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I cereali per la colazione: come sceglierli?

I cereali per la colazione: come sceglierli?

Come leggere l’etichetta, cosa cambia in base alla forma, le proprietà che aiutano l’organismo

Gli scaffali dei supermercati sono pieni di confezioni di ogni genere di cereali per la colazione, non tutti però sono quello che sembrano, spesso si nascondono nelle etichette dolcificanti, aromi, addensanti o conservanti, tutti composti di cui dobbiamo e vogliamo fare a meno.

La scelta giusta

Un prodotto valido è quello in cui siano presenti soltanto i cereali lavorati, quindi orzo, avena, grano saraceno, frumento. In alcuni casi si possono trovare mix di cereali combinati tra loro, o con l’aggiunta di frutta secca come noci e nocciole o disidratata, come mele, frutti di bosco, albicocche. Per un pieno di nutrienti, la scelta dovrebbe ricadere su cereali integrali: in questo caso è fondamentale optare per un prodotto bio, perché garantisce l’assenza di residui chimici nella parte esterna del chicco, che è quella più esposta alle contaminazioni.

Anche la forma ha la sua importanza

Forse non ci avete mai pensato, ma anche la tecnica di lavorazione del cereale ha un impatto sul suo livello di nutrienti. Fiocchi, palline, chicchi soffiati, non sono tutti uguali: per ottenere quella forma i cereali hanno subito una lavorazione importante che ne ha diminuito drasticamente le proprietà nutrizionali. La tecnica meno invasiva è la fioccatura, in cui il cereale viene cotto a vapore, schiacciato e poi tostato o essiccato. In questo modo conserva la maggior parte delle sue proprietà. La tecnica più invasiva è invece quella dell’estrusione, in cui i cereali vengono macinati, riscaldati ad alte temperature e poi pressati in stampi particolari, per dare loro la forma desiderata. In questa lavorazione gran parte delle qualità nutrizionali del cereale va perduta.

Le proprietà dei cereali

Sono tante le varietà dei cereali per la colazione ma i più utilizzati sono il frumento, il riso, l’avena, il mais e il grano saraceno. L’avena è perfetta per chi ha l’intestino pigro: le sue fibre, solubili in acqua, favoriscono la peristalsi, e ridonano equilibrio. Chi soffre di celiachia dovrà scegliere tra riso, mais o grano saraceno, tutti privi di glutine. Tra questi, il più calorico è senza dubbio il mais, costituito da carboidrati complessi. Ha poi un sapore più dolce rispetto agli altri cereali e per questo è anche il preferito dai bambini. Per chi desidera invece perdere peso, il teff, un cereale africano antichissimo, è l’ideale. Ricco di fibre, è anch’esso senza glutine, quindi perfetto per chi è intollerante a questa proteina, e inoltre ha un alto potere saziante, il che aiuta chi ha qualche problema con la bilancia.

Nel tutorial qualche suggerimento in più

Latte fritto alla genovese: come una coccola

Latte fritto alla genovese: come una coccola

Un dolce della cucina povera, semplice ma dal sapore pieno. Ecco la ricetta tradizionale

Forse non tutti conoscono il latte fritto alla genovese, ma tutti quelli che lo hanno assaggiato almeno una volta ricorderanno perfettamente il suo gusto semplice ma unico. Si può gustare a fine pasto come dessert, ma nella tradizione fa parte del fritto misto alla ligure.

La sua origine è da ricercare nella cucina povera ligure e fa parte di quelle ricette tradizionali che, con il tempo, hanno fatto ricca la nostra pasticceria.

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Come fare il latte fritto alla genovese: la ricetta

Ecco come preparare il latte fritto alla genovese

Ingredienti

Per preparare questo dolce vi serviranno: 1 l di latte intero, 150 g di farina, 80 g zucchero, 6 uova (4 intere e 2 tuorli), 1 limone, pangrattato, olio per friggere, zucchero a velo (opzionale).

Procedimento 

La prima cosa da fare per preparare a casa il latte fritto alla genovese è montare le 4 uova intere e i 2 tuorli fino ad ottenere un composto spumoso e omogeneo. A questo punto vanno aggiunti, a poco a poco, il latte e la farina (ben setacciata) e la scorza del limone grattugiata.

In una pentola e a fuoco molto basso, quindi, si mette a riscaldare il preparato fino ad ottenere una crema molto densa e uniforme. La preparazione continua versando il composto ottenuto nella pentola su un tegame unto con olio, fino ad ottenere uno strato di circa 1,5/2 centimetri. Il dolce va poi fatto raffreddare a temperatura ambiente e poi messo in frigo (per circa 12 ore) per consentirgli una solidificazione ottimale in vista della frittura.

La crema va quindi tagliata delicatamente a rombi con e passata nell’uovo (meglio solo albume) e poi nel pangrattato. La frittura deve avvenire in abbondante olio di semi ed è consigliabile immergere uno o due rombi al massimo per volta. L’ultimo passaggio prima di gustare il latte fritto è spolverarlo con zucchero a velo, dopo averlo asciugato con la carta assorbente.

Leggete nel tutorial altri consigli per gustare il latte fritto

La Douja D’Or, il Piemonte del vino ritorna

La Douja D'Or, il Piemonte del vino ritorna

Quattro weekend dedicati a degustazioni, masterclass, ma anche a cene e pranzi all’insegna delle eccellenze gastronomiche di un territorio meraviglioso, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco

La buona notizia per tutti gli amanti del vino ed esperti di settore è che è tornata la Douja D’Or, una delle più importanti manifestazioni enologiche di Asti e del Monferrato astigiano. Per un mese, tutti i weekend a partire dall’11 settembre e sino al 4 ottobre la città e tutta la campagna del Monferrato saranno il palcoscenico di eventi, degustazioni, visite a cantine e molto altro.

La manifestazione è un vero e proprio itinerario alla scoperta dei vini, ma anche del territorio e delle specialità gastronomiche del Monferrato. Durante i weekend della Douja D’Or sarà infatti possibile degustare le eccellenze locali in oltre 100 ristoranti, caffè e agriturismi, sparsi per le meravigliose colline del Monferrato, dichiarate con le Langhe e Roero, Patrimonio dell’Umanità. I Consorzi del vino invece si occuperanno di organizzare degustazioni, dibattiti e master class, per far conoscere le eccellenze enoiche del territorio.

«I veri protagonisti sono i vini doc, Docg e Igp e i prodotti gastronomici tradizionali», ha dichiarato Erminio Renato Goria, presidente della Camera di Commercio di Asti che organizza la manifestazione. «L’evento ha una nuova formula coraggiosa», afferma Goria, «emblema della ripartenza di una regione e di una intera nazione, per la prima manifestazione nazionale in presenza all’epoca del Covid».

Oltre agli assaggi di vini e prelibatezze varie, sarà possibile anche effettuare passeggiate a piedi o in bicicletta, lungo vari percorsi, tutto organizzato dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. Per gli appassionati d’arte poi, il 19 settembre inaugurerà la mostra Asti città degli arazzi, a cura della Fondazione Asti Musei. Infine, per gli amanti del vermouth, ogni venerdì e sabato a Palazzo Ottolenghi, ci sarà Douja del vermouth, degustazioni dedicate allo storico vino aromatizzato nato proprio in Piemonte.

Tutti gli appuntamenti sono visibili sul sito www.doujador.it. 

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