

Ricerche frequenti:

Fritti di Natale, dolci e salati: 25 ricette

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Sale e zucchero Sono igroscopici, cioè richiamano l’acqua contenuta nei cibi. Per evitare che questa inumidisca la crosticina, afflosciando il fritto, conviene salare o zuccherare all’ultimo momento.

Friggere: cos’è il punto di fumo?

La temperatura oltre la quale un grasso comincia a deteriorarsi si chiama “punto di fumo”: il grasso si decompone e comincia appunto a fumare, liberando odori acri e rilasciando sostanze nocive e di gusto sgradevole. I grassi vegetali cominciano a fumare intorno ai 230 °C, quelli animali già a partire dai 130 °C. Quando si sceglie il grasso di cottura, quindi, bisogna tenere in considerazione il suo punto di fumo, oltre alle sue caratteristiche di sapore.

Friggere in olio o burro?

Olio di oliva e di semi: Tra i grassi sono i più stabili, il più affidabile per una buona frittura è l’olio di arachide, stabile e purificato dalla lavorazione industriale. Anche migliore è l’olio di oliva, perfino l’extravergine: attenzione a sceglierne uno di gusto leggero e senza residui. L’olio è indicato per tutte le fritture, soprattutto per le verdure e il pesce.

Burro: Quello naturale è il grasso più deteriorabile tra tutti: le proteine che contiene (caseina) cominciano a bruciare già a 130 °C. Si può però utilizzare il burro chiarificato, privato cioè di acqua e caseina, che si comporta in cottura quasi come l’olio. È indicato soprattutto per la carne.

Strutto: Il grande Escoffier sosteneva che fosse l’ideale per friggere perché, tra i grassi animali, era il più resistente al calore. Oggi, si sceglie questo grasso, che ha un punto di fumo di circa 190 °C, quando si vuole rendere più saporiti fritti tradizionali come frittelle, chiacchiere e gnocco fritto.

Gli strumenti giusti per friggere

Per una perfetta frittura anche gli strumenti sono molto importanti. Le pentole, innanzitutto, devono essere di un materiale che conduca bene il calore, cioè di ferro o di acciaio. La tipica padella da frittura si chiama “bassina” ed è una pentola di ferro con due manici, leggermente svasata. Importantissimo è anche il termometro che serve a controllare le temperature del grasso: con una friggitrice elettrica si può farne a meno, perché la macchina è dotata di un termostato che mantiene l’olio a una temperatura costante. Per scolare i fritti si possono utilizzare la schiumarola o il ragno; utile anche il cestello, che consente di scolare velocemente molti piccoli bocconi tutti insieme.

La temperatura ideale per friggere

Il grasso non deve mai scaldarsi al punto da “fumare”. Inoltre, il cibo fritto deve essere dorato fuori e cotto all’interno: se un alimento richiede una cottura più prolungata, la temperatura del grasso va mantenuta più bassa, altrimenti il cibo si brucia in superficie senza cuocere al cuore. Se il grasso è troppo freddo, invece, il fritto sarà molle e unto.

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