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Longevità: ecco cosa mangia la donna più anziana del mondo

La Cucina Italiana

La via per la longevità passa anzitutto dal piatto. Ce lo ricorda Amantina dos Santos Duvirgem: nonnina di Tibagi, in Brasile, di ben 123 anni. È la più anziana del mondo, anche se non ufficialmente dato che non compare negli elenchi del Guinness World Record: non si trova più il suo certificato di nascita, ma dovrebbe essere nata il 22 giugno 1900. La sua storia, infatti, sta facendo il giro del mondo proprio perché, in occasione del suo compleanno che cade in questi giorni, il piccolo paese in cui vive ha pensato bene di organizzarle una grande festa.

Longevità: i segreti di Amantina dos Santos Duvirgem

Doveva essere una festa per la gente del posto, ma si è trasformata in un evento di portata globale con fotografi e giornalisti. Erano tutti lì per chiedere ad Amantina come si fa a vivere 100 anni e oltre come ha fatto lei, che non ha nemmeno i capelli bianchi e non soffre di alcuna patologia cronica: non ha il diabete né soffre di ipertensione come spesso succede agli anziani, e non prende alcuna medicina. Insomma, a parte le rughe, qualche difficoltà a muoversi e esprimersi, la signora Amantina sta bene.

Cosa mangia la donna più anziana del mondo

Come fa? Come si fa a vivere oltre 100 anni come lei? La risposta in fondo sempre la stessa: il segreto della longevità sta anzitutto in un’alimentazione corretta. La signora Amantina, a modo suo dato che non riesce a parlare benissimo, ha raccontato che non esagera mai a tavola, mangia tanti cibi sani e sempre diversi, con alcune costanti che non possono mancare. Quali sono? Ogni giorno uova sode e una fetta di Bolo de Polvilho, che è una tipica torta brasiliana che si fa con uova, latte, formaggio, farina di manioca, e si cuoce in forno o in padella. E poi, quando c’è l’occasione giusta, Amantina non si fa mancare una fetta di dolce. Per la sua festa, per esempio, che è stata organizzata nella sala della Cappella di São Sebastião, ha anche assaggiato un pezzetto della torta di compleanno che è le stata dedicata.

Longevità: l’importanza dello stile di vita (e dell’amore)

Non solo: in occasione del suo compleanno la nonnina, per tutti Dona Júlia, ha accolto tutti con entusiasmo e si è persino lasciata andare sulla pista da ballo per qualche passo di danza. Sorride, prende tutto ciò di bello che la vita ha da offrirle: altro ingrediente fondamentale per vivere a lungo come lei. Amantina del resto è molto coccolata: vive in una comunità per anziani, a Serra Gaias, ed è accompagnata da una persona amorevole che non la lascia mai. 

Maria Branyas Morera: la donna (ufficialmente) più anziana del mondo

Così come Maria Branyas Morera, nata il 4 marzo del 1907 a San Francisco, in California e poi cresciuta in Spagna, in Catalogna, dove è tuttora: è lei, ufficialmente, la persona più anziana del mondo. Probabilmente anche la più tenace: a 116 anni è persino riuscita a sconfiggere il Covid. Appena guarita, i giornali di tutto il mondo hanno raccontato la sua storia e a chi l’ha intervistata non le ha mandate a dire: all’Observer, settimanale del quotidiano britannico Guardian, ha raccontato di essere stata circondata da personale attento della casa di riposo in cui vive, che ha ringraziato, ma ha anche denunciato la carenza generale di cure nei riguardi degli anziani. Ecco, se davvero vogliamo che gli anziani vivano più a lungo, forse dovremmo anche stargli più vicino. E se vogliamo vivere noi, più a lungo, fare in modo da circondarci di persone che sanno volerci bene, e amarle.

le ricette perfette dopo un allenamento (strong) | La Cucina Italiana

le ricette perfette dopo un allenamento (strong)
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I frullati sono un asso nella manica: una colazione o uno spuntino perfetto, ma anche un ottimo alleato per tenersi in forma. Non solo perché possono essere una miniera di sostanze benefiche ma perché, se fatti con i giusti ingredienti, sono anche una risorsa per chi fa sport e ha bisogno di ricaricarsi dopo un allenamento.

Come si preparano i frullati post-workout

Continuando a leggere trovate due ricette, che alla classiche frutta e verdura, imprescindibili per un frullato sano e bilanciato, abbinano i pistacchi americani. Il motivo? Sono un altro altro asso nella manica: uno snack perfetto se mangiati da soli o – appunto – in un frullato, per chi cerca una «coccola» dissetante oltre che nutriente. «Per ogni sportivo l’alimentazione è una parte davvero importante e per coniugare gli sforzi dell’allenamento con la necessità di energia e gli attacchi di fame, i pistacchi americani rappresentano a mio avviso un ottimo snack, da gustare dopo l’allenamento», conferma Sara Cordara, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizionista.

