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Cavolo cappuccio: 13 ricette facili

La Cucina Italiana

Amate il cavolo cappuccio? Le ricette per assaporare questa sottospecie della ben nota Brassica oleracea sono tante e tutte gustose, quindi preparatevi per una cucinata ricca di gusto e… di nutrienti. Sì, perché non solo il cavolo cappuccio è gustosissimo ma è anche un ingrediente tra i più ricchi dal punto di vista nutrizionale, leggero e versatile in cucina.

Cavolo cappuccio: proprietà

Questo ortaggio, infatti, è ricco di vitamine, antiossidanti, calcio, omega 3 e 6, ferro e fibre, ottimo per i regimi alimentari ipocalorici in quanto è povero di grassi e ricco di fibre, con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

In cucina, come detto, le ricette con il cavolo cappuccio sono davvero tante: si può mangiare crudo in insalata, in primi e secondi piatti, ma anche come contorno piuttosto nutriente e saporito. È semplice da pulire e preparare: un ingrediente davvero prezioso e gustoso.

Il cavolo cappuccio si può trovare sia verde che viola, ma il gusto non cambia!

3 ricette facili con il cavolo cappuccio

Prima di lanciarci nella gallery in cui il cavolo cappuccio viene utilizzato per arricchire tanti gustosi piatti, scopriamo 3 ricette con il cavolo cappuccio che si possono preparare a casa in modo semplice.

Cavolo cappuccio in umido

Ingredienti

  • 1 kg di cavolo cappuccio
  • 1 spicchio di aglio
  • 20 cl di concentrato di pomodoro
  • 20 cl di vino bianco
  • olio extravergine d’oliva qb
  • sale qb

Procedimento

  1. Iniziate lavando la verdura, eliminando le foglie esterne, e facendo a listarelle sottili tutte quelle rimaste.
  2. Mettete in una padella antiaderente abbastanza capiente uno spicchio di aglio con due cucchiai abbondanti di olio extravergine di oliva e aggiungete le foglie di cavolo cappuccio, lasciando cuocere la verdura per circa 10 minuti, regolando di sale.
  3. Quando il cavolo cappuccio è appassito aggiungete il vino bianco, alzando il fuoco e facendo evaporare l’alcol velocemente. Unite il concentrato di pomodoro diluito in una tazzina di acqua calda e continuate la cottura a fuoco molto basso e con la pentola coperta per circa un’ora, mescolando di tanto in tanto. Se vi piace potete anche fare il cavolo cappuccio in umido leggermente piccante, aggiungendo un cucchiaino di peperoncino in polvere durante la cottura.

Pasta con cavolo cappuccio e gamberi

Ingredienti

  • 400 g di pasta corta tipo penne rigate
  • 300 g di cavolo cappuccio
  • 150 g di gamberi
  • 20 cl di vino bianco
  • 1 spicchio di aglio
  • olio extra vergine di oliva q.b.
  • sale, zafferano, pepe nero

Procedimento

  1. Se siete alla ricerca di un primo piatto con il cavolo cappuccio che abbini al sapore della verdura il prezioso gusto del pesce provate questo, semplice e veloce da fare a casa.
  2. Iniziate pulendo i gamberi (se li avete presi freschi e non già sgusciati o surgelati) e lavate e tagliate a listarelle il cavolo cappuccio. Mettete a bollire l’acqua per la pasta e, in una padella antiaderente, mettete due cucchiai di olio con uno spicchio di aglio, aggiungendo subito dopo la verdura. Aggiungete il pepe e un cucchiaino di zafferano, regolate di sale e fate appassire la verdura aggiungendo un mestolo di acqua di cottura.
  3. Mettete a cuocere la pasta e toglietela quando mancano circa 3 minuti al tempo indicato nella confezione, facendo proseguire la cottura nella pentola con il cavolo cappuccio e aggiungendo anche i gamberi, il vino e (se necessario) ancora un po’ di acqua. Fate evaporare l’alcol a fuoco alto e poi abbassate e continuate a cuocere la pasta fino alla cottura desiderata.

Involtini di cavolo cappuccio

Ingredienti

  • 400 g di cavolo cappuccio
  • 200 g di macinato di manzo
  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • 1 cipolla
  • 20 cl di vino bianco
  • brodo vegetale qb
  • formaggio grattugiato qb
  • sale, pepe

Procedimento

  1. Iniziate la preparazione di questo secondo piatto con il cavolo cappuccio lavando la verdura e tenendo da parte le foglie più grandi, ne serviranno 8 per 8 involtini. Fatele bollire in acqua per circa 3 minuti, giusto il tempo di farle appassire.
  2. Mettete a cuocere in una padella con due cucchiai di olio extra vergine di oliva, la cipolla tritata finemente, il resto del cavolo cappuccio sminuzzato e il macinato di carne. Aggiungete il vino bianco, facendolo sfumare a fuoco alto e continuate a cuocere fino alla completa cottura della carne. Aggiustate di sale e di pepe e spolverate con il formaggio grattugiato.
  3. Dividete il preparato in ogni foglia di cavolo cappuccio e arrotolatele, fermandole poi con uno stecchino. Fate cuocere gli involtini nella stessa padella che avete usato per il ripieno, aggiungendo un po’ di olio e due mestoli di brodo vegetale.
  4. Basteranno circa 15 minuti, girando di tanto in tanto gli involtini. Aggiungete ancora un po’ di formaggio grattugiato prima di portare il piatto a tavola.

Cavolo cappuccio: le altre 10 ricette da provare

10 ricette con il cavolo cappuccio

Chi è Assaf Granit, lo chef stellato ospite a MasterChef 13

La Cucina Italiana

Puntata all’insegna dei sapori provenienti da tutto il mondo grazie a Assaf Granit, lo chef ospite del nuovo episodio di MasterChef, dopo Chiara Pavan. Infatti, i 6 aspiranti cuochi rimasti in gara dovranno misurarsi con la cucina internazionale e, per l’occasione, arriverà un ospite speciale, Assaf Granit, che ben incarna l’abilità di mixare le diverse tradizioni culinarie. Lo chef israeliano, una stella Michelin al ristorante parigino Shabour e titolare di altri 31 locali allocati in sette Paesi, mescola la cucina mediorientale delle sue origini agli ingredienti provenienti da tutto il mondo che ha scoperto nel corso della sua carriera. A MasterChef presenterà il suo invention test.

Chi è Assaf Granit?

Nato e cresciuto a Gerusalemme, Assaf Granit, da bambino, esplorava le bancarelle dei mercati della città e si lasciava avvincere dai profumi che, dalle cucine, si diffondevano per strada. Ma la sua vera ispiratrice è stata la nonna, Lea, nata in Polonia dove, a sua volta, ha imparato a cucinare da sua nonna. «Il cibo che cucinava proveniva da uno shtetl dell’Europa orientale, dove vivevano e lavoravano i nostri antenati», ha spiegato lo chef. «Quando arrivò a Gerusalemme si ritrovò in un universo completamente nuovo. I suoi vicini provenivano da tutto il mondo e, come lei, ricevettero la loro prima educazione culinaria dalle loro nonne».

Per questo, per Assaf Granit, la città di Gerusalemme ha avuto un ruolo così importante: «È il centro del mondo e attira persone di ogni provenienza e ceto sociale. Mentre mia nonna cucinava, parlava costantemente con i suoi vicini attraverso le finestre. La donna della porta accanto, nata in Marocco, le insegnò come usare lo zafferano. Un’altra, in fondo alla strada, veniva dallo Yemen e le spiegò come preparare il malawah (una frittella dolce originaria della Somalia, ndr)».

Assaf Granit sognava di aprire un ristorante, ma voleva che fosse un luogo capace di fare tesoro dei segreti di sua nonna e di Gerusalemme. Dopo un periodo nell’esercito come paracadutista, Assaf, insieme al suo migliore amico e collega chef, Uri Navon, ha realizzato questo sogno. Dopo avere aperto il suo primo ristorante, Machneyuda, vicino al mercato di Mahane Yehuda, ha espanso il suo impero gastronomico in Israele e all’estero, aprendo altri ristoranti a Tel Aviv, Londra, Parigi, Berlino e Saint Barth. «Che si tratti del Machneyuda di Gerusalemme, del Coal Office di Londra o dello Shabour e Balagan di Parigi, ognuno dei miei ristoranti ha la propria personalità e storia, ma tutti condividono questo straordinario incontro tra le strade di Gerusalemme e le esperienze e le lezioni che ho imparato».

Allo Shabour («caos» in ebraico), che sorge in un edificio parigino del XVII secolo, in un quartiere vivace tra rue Saint-Denis e rue Montorgueil, Assaf Granit propone una cucina creativa e colorata ricca di influenze mediterranee: carote con uovo cotto a fuoco lento, mousse di tahin, uova di salmone e tzimmes (un tradizionale stufato ebraico), triglie scottate in una versione orientale della bouillabaisse, budino di semolino con fiori d’arancio e crema inglese con zucca. È il primo ristorante israeliano in Francia a ottenere una stella Michelin.

4 Ristoranti: il miglior ristorante dell’Ogliastra, Sardegna

4 Ristoranti: il miglior ristorante dell’Ogliastra, Sardegna

È la terra del maialino allo spiedo, della carne di capra, dei malloreddus e dei culurgiones. È stata l’Ogliastra la quinta tappa di 4 Ristoranti di Alessandro Borghese. Questa volta, lo chef è andato alla scoperta della suggestiva Costa Orientale della Sardegna, per conoscere le ricche tradizioni culturali e gastronomiche di questo territorio custodito tra i rilievi del Gennargentu e le acque del Mar Tirreno (non a caso è chiamato anche l’«anfiteatro sul mare»).

Le regole del gioco sono sempre le stesse: quattro ristoratori si sfidano invitando a pranzo nel proprio locale gli altri tre concorrenti, accompagnati dallo chef Alessandro Borghese. I commensali assaggiano i piatti e assegnano un punteggio da zero a dieci a location, menù, servizio e conto. C’è anche una quinta categoria su cui ogni ristoratore viene valutato: è il piatto tipico, rappresentativo del territorio di riferimento. In questo caso si trattava dei culurgiones, pasta fresca ripiena – nata proprio in queste terre – dalla tipica chiusura a spiga di grano (sa spighitta). La ricetta cambia di paese in paese, e spesso presenta differenze per formato, impasto e ripieno.

A vincere la sfida (tutta al femminile), questa volta, è stato il ristorante Sa Cadrea di Emanuela, a Santa Maria Navarrese. Gli altri locali in gara erano il Ristorante Abba ‘E Murta di Carla, a Tortolì, Al Porticciolo di Francesca, nel porticciolo di Arbatax e Incontro di Vino di Carpe Diem di Teresa, a pochi passi dalla baia di Porto Frailis. Andremo a conoscerli tutti meglio nella gallery. Anche questa volta, il vincitore, oltre a conquistare il titolo di miglior ristorante, ha ricevuto anche un contributo economico da investire nella propria attività.

Dopo l’Ogliastra, il viaggio gastronomico di Alessandro Borghese 4 Ristoranti, che ha già esplorato le proposte gastronomiche della Costa Azzurra, dell’Oltrepò Pavese, di Lisbona e del centro storico di Ravenna, farà tappa lungo tutta la penisola e toccherà Gorizia, Lucca, Monza e Mantova.

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