Quali sono le proprietà dei pistacchi

I motivi sono diversi: i pistacchi sono anzitutto un concentrato di sali minerali come il magnesio che rilassa e aiuta a smaltire l’eccesso di acido lattico accumulato, e di potassio che è fondamentale per la contrazione dei muscoli, e viene perso con il sudore durante l’esercizio intenso. Inoltre i pistacchi contengono vitamine del gruppo B, che combattono la stanchezza tipica del post allenamento, e sono una preziosa fonte di antiossidanti che contrastano eventuali danni e dolori muscolari dovuti a infiammazione e stress ossidativo. Non solo: gli antiossidanti contenuti nei pistacchi preservano la bellezza della pelle e la proteggono anche dal sole. Del resto, si vede: «Il merito – prosegue infatti la dottoressa Cordara – è racchiuso nel loro colore, risultato della combinazione del giallo (catechine, luteina e zeaxantina), del rosso (antocianine e caroteni) e del verde (clorofilla): tutti potentissimi antiossidanti e composti bioattivi come quelli fenolici. Infine, e non da ultimo i pistacchi contengono fibre e proteine. Per la precisione, rispettivamente 3 grammi e 7 grammi per una porzione (49 pistacchi), che prolungano il senso di sazietà evitando attacchi di fame e aiutano il recupero muscolare.

Le ricette dei frullati

Specie dopo un allenamento molto strong di quelli che in tanti abbiamo imparato ad apprezzare perché durano poco e sono molto efficaci. Su tutti l’HIIT, High-Intensity Interval Training, focalizzato sul fattore intensità, considerata di primaria importanza nel miglioramento della prestazione atletica e soprattutto nella ricerca della forza. Prova chi scrive: abbiamo infatti messo alla prova i pistacchi in «versione frullato» accentando l’invito a una sessione di HIIT di American Pistachio Growers, associazione no profit che riunisce i coltivatori di pistacchi americani e che ne promuove i benefici per gli sportivi e non solo.

Ci siamo allenati al Barry’s Bootcamp di Milano: nella sua red room, con musica energizzante ad altissimo volume, abbiamo alternato jogging e corsa sul tapis roulant e esercizi muscolare. 40 minuti di movimento divertente e liberatorio. Alla fine, al Fuel Bar del Barry’s ci aspettava il nostro smoothie, ed è stato molto rigenerante. Per provare continuate a leggere: potete scegliere tra il frullato «Pistachio Flex» fresco e leggero che al sapore piacevole del pistacchio abbina acqua di cocco e ananas, e «Skinny P» nutriente e cremoso, con latte di mandorla, spinacino selvatico, banane e avocado. Ecco le ricette dei frullati:

Alimentazione sostenibile: guida semplice e veloce

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Importante poi la questione del packaging alimentare sostenibile, la Commissione europea infatti ha stabilito che entro il 2030 tutti gli imballaggi e le confezioni in plastica presenti sul mercato dovranno essere sostituiti con packaging riciclabile. Per evitare imballaggi di plastica molto inquinanti bisognerebbe acquistare cibi sostenibili sfusi e in “formato famiglia” per ridurre più possibile la proporzione tra l’imballaggio e il cibo contenuto e consumato. Per fare la spesa sarebbe ottimale usare borse di tela, evitano l’uso degli inquinanti sacchetti di plastica.

Per cucinare e ridurre l’energia da utilizzare sarebbe meglio scegliere pentole, frigoriferi e forni a bassa dispersione termica. Il tutto riducendo gli sprechi alimentari, non acquistare troppo cibo e consumarlo in tempi utili. Ultimo, ma tra i consigli più importanti, fare sempre la raccolta differenziata per riciclare e ricavare energia dai rifiuti.

Principi della dieta sostenibile

Per far del bene a noi stessi, ma anche al Pianeta, quindi, è bene seguire diete sostenibili, ovvero modelli a basso impatto ambientale che contribuiscono a una vita sana e alla sicurezza alimentare e nutrizionale. Una dieta sostenibile deve concorrere alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, per questo la dieta mediterranea può essere considerata un modello di dieta sostenibile.

Negli anni il concetto di dieta mediterranea si è evoluto fino a diventare un vero e proprio stile di vita sostenibile. Tra i benefici ambientali portati dal modello mediterraneo abbiamo un elevato consumo di cereali, frutta, verdura e legumi, la cui produzione richiede un impiego di risorse naturali, suolo e acqua, di emissioni di gas serra, meno intensivo rispetto a un modello alimentare basato più sul consumo di carne e grassi animali.

Inoltre tale modello, che prevede il consumo degli alimenti rispettando la loro stagionalità, come richiede la dieta sostenibile, comporta una riduzione degli impatti ambientali, dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani.
In questo modello vi è più consapevolezza alimentare, più legame col territorio, più stagionalità, biodiversità e naturalità degli alimenti.

Da questo derivano anche conseguenti benefici economici che valorizzano le aziende del territorio attraverso l’offerta agro- ed enogastronomica locale.

Piramide alimentare sostenibile

Per una corretta alimentazione sostenibile noi italiani partiremmo già da una buona base, che è rappresentata, come detto, dalla nostra dieta mediterranea, considerata dagli esperti assolutamente sostenibile. La nostra dieta Patrimonio dell’Unesco costituisce la perfetta sintesi della sostenibilità alimentare

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